Capitolo 8

5.6K 363 58
                                    

Affetto i peperoni con molta precisione, forse troppa e con concentrazione. Lexa tenta di pelare una patata domandando continuamente se sta andando bene e quanto manca per finire. Vuole sorprendere David con una cena e mi ha chiesto di aiutarla con i preparativi. L'ho invitata a casa mia perché la sua cucina non è omologata a questo tipo di cose. Inoltre non voglio rischiare.
«Seriamente, perchè stiamo cucinando tutta questa roba quando potremmo pagare per averla già pronta?»
Sorrido scuotendo la testa. «Affetta bene quelle patate». Getto i peperoni in padella e li faccio saltare con del vino. La fiamma fa impallidire Lexa la quale colta alla sprovvista, posa subito il coltello e si allontana strillando con le mani avanti e gli occhi sbarrati.
«Col cazzo che ci provo!», strilla.
Scoppio a ridere facendo saltare ancora una volta i peperoni. «Vuoi sorprendere il tuo uomo? Impara a cucinare Lexa!»
«Tra le manzioni non avevi specificato che mi sarei depilata pure il viso. Cazzo quella fiamma avrebbe potuto rovinare le mie sopracciglia. Cucinare è pericoloso.»
Rido più forte e mi spuntano pure le lacrime. «Tranquilla sto facendo tutto io. Tu puoi sempre mentire...», le lancio uno sguardo complice.
«Ovvio! Spero non mi chieda di preparargli la colazione.» Prende posto sullo sgabello e mi guarda mentre preparo la sua cena e mangiucchia distratta un grissino con del prosciutto.
«Ok, qui abbiamo peperoni, patate e cipolla. Qui invece girelle di manzo con formaggio e spinaci. Qui dentro torta al cioccolato, e qui macedonia di frutta. E' tutto pronto! Ah, non dimenticare il vino ma su questo, te ne intendi e puoi occupartene da sola!»
Lexa mi lancia un'occhiata di sbieco prima di abbracciarmi. «Grazie, non avrei saputo come fare senza il tuo aiuto. Sicura di non volere unirti a noi?»
Arriccio il naso. «E perdermi Edward mani di forbice con della pizza e della birra? Certo che no!», le do una pacca sul sedere. «Forza, ti aiuto a caricare tutto in auto».
Scendiamo al piano di sotto e sistemo i contenitori con la cena sul sedile dietro. Spero arrivino integri e ancora caldi fino all'appartamento di Lexa. Però, conoscendo la mia amica e il modo in cui guida, ne dubito fortemente.
La mia amica mi abbraccia ancora in trepidazione. «Ti voglio bene. Ci sentiamo per i dettagli. Grazie ancora e se ti senti sola, fai un salto da noi. Prima però avvisami, così tolgo di mezzo le prove compromettenti», ridacchia.
La saluto con la manina e guardo la sua macchina allontanarsi per strada. Alzo il viso verso il cielo lasciando uscire un sospiro e ritorno in casa.
Il fattorino arriva con la pizza e un gran sorriso. Pago e mi sistemo comoda sul divano.
Mi è sempre piaciuto Edward mani di forbice. Nel personaggio, c'è qualcosa che riconosco perfettamente: la solitudine, il dolore, la chiusura, l'impossibilità di essere una persona normale. Finisco per emozionarmi sempre.

"Some better love, but there's no better love
Beckons above me and there's no better love
That ever has loved me, there's no better love
Darling, feel better love
Feel better love..."

«Dimmi che non stai piangendo per Edward», ridacchia.
Il mio cuore sobbalza nel risentire la sua voce. «Come facevi...»
«A sapere che lo avresti visto? So molte cose di te piccola».
Asciugo le lacrime. «Come stai? Fa caldo dalle tue parti?»
«In realtà ho chiamato per sapere come stai tu. Dalla tua voce sembra che il mondo sia crollato ancora una volta ma non farò altre domande, non ne ho bisogno. Comunque si, fa molto caldo qui e sto bene!»
«Ho ricevuto le altre foto. Sono davvero belle. Non ci credo che le hai scattate di nascosto al matrimonio senza farti scoprire».
Ridacchia. «Colpevole! Me le ha mandate papà e pensavo ti avrebbe fatto piacere averne una copia».
«Pensavo di avere l'originale!» Brontolo.
«Mi piace vederti esposta sul comodino. TJ dice che dovrei solo prendere un fottuto aereo ma trattengo ogni istinto. Non voglio sbagliare».
Sarei tentata di chiedergli di raggiungermi ma la data della laurea non è poi così lontana. «Sul comodino? Spero sia quella in cui siamo sul prato perchè altrimenti penserei che la usi per altro...» Mi scappa inevitabilmente una risata e arrossisco al pensiero.
«Informazione riservata signorina! Scommetto che stai ripulendo il soggiorno per ammazzare il tempo mentre parli con un tipo stronzo che vive lontano e a cui manchi tanto».
Mi fermo con la bottiglia di birra in mano. «Seriamente? Mi stai spiando per caso? Sai che è punibile dalla legge? Si chiama stalking!», alzo gli occhi al cielo e ripulisco il divano togliendo le briciole delle patatine.
«Mi piacerebbe poterti spiare ma ripeto: ti conosco. Sfido te ad indovinare cosa sto facendo».
Immagino il suo sorriso sfrontato e tutto fossette e arrossisco maggiormente. «Sento rumore in sottofondo, sei davanti la vetrata e stai fissando le luci della città. Ti sto salutando non vedi?»
Ride. «Si, sei in intimo per caso
Avvampo. «No, ho solo una maglietta larga addosso. Con questo caldo...» Mi guardo attorno e sedendomi con i piedi sotto il sedere di fronte alla finestra sospiro.
«Vuoi che anticipi il viaggio
«No, sto bene», mento mentre gioco con un pelucco invisibile. Lo sento sospirare pesantemente. «Ho sentito Anya in settimana...» aggiungo.
«Si? Io Mark. Stanno benone»
«A parte il fatto che ha fatto quasi scoppiare la lavatrice rischiando di allagare il bagno? si, stanno benone».
Ridiamo e mi trema il labbro. Alzo gli occhi per trattenere le lacrime.
«Non farlo!»
«Cosa?»
«Non piangere!»
«Non sto piangendo», mi trema la voce tradendo le mie reali emozioni.
«La tua voce dice altro. Vuoi che stacchi
«No, non farlo! Ora mi riprendo, davvero. Sono solo contenta di sentire una voce familiare...»
Ethan sospira. «Non lo hai più sentito
«No», sussurro. Non abbiamo bisogno di specificare. Sono passate tre settimane e in ufficio tutto sembra apparentemente normale, tranne per il fatto che sono stata momentaneamente spostata nell'ufficio di George. Vedermi lo fa stare male, ecco perchè evito di pranzare a mensa con Tea quando passa per un saluto veloce. Ethan ovviamente, ne è già a conoscenza. Avrà sicuramente parlato con lui. Questo mi fa davvero rabbia perchè Parker avrebbe potuto affrontarmi più volte, invece ha preferito parlare con il mio ex della quale è anche geloso.
«Ha chiamato ancora...», Ethan lascia in sospeso la frase. Sta cercando il mio consenso per continuare. Non apro bocca e capisce che può farlo. Ormai non credo ci sia ancora qualcosa che possa riuscire a ferirmi più di quanto già non lo sia. «Ti ha spostata in un altro ufficio. Mi ha chiesto di sapere come stai...», tentenna.
«Spero che tu non mi abbia chiamata per conto suo. Non lo accetterei...» Rispondo rabbiosa.
«Calma piccola, no. Ho fatto abbastanza errori nei tuoi confronti. Gli ho detto di non avere tue notizie, che non rispondi alle mie chiamate».
«Perchè lo hai fatto?», aggrotto la fronte.
«Perchè deve aggiustare il danno da solo. E' stato lui ad andare via no? Deve essere lui a risolvere tutto, da vero uomo».
Sospiro abbracciandomi. «Per quel che vale, grazie», sussurro.
«Vuoi che ti accompagni a letto
Mi esce un sorriso misto ad un singhiozzo. «Se vuoi...»
«Dimmi quando sei sotto le coperte.»
Attende che mi sistemi. Spengo le luci e mi sdraio sotto il lenzuolo con il viso verso la finestra chiusa. «Ci sono», mormoro.
«Abbraccia quel dannato cuscino e fai finta che sia io. Quando ci vedremo ti darò un abbraccio che ricorderai a vita!»
Mi viene da ridere. Tutto quello che fa, rimane a vita nel mio cuore. Forse non lo sa o non ne è consapevole del potere che riesce ancora ad esercitare su di me. «Ricambierò la stretta», replico e lo immagino sorridere poi chiudo gli occhi.
«Lo spero... mi manchi
«Non farlo», brontolo.
«Cosa
«Non contrarre la mascella e sciogli quei pugni!»
Lo sento sospirare. «Sono preoccupato per te piccola...»
Scuoto la testa come se potesse vedermi. «Io sto bene. Ho solo un pò il cuore a pezzi ma con un cerotto, passerà tutto». Biascico intontita.
«Dormi bene piccola... ti amo

N/A:
~ Ci sono legami che nascono dal nulla e che non si sciolgono facilmente. Legami sottili come fili dorati che pendono da una parete all'altra nel nostro cuore. Certi legami non puoi eliminarli perché rimarranno ancorati nella tua esistenza indelebilmente. Ci sono legami destinati ad essere mentre altri destinati a sbiadire e ad ingiallirsi nel tempo. Legami profondi e incomprensibili. Legami fatti di vita e sentimenti ma soprattutto da due persone che tentano di sostenersi ed esserci per davvero. Ci sono legami che nascono dal nulla e sono quelli per cui starai male e lotterai sempre per non fare spezzare quel filo che tiene le pareti del tuo cuore ben salde...
~ Ciao principesse! Come va? La vostra Giorgi non sta bene purtroppo. Spero che questo breve capitolo vi sia piaciuto!!! Scusate per gli "orrori". Come sempre vi ringrazio per tutto. Per i messaggi, i commenti, i voti. Se vi annoiate e ancora non lo avete fatto, passate a leggere "Ogni traccia che ho di te". (Ci tengo tantissimo a farla conoscere e a far crescere il team #Colison).
~ Cosa succederà ancora? Emma ed Ethan si rivedranno tra pochi giorni o lui deciderà di agire prima? Cosa avrà combinato Parker?
Buona serata!!! :* ~

Unstoppable 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora