parte 20

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Mi sveglio la mattina presto, tormentata da una strana sensazione, non la provavo da mesi, è forse fame?! Lo spero, ma sono solo le 6.30, se voglio tra mezz'ora potrò andare in mensa a consumare il mio pasto.

Ma devo passarli questi trenta minuti di agonia, prendo il mio libro e leggo, ma è troppo triste, dopo tre pagine lo richiudo. Io amo leggere, ma in questo periodo non ci riesco, ogni singola frase mi ricorda qualche momento con Alex, e la malinconia si impossessa di me.

Perciò accendo il cellulare, mi metto le cuffie e faccio partire la mia playlist preferita. Nel frattempo entro su instagram, con l'intenzione di stalkerare quella strana Clio, che forse non ha capito che Alex è il MIO fidanzato!

Dal suo profilo noto che è una ragazza particolare, si veste sempre di nero, non sembra molto socievole, però è molto carina, e questa cosa mi preoccupa. Ha i capelli scuri e gli occhi azzurro-verdi. Ho paura che Alex si possa innamorare di lei, non lo vedo da molto, ho paura che si sia dimenticato tutti i momenti passati insime, le risate, le lacrime, i baci, gli abbracci, tutto...

Una lacrime mi affiora sul volto, l'asciugo velocemente e mi dirigo in bagno, mi lavo, mi vesto con un paio di pantaloni della tuta nera, una maglia bianca con la scritta "BE YOURSELF" e una felpa grigia aperta. Sono le 7.17, scendo in mensa sorprendendo le inservienti. Di solito non ho le forze per andare a colazione, perciò me la portano.
Prendo un bicchiere di latte freddo e alcuni biscotti, mi siedo in un tavolo consumando il cibo.

Sono sazia con mezzo bicchiere di latte e tre biscotti, ma decido di portarmene alcuni in camera.

Appena torno in camera tiro fuori i libri e ripasso; alle 9 avrei avuto il test. Sono un po' agitata, ma sono sicura di sapere gli argomenti. Se riuscissi a superare il test almeno con un 8, mi faranno fare l'esame qui a fine agosto, non so se riuscirò a tornare a scuola a settembre, ma almeno avrò la possibilità di studiare come i miei compagni.

La vibrazione del mio cellulare interrompe i miei tentavi di ripassare fisica.

Non è un messaggio, ma una telefonata, non ne ricevevo da tempo.

Il numero non lo conosco, ma decido di rispondere ugualmente:

"Pronto?"

"Nicole De Ponte?"

"Sì, sono io mi dica"

"Oh, non darmi del lei, io e te ci conosciamo"

"Chi sei?"

"Non ti ricordi di me, piccola e fragile Nicole?"

"N-no"

"Oh bèh, in questo caso lo scoprirai"

Riattacca

Ho paura, io quella voce l'ho già sentita, penso a tutte le persone che conosco ma nessuna ha quella voce. Era maschile, ne sono sicura.

*toc toc *

Uffa, chi è che mi disturba a quest'ora?! Sono solo le 9! Oh no! Sono le 9! Il test! Me n'ero completamente dimenticata! Ma come faccio a essere lucida con tutti questi pensieri?!

"Sì?" Rispondo

"Nicole, sei pronta per il test?"

"Sì ma no..."

" Non preoccuparti, le tue capacità superano quelle di questo test! "

Sorrido e mi da il foglio.

Lo completo tutto in tre quarti d'ora, era molto semplice. Ma era quello sulle materie di studio e di lingue. Ora tocca a matematica e fisica...

Supero anche questo test, con più difficoltà rispetto all'altro, ma almeno l'ho completato tutto!

"Brava Nicole!"

"Grazie!"

"Vado, buona giornata!"

"Anche a te!" Rispondo sbadigliando

Sono molto stanca, perciò chiudo gli occhi sperando di addormentarmi. Ma proprio mentre sto per crollare nel sonno, un'immagine mi invade la mente.

C'è una felpa grigia sporca di sangue, su un prato di un parco.

Apro gli occhi di colpo cominciando a piangere in silenzio. Non può essere lui. Non può essere tornato.

Ho paura, paura che quel mostro possa fare come fece cinque anni fa.

Ho paura che tutto riaccada di nuovo. Ma questa volta non ci sarà più Alex a proteggermi.

David, ecco come si chiamava. È stato il mio incubo da quando avevo 9 anni fino all'anno scorso.

Era successo tutto durante un pomeriggio.
Stavo andando a casa da sola, i miei non erano potuti venirmi a prendere, perciò ero sola. Passavo per il parco quando un ragazzo più grande di me mi venne incontro. Avrà avuto 14 anni, la mia età attuale. Ma allora ne avevo solo 9.

"Ei piccolina, bisogno di aiuto?" Mi disse con tono dolce

"No" risposi io acida e aumentando la velocità del mio passo

"Tu non vai da nessuna parte, piccola Nicole!"

"Come sai chi sono?" Chiesi impaurita

"So molte cose di te. Comunque chiamami David dolcezza"

"Fammi andare a casa!" Urlai con le lacrime agli occhi

"Oh, sì certo, ma prima vieni con me"

"No!" Urlai di nuovo

Lui mi prese in braccio bloccandomi i polsi e le caviglie, in modo da non potermi ribellare, continuavo ad urlare ma era inutile.

Mi portò in su un prato,in un angolo più appartato del parco, anche se a quell'ora non c'era nessuno.

Mi picchió molto violentemente. In seguito mi violentò, io urlai a squarciagola e Alex passò di lì. Corse verso di me e tiró un calcio nello stomaco a quel David. Io mi rivestii, poi lui mi prese in braccio, mi levò la felpa insanguinata e mi portó via correndo

"Grazie" dissi piangendo e abbracciandolo

"Tutto oer la mia migliore amica" rispose ricambiando l'abbraccio

Il giorno dopo tornai lì, e la felpa c'era ancora. Non la raccolsi, ma cominciai a piangere.

Quel ricordo mi ha tormentato per anni. Fino a che ho deciso di seppellirlo definitivamente. Non può essere tornato...

Spazio autrice

Allora, che ne pensate?

C'ho messo un po' a scrivere questo capitolo, spero vi piaccia💘


Accanto a me - Alex e Nicole Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora