Capitolo 18

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~ Ethan's POV:

Non riesco ancora a credere che se ne sia andata. Non riesco ancora a capacitarmi di averla lasciata scappare in quel modo.
Tentava di trattenere le lacrime credendo che io non me ne accorgessi e invece io ho visto tutto. Ho visto come tentava di non annegare, di fare la forte per non farmi preoccupare. Tentava in tutti i modi di trovare una distrazione, di non perdere concentrazione. Nei suoi occhi c'era tanta tristezza, tanta solitudine, tanto rammarico, tanto senso di colpa.
Sono stato un fottuto stronzo ancora una volta. Ho commesso di nuovo lo stesso errore e l'ho fatta soffrire per soddisfare il mio bisogno di averla accanto.
Cosa diavolo mi è passato per la testa quando le ho prenotato quel biglietto aereo senza riflettere un momento? Non ho pensato alle conseguenze ecco cosa. Non ho pensato al dopo. Non ho pensato a niente se non a lei accanto a me. Ho colto in fretta l'occasione e me ne sono approfittato. Mi sento un coglione!
Adesso sarà costretta a litigare con il suo ragazzo a causa mia o peggio, lui la costringerà ad allontanarsi da me. Non mi stupirebbe. Non dopo quello che abbiamo fatto in questi giorni.
Inizio a sentirmi davvero in colpa. Che cosa ho fatto?
Passo la mano tra i capelli frustrato e stropiccio gli occhi.
Ritorno a casa premendo sull'acceleratore. Ho bisogno di sfogare questo strano senso di rabbia che mi sta mangiando vivo. Il modo migliore che ho in questo momento è proprio questo: correre.
Che diavolo mi sta succedendo? Dov'è finito Ethan Evans? Perché mi importa così tanto di quel coglione e della sua reazione?
Arrivo di pessimo umore a casa. Lancio le chiavi sulla scrivania della mia stanza e poi mi dirigo in soggiorno, di fronte alla vetrata. Trascorrono interminabili minuti forse ore in cui il silenzio rischia di divorarmi vivo.
Cammino per la casa avanti e indietro e più volte sbatto per sfogarmi la pallina antistress contro il muro di mattoni. Mentalmente inveisco contro me stesso. Non posso ripensare alle nostre promesse. Non ora. Sto per crollare, me lo sento.
Il telefono ronza e leggo immediatamente mandando fuori un sospiro e ritornando con i piedi per terra. Ancora una volta mi ha salvato. Cosa avrei fatto?
Probabilmente una delle mie solite cazzate. Non è vero che sono cambiato. Dopo averla rivista sono tornato quello di prima.
Non mi ero neanche accorto di avere trattenuto il respiro così tanto. L'attesa è quasi snervante.

Ethan: "Stavo iniziando a preoccuparmi e a mandare la polizia a cercarti. Scrivi quando sei a casa."

Meccanicamente invio il messaggio e continuo a sfogare la mia rabbia ancora per qualche minuto.
La immagino ansiosa e stanca per il viaggio e per le ore di ritardo. La immagino sola in quell'appartamento silenzioso e vuoto. Vorrei essere con lei, abbracciarla e baciarla per tutta la notte. Vorrei essere lì con lei per poterle sussurrare ogni mio pensiero, per poterle raccontare una delle mie storie.
Sbuffo dirigendomi in camera. Una bella doccia calda farà sciogliere i muscoli tesi e mi farà distrarre da tutto questo strano momento carico di tensione. Apro l'armadio e trovo un regalo.
Sollevo la scatola aprendo il coperchio e sorrido. Non posso crederci! È pazza! Dio, quanto la amo! Ha fatto questo per me? Quando? Scommetto mentre dormivo. Spero solo non abbia visto le mie lettere sulla scrivania, quelle che ho scritto mentre lei dormiva sul mio letto, tra le mie lenzuola dopo avere fatto l'amore con me.
Leggo e rileggo il suo biglietto. Sa essere profonda con così poco. In breve ogni pensiero, ogni paranoia va a farsi fottere. La rivoglio accanto a me, ora! Ho bisogno di lei.
Il telefono ronza sul comodino. Mi stendo e ancora stupito per la sorpresa sorrido davanti allo schermo con la nostra foto.

Emma: "Sono a casa finalmente!"

Decido di chiamarle. Ho bisogno di sentire la sua voce. Sono rimasto per mesi senza e ora non voglio privarmene.
«Il letto non è più lo stesso senza di te», scherzo sospirando. Chissà se si accorge che sto male, ora, qui, senza di lei.
«Il letto qui è gelido.»
Sospira pesantemente poi lancio uno sguardo al regalo e sorrido in automatico. «Ho trovato una cosa dolcissima dentro l'armadio. Davvero Emma, non ho parole per dirti che sei meravigliosa. Ti amo.»
La immagino sorridere come se potesse vedermi. «Deduco ti sia piaciuto.»
«Solo? È fantastico il modellino della mia vecchia auto. Come hai fatto a trovarlo? Poi Elvis e la nostra foto? non riuscivo e non riesco a smettere di sorridere quando li guardo. La cosa che più mi è piaciuta però è il biglietto. Sono rimasto proprio senza parole. Riesci sempre a sorprendermi piccola. Vorrei abbracciarti e ringraziarti per ore a modo mio.»
Me ne fotto se sono smielato e un po' troppo sincero ma è quello che voglio. Al cuore non si comanda.
«Nessun ringraziamento. È un piccolo regalo fatto con il cuore. Volevo che avessi qualcosa anche tu. Ho pensato a te quando ho visto queste cose e le ho prese. Il biglietto è solo il mio unico modo di ringraziarti per quello che hai fatto per me e per dirti che ti amo. So che non sempre riesco a dirlo.»
«Mi manchi!» mugolo come un bambino che fa i capricci. Perché è così difficile tra di noi?
Ride. «Ho lasciato una piccola boccetta del mio profumo nel tuo bagno.»
Mi alzo immediatamente dal letto e corro subito in bagno. Inizio a cercare e poi la trovo. Questa ragazza finirà mai di stupirmi? Smetterò mai di innamorarmi di lei ogni minuto sempre più del primo?
Esulto. «Essenza di Emma. Dovrò accontentarmi ed essere parsimonioso con questa. Non cambierò le lenzuola per qualche giorno ad esempio.» La immagino fare una smorfia, la conosco. «Sto scherzando piccola non fare così.» Rido mentre dentro ho un uragano fitto di emozioni che tentano di divorarmi e lacerarmi il cuore.
«Mi metti a letto? Sono stanca e qui fa un freddo tremendo.» Domanda stanca. 
Tornato in camera fisso il letto vuoto. Metto il broncio. «Certo piccola. Ti riscaldo io. Vuoi che ti racconti una storia?»
La immagino accanto a me, sotto le coperte. In quella strana posizione che per lei è comoda ma che ai miei occhi la rende minuta e fa venire voglia di proteggerla.  «Parlami della nostra casa», mormora assonnata.
Inizio a parlare a ruota. Invento di tutto fino a quando lei non risponde più. Sospiro e stacco la chiamata con un nodo alla gola. Fisso lo schermo, il segnale della chiamata terminata e mi sento tremendamente solo senza di lei quando appare la nostra foto. Mi sento solo senza la mia metà, senza il mio uno più uno. Senza quel noi io non sono niente. È un supplizio tutto questo ma lo merito. Ho sbagliato. Ho commesso troppi errori.
Prendo il quaderno pieno di lettere e ne inizio una nuova. Prima o poi leggerà questi miei pensieri e forse capirà e mi perdonerà.

"Cara Emma,
Solo poche ora fa sei tornata a casa e io già sentivo la tua mancanza mentre eri accanto a me intenta a fissare di continuo l'orologio. La tua era una corsa contro il tempo mentre la mia era una corsa per non perdere il tempo mentre tu eri accanto a me.
Voglio ancora guardarti mentre dormi rannicchiata contro il mio petto. Sentire il tuo dolce profumo alla pesca sulla mia pelle. La tua voce calda al risveglio e quel sorriso... Dio, non posso farcela! Ti rivoglio accanto a me!
Mi sento un verme sai perché?
Perché dovrei prendere quel fottuto aereo e dirti la verità, quella che sto tenendo dentro da mesi. Purtroppo sono un codardo e questo senso di colpa continua a mangiarmi vivo. Ho paura di perderti e continuo a mantenere questo segreto che lacera il mio cuore ogni giorno. Si, ti ho mentito ancora. Ancora una volta sto mantenendo un altro segreto ma questa volta lo sto facendo per non perderti definitivamente, perché so che te ne andrai. So che mi lascerai davvero. Spero un giorno di avere l'occasione per parlarti tranquillamente senza che tu reagisca male o ti senta ancora una volta tradita.
Sai perché ti sto mentendo su questo?
Perché mi è impossibile fare diversamente. La paura mi blocca continuamente e ogni volta che tento di parlartene finisco sempre per rimandare perché dai tuoi occhi capisco che non è mai il momento giusto.
Non posso perderti e sai perché?
Perché ti amo troppo e sono egoista.
Non me ne importa un accidenti se starai con lui. Spero solo non ti allontani da me perché sto già soffrendo abbastanza a causa mia.
Non possiamo stare insieme perché finiamo quasi sempre per farci male e per stare davvero insieme prima dovresti sapere la verità. Dovresti sapere perché ti sto tenendo nascosta questa cosa.
Purtroppo non riusciamo a costruire una nostra felicità per colpa mia. È colpa mia come sempre se stiamo e staremo ancora lontani.
Devo solo prendere coraggio, sedermi con te in un posto tranquillo e aprire il mio cuore.
Devo solo non fare scorrere ancora tutto questo tempo prezioso ma so già che in questo momento accanto a te ci sarà qualcun altro ed è giusto così. Anche se mi fa tanta rabbia. Anche se la gelosia parte in automatico.
Come vedi non riusciamo ad amarci senza farci del male. Io te ne sto facendo ancora omettendo un dettaglio che potrebbe fare la differenza nella nostra situazione.
Ti prego di perdonarmi per tutto questo.
Spero capirai.
Spero mi amerai più di prima.
Spero non mi lascerai, perché io senza di te non sono più quell'uno più uno ma sono un niente.

Tuo Ethan!"

N/A:
~ Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Cosa sta nascondendo ancora Ethan? È qualcosa di grave? Emma come reagirà?
A voi le teorie e i commenti...
volevo ringraziarvi per ieri e per tutti gli altri giorni del resto. Ma, ieri ho terminato l'altro mio libro e i vostri commenti mi hanno decisamente commossa. GRAZIE ❤️
Spero di riuscire a farvi emozionare anche con il finale di questa storia!
Volevo chiedervi: se dovessi pubblicare in questi giorni un thriller/storia d'amore lo leggereste?

Buona serata :* ~

#EMVANS ❤️ (Ethan mentre legge il messaggio di Emma 😏)

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#EMVANS ❤️ (Ethan mentre legge il messaggio di Emma 😏)

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