Capitolo 3.

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Passa una settimana in fretta. È finalmente domenica e mio fratello si è messo in testa di comprarsi una macchina nuova, continuava a dire che quella che ha è un vecchio rottame.
«Brooke, muoviti» urla lui dal salotto. Recupero la borsa e lo raggiungo in macchina.
«È tanto lontano da qui?»
«No, tranquilla, hai fretta?» mi chiede e mi affretto ad alzare il volume della radio per non rispondere. Dopo aver parcheggiato entriamo in un locale ricco di macchine di tutti i tipi.
«Buongiorno, come posso esservi utili?» ci chiede un ometto dietro una scrivania. Tristan rimane a parlare con lui mentre io mi allontano di lì ed esploro le vetture che mi sembrano tutte uguali hanno di diverso solo il costo. Non ci capisco proprio niente di macchine, molto probabilmente non prenderò nemmeno la patente.
«Brooke, dove sei?» mi chiama mio fratello così lo raggiungo. Mi prende per la mano e giriamo insieme in quel locale che sembra quasi un labirinto.
«Come cavolo fai a scegliere una macchina?»
«Devo scegliere la più economica e carina» sorride.
«Venga» dice l'ometto che ci mostra una macchina nera parecchio grande. Mio fratello ci entra dentro e la osserva per diversi minuti.
«Avanti entra anche tu» mi chiama dalla vettura così sono costretta a raggiungerlo.
«Vedi, qui c'è anche uno spazio dove potresti mettere le tue cose, nell'altra non c'è» indica un cassettino davanti a me.
«Ma a me non serve, porto sempre la borsa Tris»
«D'accordo ma potrebbe essere comunque utile» annuisco non avendo altro da fare ed usciamo da quella vettura.
«Direi che è perfetta» afferma Tristan e l'ometto sorride. Lo seguiamo verso la scrivania dove Tris firma un foglio di carta e l'ometto spiega ogni minima cosa che riguarda la macchina e il modo per pagarla.
«Perfetto, entro la fine del mese la macchina sarà sua, i soldi le scaleranno dal conto in banca»
«Grazie mille e arrivederci» esclama mio fratello.
«Grazie a lei e buona giornata» risponde ed usciamo finalmente di lì. Saliamo di nuovo in macchina per tornare a casa e mi butto quasi subito sul divano, come mio solito.
«Pranziamo?» mi chiede Tris sfregandosi le mani. Annuisco dato che sto morendo di fame e vado in camera per prendere il cellulare.
*Piccola, ti aspetto oggi pomeriggio* dice il messaggio di Ross, l'ho visto solo a scuola questa settimana, certo, sono una ragazza, ho anchio quel periodo. Sorrido e digito una risposta.
*D'accordo, non vedo l'ora* mando e dopo qualche secondo lui mi risponde con una semplice faccina.
*😏* dice il messaggio.
«È pronto sorellina!» esclama mio fratello dalla porta. Scatto dal letto e lo raggiungo al piano inferiore per pranzare. Dopo aver mangiato lui prende il cellulare e mi fa vedere una ragazza dallo schermo.
«Chi è?»
«Si chiama Cara, la sto sentendo da qualche giorno ormai» sorride giusto un po' imbarazzato.
«Ma è fantastico Tris, dove l'hai conosciuta?»
«In un parco, si, sembra strano»
«No, non è strano, l'amore nasce per caso» mi sta dando di volta il cervello? Ma come parlo?
«Quanti anni ha? Studia?» scoppia a ridere e si sposta nel salottino.
«Ehi rispondimi»
«Ha 20 anni e lavora»
«Lavora?»
«Si, per pagarsi gli studi» ride.
«Mi stai prendendo in giro?» non risponde e si siede sul divano cosa che faccio anchio qualche secondo dopo.
«Oggi pomeriggio esco» affermo.
«Dove vai?»
«Da una compagna per un compito» mento ma lui annuisce. Mi sdraio sul suo petto e mi gusto insieme a lui la nuova puntata di una serie TV.
«A te piace questo tizio qui?» indica un attore.
«È un figone, guarda che addominali» rispondo agitandomi sul divano.
«Non ti permetto di usare certe terminologie per parlare di un ragazzo»
«A te interessa del mio rapporto con i ragazzi ora?»
«Sono tuo fratello, credi che ti lascerei andare ovunque con chiunque?» mi dice sistemandosi sul divano. Non è Tristan questo qui...
«Ah sai ho visto quel Ross andarsene di qui tardi l'altro giorno» mi dice e lo fisso. Lui continua a guardare la TV poi riprende a parlare.
«È rimasto tanto chissà che avete fatto...» mi dice sottovoce.
«Tristan...» lui gira di scatto la testa e mi fissa.
«Avanti Brooke so che hai avuto un pomeriggio piccante con lui» mormora e rimango a bocca aperta prima di nascondermi sotto un cuscino. Si mette a ridere.
«Ti imbarazza parlarne con me?» mi toglie il cuscino dalla faccia.
«Mi spaventi Tristan capisci?»
«Avanti, da quanto state insieme?»

«call me Daddy»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora