Capitolo 21.

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sento un botto. Solo un rumore. Una voce che mi chiama. Urla. Mi toccano. Apro gli occhi
«Ross» riesco vagamente a mormorare. I miei muscoli facciali si sono bloccati, posso a malapena sbattere le palpebre. Potrei facilmente essere paragonata ad un manichino ora
«Brooke amore mio, pensavo ti stessi sentendo male. Ti agitavi sul divano, sembrava avessi uno di quegli attacchi di panico» passa una mano sulla mia guancia
«sul divano?» chiedo confusa. Stropiccio gli occhi e mi guardo attorno. Siamo a casa, sdraiati sul divano, o meglio, sono sdraiata sul divano. Ross si trova a terra a fissarmi
«si amore, sul divano. Ieri sera hai fatto una scenata e abbiamo dormito qui, non ricordi?» mi dice dolcemente. Annuisco e lui rimane a fissarmi mentre penso a mio fratello e a ciò che è successo. Come fa Ross ad essere così tranquillo? Sta davvero sorridendo anche se ha visto il cadavere di mio fratello? Non pensavo fosse così poco sensibile...ma vi giuro che ieri ha pianto, l'ho visto. Ho visto le sue lacrime scendere dai suoi occhi, ricordo anche di avergliele asciugate
«Tristan è morto!» esclamo per ricordargli ciò che è successo e lui spalanca gli occhi
«cosa?»
«Tristan è morto» ripeto e rimango imbambolata a fissare la parete davanti a me
«amore, vedrai che lo troveremo sano e salvo»
«lo hai visto anche tu, lo portavano via...era immobile...»
«Brooke che stai dicendo?» mormora un po' impaurito e sposto il mio sguardo dalla parete ai miei piedi che escono fuori dalla coperta. Sta facendo finta di ricordare o non ricorda nulla davvero?
«era lì sul lettino...i dottori lo coprivano...lo mettevano nell'ambulanza...Ross, lo hai visto anche tu, non ti ricordi?» mi scende una lacrima anche se il mio viso rimane totalmente paralizzato. Non provo alcuna emozione ora. Sembro totalmente assente
«Brooke, ehi, guardami. È stato solo un sogno capito?» un sogno? Non può essere stato un sogno. Starà sicuramente cercando di non farmi star male nascondendomi la verità ma così peggiora la mia situazione attuale. Ricordo benissimo quello che ho visto, mi distrugge ricordarlo, ma lo ricordo perfettamente, dal primo all'ultimo dettaglio
«non è vero Ross, dimmi la verità, non devi mentirmi» afferro le sue mani che poi lui allontana dalle mie
«cazzo cazzo» scorre le sue dita fra i capelli e si alza in piedi. Ora è agitato, ansioso, angosciato. Starà sicuramente pensando a qualche altro modo per evitare questo discorso
«Brooke, non ti sto assolutamente mentendo. Siamo rimasti qui a dormire amore, è stato un sogno il tuo» cerca di essere il più convincente possibile
«non è vero» torno a guardare quella parete bianca che in questo momento trovo molto più interessante dei suoi fantastici occhi nocciola
«guardami cazzo, ti so parlando!» urla e riprendo a fissarlo negli occhi. Mi circonda il viso con le sue mani
«la tua testolina ti sta giocando troppi brutti scherzi, Brooke. Fidati di me avanti»
«ma io...»
«Brooke, ascoltami, devi fidarti di me perfavore» mi fissa negli occhi, sembra davvero troppo convincente. Sembra dica davvero la verità. E se avesse ragione? Se fosse stato solo un sogno? In questo modo sarebbe spiegato il perchè del mio magico spostamento dalla casa al parco e il perchè mi trovi qui, su questo divano, probabilmente non ci siamo mai mossi. È stato un sogno allora...anche troppo reale però...le pulsazioni accelerate, il respiro affannato, la voce di Sam, le sirene della polizia, gli scatti delle macchinette fotografiche, gli urli delle donne...troppo reali per costituire un semplice sogno
«io mi fido di te Ross» mormoro
«ma credi ancora che non sia stato un sogno, vero?» riprendo il controllo sul mio corpo e mi alzo da quel divano maledetto
«non so cosa mi stia succedendo. Ora non riesco nemmeno più a distinguere i sogni dalla realtà cazzo» mi gratto la testa nervosamente. Ha ragione Ross, la mia testa mi sta giocando troppi brutti scherzi.
Mi allontano per raggiungere la cucina con Ross che mi viene dietro come fossi un animale smarrito e forse in un certo senso lo sono realmente ora.
Per aspettare che il caffè sia totalmente pronto rimaniamo in silenzio. Silenzio che sfrutto per pensare al sogno, si al sogno, so che è stato un sogno, troppo reale, ma lo è stato
«è pronto il caffè» avviso Ross che sembra perso ancora nei suoi pensieri, il che è totalmente normale. Ora starà pensando a me e alla mia testa che alcune volte impazzisce. "alcune volte", ops, intendevo dire sempre
«si...» mormora e mi siedo davanti a lui a tavola. Rimane comunque totalmente assolto nei suoi pensieri. Pensa. Non fa altro che pensare.
Gli passo la tazzina con il caffè e lui si affretta a metterci dentro lo zucchero facendone cascare una parte sul tavolo. Io decido di berlo amaro, devo darmi una svegliata. La mattina è già cominciata male.
Ross beve tutto il suo caffè ma rimane comunque fermo a tavola come se dovesse dirmi qualcosa che il cervello gli impedisce di dire. Aspetto in silenzio una sua reazione che si manifesta qualche secondo dopo quando sbatte un pugno sul tavolo facendo cadere tutto lo zucchero sulla superficie di legno
«non puoi continuare così Brooke» afferma fissandomi dritto negli occhi. Riesco a vedere della tristezza nei suoi occhi lucidi
«stai uscendo fuori di testa cazzo! È partito tutto con quella depressione poi quando ti sei tagliata e sei andata all'ospedale. A casa sembrava ti stessi riprendendo ma quando siamo arrivati qui hai ricominciato a comportarti in modo strano. Sei tutto il tempo nervosa e arrabbiata, scleri quasi sempre e ora fai perfino questi sogni che credi accadino nella realtà»
«Ross...»
«no cazzo devo parlare io. Capisco che stai male per tuo fratello ma cazzo non ti rendi conto che stai esagerando? Non sei più tu Brooke, non ti riconosco più. Non sei la stessa Brooke di qualche mese fa, sembri un'altra persona capisci? E a me fa male vederti così perchè non so come aiutarti cazzo. Quando sei nervosa e mi avvicino a te mi allontani sempre e quando provo a spiegarti qualcosa non mi credi o fai finta di non credermi» gli scende una lacrima che asciuga in un attimo come per non farsi vedere. Si alza di scatto in piedi e poggia le sue mani sul ripiano della cucina. Io rimango a fissarlo, dovrei dire qualcosa ma non so minimamente cosa dire adesso. Sento solo i miei occhi riempirsi di lacrime e il mio animo di sensi di colpa
«sai che c'è Brooke? Forse sbaglio io ad aiutarti, forse devo solo assistere ai tuoi momenti di pazzia e non fare nulla per cercare di calmarti, tanto poi mi respingi e mi mandi via, quindi perchè sprecare il mio tempo per una cosa inutile?»
«no Ross io non voglio questo smettila di dire così»
«non è vero Brooke, non è affatto vero, tu questo lo preferisci. Ieri sera sei scappata da me, ti sei chiusa dentro alla camera e poi hai anche deciso di dormire lontano il più possibile dal tuo ragazzo»
«ma poi abbiamo dormito insieme, Ross»
«si, ma ti ho convinta io» e ora cosa dico? Ha totalmente ragione, in quei momenti penso solo a me stessa e cerco in tutti i modi di evitare gli altri
«Ross hai....»
«zitta, non inventarti scuse perfavore, preferisco che rimani in silenzio, anzi, non rivolgermi più la parola almeno fino a domani» afferma e scappa al piano di sopra con i suoi occhi lucidi.
Rimango seduta su quella sedia, ferma, immobile, mentre lui sbatte i piedi su ogni gradino per scappare da me, perchè sono uno sbaglio. Ross non mi merita, nessuno mi merita, nemmeno mio fratello mi merita.
Pulisco il tavolo e le tazze e getto nel cestino i pezzi di porcellana degli oggetti che ho tirato contro il muro la sera prima.
Ha ragione Ross, sono cambiata, non sono più la stessa. Sono diventata più stronza ed egoista e la mia testa, con i suoi casini interni, sta contribuendo al mio cambiamento improvviso.
Fa bene Ross a comportarsi in questo modo con me ma non riesco a capire come faccia ancora a sopportarmi, a convivere con una pazza come me, ad amarmi...
Asciugo velocemente le lacrime che si sono accumulate nei miei occhi per poi dirigermi al piano di sopra. Devo prepararmi anchio. Dobbiamo incontrare i miei amici e siamo anche in ritardo.
Appena entro nella stanza trovo Ross con i suoi fantastici boxer neri, ah quanto li amo. Ricordo quando li indossava per me perchè io potessi ammirarli e successivamente lanciarli a terra insieme alla sua maglia. Un po' rimpiango quei giorni lì. Eravamo due bambini che pensavano solo a divertirsi, a star bene e dio solo sa quanto lo amavo, amavo incontrarmi con lui il pomeriggio perchè potesse farmi divertire, perchè potessi divertirmi con il mio Daddy ed ero felice perchè sapevo che lo avrei rifatto anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Poi, però, è subentrato l'amore, quel maledetto, e l'atmosfera non è stata più la stessa. Il divertimento si è trasformato in passione e sono sempre più aumentati i litigi e le preoccupazioni fra di noi. Siamo passati da bambini che non vedevano l'ora di giocare ad adulti che fanno di tutto per complicarsi la vita, ma, anche se sembra alquanto strano, sia io che Ross amavamo e amiamo ancora questo cambiamento perchè sono stati i nostri cuori a comandarci e beh possiamo solo che ringraziarli.
Rimango imbambolata, ferma alla porta, a fissarlo. Sbatto le palpebre per riprendermi e noto che anche lui mi sta fissando. Cazzo che figura. Sento le mie guance andare a fuoco per l'imbarazzo così mi affretto a rifugiarmi in bagno con i vestiti.
Mi spoglio e rimango a fissare la mia immagine allo specchio. Quando ero piccola ero un ammasso di grasso, pensavo solo a mangiare. Ora, non per vantarmi, penso di avere un buon fisico, beh anche perchè ho passato ben due anni senza mangiare nulla come per ribellione al comportamento dei miei genitori e quel cazzo di lavoro
«ma dove si trova?» mormora Ross entrando di colpo nel bagno rimane a fissarmi per diversi secondi, non penso nemmeno a coprirmi perchè non ce n'è bisogno, non mi vergogno di lui, come potrei? Mi ha gia vista nuda tante volte. Stacca gli occhi dal mio corpo e afferra un deodorante che si trova dentro un mobiletto alla sua sinistra. Io rimango a fissare il mio corpo e lui spruzza quel deodorante come se non ci fosse un domani, davvero, non credo che ne vada usato così tanto. Forse sta cercando di usare più tempo possibile per guardarmi attraverso lo specchio?
«basta con quel deodorante cavolo, mi stai intossicando» mi lamento
«il deodorante? Cosa?» mormora come se fosse cascato dalle nuvole. Avevo pienamente ragione cavolo, avrà anche consumato tutta la bomboletta per prendere tempo. Rido per diversi secondi poi mi metto il reggiseno con gli slip mentre lui abbandona il bagno quasi di fretta. Mi vesto completamente, infilo le scarpe e corro al piano di sotto sentendo delle urla
«Ayumi!» urla Ross contro la donnina davanti a lui. Stanno bisticciando in due lingue diverse, non ci credo
«sei. Una. Cogliona. Capisci?» scandisce Ross e Ayumi sorride alle sue parole. Comincio a ridere e mi siedo su un gradino per gustarmi la scenetta. Sono davvero comici da vedere
«AYUMI BASTA NON TI CAPISCO OKAY?» lei comincia ad urlare nella sua lingua puntando un dito contro di Ross
«aiutami cazzo, non stare lì a guardare» mi dice lui che ha finalmente ripreso a parlarmi, ma so che questa sarà l'ultima volta nella giornata di oggi. Soprattutto dopo la figura che ha fatto nel bagno.
Mi alzo in piedi e sorrido ad Ayumi la quale prende la sua borsa ed esce dalla casa
«come cazzo hai fatto eh?» non rispondo, perchè non devo rispondere, e seguo Ayumi fuori dalla casa.
Io e Ross cominciamo a camminare per le vie di Tokyo per arrivare al parchetto dove dobbiamo incontrare i nostri amici mentre Ayumi decide di avviarsi nella direzione opposta.
Poggio la mano su un lampione e chiudo gli occhi per rilassarmi giusto un attimo. Rivedo di nuovo l'ambulanza giusto a pochi passi da me. Gli omini vestiti di bianco. Mio fratello steso lì, immobile, senza vita...
«BROOKE» urla qualcuno molto vicino a me. Apro gli occhi di scatto e mi giro verso la voce. È Samuel seguito da Sofia
«basta! Smettila! Non ce la faccio più!» urlo portandomi le mani sulla testa. Comincio a vedere tutto molto sfogato e mi allontano da loro che pensano solo a guardarmi sconvolti dal mio comportamento
«lasciatemi stare» riesco a dire per poi scappare via. Corro. Non mi fermo. Percorro tutte le vie possibili con le lacrime che scendono sempre più velocemente dai miei occhi. Il battito accelera, sento il cuore in gola. Il respiro diventa affannoso. Proprio come nel mio sogno...
«Tristan!» urlo a squarciagola richiamando l'attenzione di qualche passante che vedendomi nello stato in cui sono cerca anche di aiutarmi. Continuo la mia corsa che arresto quando vedo un cartello con scritto sopra "Madame Tortille", il quartiere in cui io e Tris passavamo le nostre giornate quando i nostri genitori erano a lavoro. Riprendo a correre e mi infilo in una via, che conosco molto bene, che mi condurrà direttamente alla piazza che mio fratello ed io chiamavamo "il rifugio". Mi metto il cappuccio per non essere riconosciuta da qualcuno tipo Ross, Sofia e Sam che ora mi staranno sicuramente cercando. Mi avvicino ad un muro di quella piazza dove io e mio fratello avevamo scritto i nostri nomi. Ci eravamo detti "se mai un giorno verremo di nuovo qui dovremo controllare se ci sono ancora e riscriverli sotto". Mi avvicino ancor di più al muro. Leggo "Tristan" e affianco "Brooke". Sorrido come un'ebete davanti al muro e mi affretto a scrivere sotto il mio nome utilizzando un sasso colorato. Faccio per allontanarmi da quella parete di cemento quando leggo un secondo "Tristan" sotto al primo. Mi porto una mano sulla bocca. Dev'essere passato di qui...
«TRISTAN» riprendo ad urlare e a correre percorrendo un'altra via
«DOVE SEI?» urlo ancora ma vado a scontrarmi contro qualcuno per la strada
«togliti di mezzo stronzo!»
«ehi Brooke, calmati» mormora il ragazzo afferrandomi per le spalle. Tolgo il cappuccio dalla mia testa e riesco ad intravedere dei capelli biondi troppo familiari...Tristan...il mio fratellone...non ci credo...

(Ross' Pov)

«Tristan!» urla e mi abbraccia forte a sè
«Brooke...sono Ross...» riesco a mormorare per lo spavento e per il suo comportamento. Ora ha anche le allucinazioni? Non ne posso più, davvero. Sto perdendo la mia Brooke, se ne sta andando sempre più velocemente ed io non riesco a controllare e ad affrontare la situazione. Mi verrebbe da scappare, esattamente come ha fatto lei qualche minuto fa
«Tris quanto mi sei mancato» la allontano dal mio corpo ma lei rimane a fissarmi, mette anche paura cavolo
«ma che devo fare con te eh? Dimmelo tu perchè davvero io ho esaurito le idee» dico ma lei pensa solo ad abbracciarmi. Mi scappa una lacrima che non penso ad asciugare
«Tristan che fine avevi fatto eh? Perchè mi hai lasciata con un messaggio?»
«non sono Tristan, perfavore,ascoltami»
«non scherzare stupidino» la fisso e sento un'altra lacrima scendere lungo la mia guancia
«Brooke perfavore, torna in te» la scuoto ma lei rimane incantata su di me. Cioè non su di me, ma sull'immagine di suo fratello
«Ross!» urla una voce femminile dietro di me e quando mi giro vedo Samuel e Sofia che in un attimo ci raggiungono
«Brooke, cavolo! Come ti viene in mente di scappare così?» lei la fissa poi riprende a fissare me
«fratellone, non sai quanto sono felice di averti ritovato!» esclama e la fisso con la faccia abbattuta. Guardo Samuel e Sofia che sono rimasti a bocca aperta
«io non ce la faccio più con lei» mormoro e i due mi guardano con compassione mentre scuoto la testa. Samuel si avvicina a me ma Brooke riprende a parlare così sposto il mio sguardo su di lei
«sai Tristan, in questi giorni mi sono sentita spesso male e Ross mi è sempre stato vicino. Mi ha supportato tutti i giorni senza arrendersi mai e ancora non riesco a capire come abbia fatto, davvero. Siamo anche stati in lite per un'intera settimana per colpa della mia stupidaggine ma poi ci siamo chiariti e siamo tornati ad essere quel che eravamo e forse anche più forti di prima. Da quando te ne sei andato sono uscita fuori di testa, Tris, ho passato il mio tempo ad arrabbiarmi e innervosirmi anche per cose inutili ma per fortuna c'era Ross che mi ha sempre aiutata a superare ogni momento ma lui ora è stanco del mio comportamento, lo vedo sempre più esausto e abbattuto e lo capisco benissimo, sono stanca anchio di impazzire ma lo faccio lo stesso perchè non sono io a deciderlo, davvero, mi capisci no?»
«ti capisco...» mormoro con le guance totalmente bagnate dalle lacrime
«io dovrei solo che ringraziarlo per tutto quello che ha fatto e che sta facendo per me, senza di lui chissà cosa mi sarebbe successo. Io lo amo tanto, Tristan, lo amo tantissimo, non puoi minimamente immaginare quanto sia...» cerca di finire la frase ma viene interrotta dalle mie labbra sulle sue. Si, la sto baciando. Le nostre lingue prendono un ritmo costante e i nostri due animi sembrano entrare in contatto. Riesco a provare gli stessi sentimenti, la stessa passione, la stessa armonia, lo stesso amore e perfino lo stesso senso di essere soli in tutto il mondo, si è così che mi sento quando la bacio, quando bacio la mia Brooke
«Ross...» mormora lei appena le nostre labbra si staccano un po'. Prendo il suo viso fra le mani e rimaniamo a fissarci
«ti amo Ross» mormora ancora e mi abbraccia lasciandomi senza fiato
«ti amo Brooke» sussurro nel suo orecchio. Giro di poco la testa e mi accorgo che Samuel e Sofia sono lì a godersi tutta la scenetta. Ora sono entrambi a bocca a aperta. Si stacca un po' dal mio corpo e allunga la sua mano sul mio viso per tentare di asciugare le lacrime
«ti prometto che supererai la situazione insieme a me, non ti lascerò, non posso farlo» mi guarda con occhi sognanti
«me lo prometti davvero Ross?»
«te lo prometto Brooke. E io le promesse le mantengo, quanto è vero che mi chiamo Ross Shor Lynch» affermo e riprendo a baciare le sue morbidissime labbra, che in questo momento desidero più di ogni altra cosa

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«call me Daddy»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora