Capitolo 6.

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Raggiungo la casa di Ross e appare proprio lui alla porta con la faccia abbattuta e gli occhi rossissimi e gonfi.
«Ross mi hai fatta spaventare...» mormoro e lui mi stringe subito forte a sè.
«Menomale che sei venuta, piccola, da solo sarei arrivato a fare cose contro natura»
«Non ci pensare nemmeno» rispondo di getto e sento di nuovo le sue braccia circondarmi. Riesco a sentire il suo respiro affannato sul collo, sta piangendo di nuovo e a me fa davvero male vederlo così.
«Ehi Ross avanti vedrai che si riprenderà» carezzo i suoi morbidi capelli.
«Tu che ne sai? Nessuno lo sa, ora nostro padre è in bilico fra la vita e la morte e sta al suo corpo decidere in quale direzione andare...» mormora e riprende a piangere.
«Ross non ti voglio così cavolo, devi essere più ottimista e positivo, non puoi passare la giornata a piangere capito?»
«Hai ragione, riesco solo a piangere come una femminuccia...ma che maschio sono?»
«Non mi dire che sei anche tu uno di quei tizi che dicono che solo noi femmine possiamo piangere eh»
«Beh se ti dicessi che non lo sono mentirei»
«Ross, ascolta, non c'è maschio più vero di uno che piange»
Rimane a fissarmi imbambolato poi si avvicina e fa sfiorare le nostre labbra.
«Allora sono un maschio vero per te?»
«Per tutti, Ross...» la voglia di toccare le sue labbra è tanta.
«Quindi anche per te...»
«Si anche per me...» sorride e poggia finalmente le sue labbra sulle mie.
«Ti ammiro sai?» mormora.
«Perchè mai?»
«Sei così...te stessa e...» sorrido.
«...e tremendamente dolce quando mi parli col cuore e sorridi in questo modo» continua a mormorare. Sento le guance diventare incandescenti.
«Ti amo» affermo e ricevo un altro bacio.
«Ti amo anchio»
Tenta di abbracciarmi ma io mi allontano di poco dal suo corpo.
«Ross...» mormoro.
«Dimmi Brooke»
«Devi andare da tuo padre»
«Non ci penso neanche» afferma e mi scollo totalmente dal suo corpo.
«Tu vieni con me da tuo padre, avanti, muoviti, saliamo in macchina» apro la porta ed esco ma quando mi giro noto Ross piangere per l'ennesima volta.
«Ora mi arrabbio Ross eh» afferro il suo braccio sinistro ma lui, essendo molto più forte di me, rimane sul pavimento della casa.
«Tuo padre ti sta aspettando Ross! Sei suo figlio, ha bisogno di te cavolo»
«Non ce la faccio Brooke, perfavore...»
Esco di casa e mi passo una mano fra i capelli.
«Ross, conto fino a tre, se non esci entro il tre non scoperemo per almeno due mesi»
«Cosa?»
«Preferisci non scopare per due mesi o andare a trovare tuo padre?» mi guarda incredulo ma quando comincio a contare scatta dal posto, afferra la giacca e mi raggiunge accanto alla sua macchina.
«Avanti andiamo» mi scappa un sorriso e mi affretto ad entrare nella sua vettura. Mette in moto da subito poi si concentra al massimo sulla strada e sui cartelli stradali.
«Sai Ross, devi cercare di pensare anche agli altri non solo a te stesso» fissa con concentrazione le sue mani sul volante.
«Come pensi che avrebbe reagito tuo padre se si fosse svegliato e avesse trovato tutta la sua famiglia senza uno dei suoi figli?»
«Si sarebbe sentito deluso»
«Esatto e non puoi deludere tuo padre Ross, lui ti ha cresciuto e ha dato la vita per te e per i tuoi fratelli» annuisce e afferra la mia mano appoggiata al sedile.
«Grazie Brooke, davvero, non so cos'avrei fatto senza di te»
«Io lo so. Saresti rimasto chiuso in casa a vedere un film, magari mangiando il gelato, e poi...»
«E queste sono cose che fanno i veri maschi Brooke?»
«Certo, mi pare ovvio» ride e stringe la presa sulla mia mano che poi allontana per cambiare la marcia.

***

«D'accordo, siamo arrivati Ross. Che ne dici di scendere dalla macchina?» lo incito dato che siamo fermi al parcheggio da più di dieci minuti.
«Non ci riesco»
«Ross perfavore non...»
«Tu non sai cosa provo ora, Brooke, l'idea di vedere mio padre steso su un lettino non mi piace per niente» mi interrompe poi decido di scendere comunque dall'auto per raggiungere una panchina giusto un po' lontana dall'auto.
«Dove vai?» urla dalla macchina.
«A dire alla tua famiglia che sei il mio Daddy»
«Non lo faresti mai, Brooke, avanti torna qui» sorrido.
«Vieni tu qui no?» mi siedo sulla panchina. Si passa le mani fra i capelli e mi raggiunge sulla panchina.
«Ricordati quello che ti ho detto in macchina prima, Ross» mi alzo di scatto e lui prende il mio posto.
«Lo ricordo...» mormora.
«Allora perchè non ti alzi da questa panchina?»
«Perchè...» sorrido perchè non trova una motivazione valida e abbassa la testa.
«Alzati, ora. Muoviti» finalmente mi ascolta e appena si alza mi lascia un bacio sulle labbra.
«Ti amo» afferma.
«Anchio ti amo Ross» sorride e bacio i suoi denti.
«Ora entriamo dai, tuo padre ti sta aspettando» annuisce e intreccia la sua mano con la mia per raggiungere insieme a me il reparto del padre che si trova al terzo piano di questa struttura che in fondo è organizzata bene.
«Ross!» urla improvvisamente una donna bionda che poi comincia a fissarmi. Ross allontana immediatamente la sua mano dalla mia.
«Mamma, lei è Brooke, una mia amica» mormora cercando di fare un sorriso. Se non vuole dire alla sua famiglia della nostra relazione devo solo che rispettare la sua scelta, questo non è proprio il contesto adatto.
«Salve signora Lynch» sorrido ma lei mi fulmina con lo sguardo.
«Azzardati a chiamarmi un'altra volta Signora Lynch e farai una brutta fine»
«Ehm...mi scusi...»
«Per te sarò solo Stormie, chiaro?»
«Certo, Stormie» sorrido di nuovo e seguo Ross verso i suoi fratelli.
«Ciao Brooke...» mi salutano Rocky e Rydel mentre Ross ne approfitta per entrare nella stanza del padre.
«Ciao ragazzi...» mormoro. Nelle loro facce c'è tanta tristezza.
«Tu devi essere Brooke, io sono Ryland, l'ultimo dei cinque» cerca di sorridere ma ha anche lui quell'alone di tristezza che hanno tutti i fratelli.
«Beh ora conosco tutti i Lynch» sorrido cosa che smetto di fare appena vedo Ross piangere davanti a suo padre. Mi avvicino al vetro che mi permette di vedere Ross che stringe la mano del padre ancora incosciente.
«Sai Brooke, devo ringraziarti» mi dice Stormie che si è spostata lentamente vicino a me.
«Per cosa?»
«So che sei stata tu a convincere Ross, da solo non sarebbe mai venuto»
«Ha fatto tutto lui, davvero»
«Non mentire ragazza, conosco mio figlio»
«D'accordo, si, hai ragione, ho fatto anchio la mia parte» sorride soddisfatta. Prova a dirmi qualcos'altro quando sbucano Riker e un dottore da uno stanzino.
«Perchè non mi dice come sta mio padre?» urla Riker.
«Calmati ragazzo...» mormora l'omino in bianco che si mette successivamente a parlare con Stormie.
«Tanto si sa, sicuramente le starà dicendo che non lo sanno, che i risultati sono incerti e che non hanno la minima idea sul caso di nostro padre» continua ad alterarsi Riker. Mi avvicino alla porta della stanza dove c'è anche Rydel.
«Sai Brooke, Ross e nostro padre hanno un rapporto davvero speciale che noi altri non riusciamo ad avere»
«Era davvero distrutto Rydel, mi faceva anche un po' pena a guardarlo, davvero» mormoro e il ragazzo in questione si porta le mani in faccia. Lei abbassa la testa.
«Vorrei poterlo aiutare, Rydel, ma credo di essere di troppo qui» mi allontano da lei.
«Non sei di troppo Brooke, Ross ora ha bisogno proprio di te»
«Brooke, dovresti entrare» mi dice Rocky che non mi ero accorta stesse proprio accanto a me. Dopo le sue parole varco quella porta e raggiungo Ross vicino al letto del padre.
«Ross, come va?» mormoro non sapendo che altro dire e lui mi fa sedere sulle sue gambe.
«Va male, Brooke» tenta di asciugarsi le lacrime.
«Tuo padre sta solamente riposando, Ross»
«È in coma, Brooke, capisci?» cala un silenzio che riesco fortunatamente a bloccare.
«Anche mio padre una volta è finito in coma, so cosa provi in questo momento Ross»
«Che gli era successo?» faccio un respiro e comincio a raccontare la storiella.
«Prima di andare ad un'importante riunione di lavoro, a Tokyo, aveva assunto una quantità esagerata di alcolici per far passare l'ansia, diceva lui, e non avendo lucidità si è fatto mettere sotto da un pirata della strada»
«Cavolo Brooke...» mormora e stringe forte la mano del padre.
«Quando lo andavo a trovare in ospedale pensavo sempre che stesse solamente dormendo e che prima o poi si sarebbe svegliato per abbracciarmi»
«Lui poi si è svegliato?»
«Certo che si è svegliato, stava solo dormendo, si sarebbe dovuto svegliare prima o poi no?» sorride.
«Quello che devi fare tu, Ross, è solo pazientare, vedrai che tuo padre si sveglierà dal suo riposo»
«Pazienterò Brooke, io confido in lui. È sempre stato un uomo forte, non può crollare ora»
«Anchio confido in lui, Ross...» sussurro e cerca di baciarmi.
«Non qui, ti ricordo che questi tipi qui fuori non sanno che abbiamo una relazione»
«Si, hai ragione e grazie per l'ennesima volta» lo abbraccio e lui mi stringe a sè.
«Piccola, ora andiamocene di qui, tornerò da lui domani...» mormora vicino al mio orecchio.
«D'accordo Ross, andiamo» usciamo dalla stanza e salutiamo tutti.
«Rimarresti con me 'sta sera Brooke?» mi chiede Ross appena entriamo in macchina.
«D'accordo si, rimango da te» sorride e comincia a baciarmi con passione.
«Piccola mia...» sussurra prima di poggiare le sue labbra sul mio collo.
«Daddy avanti, continuiamo a casa...»
«Non resisto fino a casa...»
«Hai intenzione di farlo in macchina Ross?» mi allontano subito dal suo corpo e lui annuisce.
«Sarà divertente, fidati di me» deglutisco e lui mette in moto la macchina che parcheggia poi in una zona desolata, non c'è proprio nulla, ci siamo solo noi con la nostra macchina.
«Fai il giro e vieni di qua» mi dice dolcemente così scendo dalla macchina e lo raggiungo dall'altra parte. Rimaniamo a fissarci per diversi secondi.
«Che ti prende ora Brooke?»
«Non lo so...ehm...»
«Ehi stai tranquilla non è illegale scopare in una macchina» ride un po' ed esce dalla vettura per raggiungermi. Stringe i miei fianchi con le mani poi poggia le labbra sul mio collo.
«Piccola lasciati andare...» continua i suoi baci che mi fanno sempre entrare in uno stato di trance assurdo che potrebbero convincermi a scopare con lui anche in mezzo alla strada.

-Perfavore, questo no
-D'accordo hai ragione

Mi attira a sè e finiamo entrambi sul suo sedile dove non si ferma un attimo di darmi baci. Stringo le gambe intorno alla sua vita e mi lascio coccolare dal biondino davanti a me.
«E se ci vedessero?»
«Ho i vetri oscurati, non si vede nulla da fuori piccola...» mormora e riesce a sfilarmi la maglietta. Afferro la sua testa per baciare con foga le sue morbidissime labbra. Ora mi sta salendo il desiderio di averlo mio, nonostante abbiamo già scopato oggi pomeriggio.
«Daddy quanto mi piaci...» sussurro mentre mi toglie anche il reggiseno. Abbassa il sedile e ci sdraiamo per rimanere più comodi, ora i nostri corpi sono totalmente incollati. Si sfila la maglia mentre penso a sbottonare i suoi jeans che successivamente poggio dove si trova anche la mia maglietta.
«Ah piccola...non trovi molto più eccitante farlo in macchina?» sussurra sfilandomi i collant che poi lancia via.
«Si, Daddy...» mi sbarazzo dei suoi boxer rosa e dei miei slip e gli passo un preservativo che aveva nella tasca dei jeans.
«Fai in fretta Daddy...non resisto più...» mi mordo il labbro e lui sorride.
«Piccola...non ti faceva male qui oggi?» indica le mie intimità.
«È passato, davvero, ora scopami perfavore»
«Ehi Brooke, appena senti dolore fermami d'accordo?» annuisco.
«Chiaro?»
«Si Ross avanti!» urlo e infilo da sola il suo membro dentro di me. Mi accascio sul suo petto. Stringo forte la testa del sedile appena decide di accelerare, è davvero eccitante sapere che siamo in una macchina, in un posto totalmente deserto.
«Daddy non fermarti...» sussurro vicino al suo orecchio.
«Non mi fermo piccola mia...non mi fermo...» ansima e mi stringe a sè incrociando le sue braccia dietro alla mia schiena.
«Daddy perfavore, voglio l'orgasmo...»
«Lo avrai piccola mia...» esplodo in una risata isterica che continua per diversi minuti.
«Calmati piccola...lasciati andare...vieni per il tuo Daddy...»
«Vengo per il mio Daddy...si...sto per venire...perfavore...» Ross appesantisce il suo respiro fin quando non veniamo entrambi allo stesso momento.
«Piccola mia...si...» sussurra lui al suo orgasmo io invece mi limito a cacciare un gemito.
«Daddy...» lo chiamo.
«Piccola ti è piaciuto?»
«Si Daddy, è stato eccitante...più del normale...» ci mettiamo a ridere e ci coccoliamo un po'.
«Che ore saranno Ross?»
«Cazzo è l'una, è tardissimo, dobbiamo tornare a casa Brooke» afferro di nuovo il suo membro.
«Vorresti rifarlo? Ti sei impazzita? È tardi, la mia famiglia farà due più due cazzo...» mi alzo di scatto dal suo corpo per vestirmi cosa che fa anche Ross, il quale, successivamente, alza di nuovo il suo sedile.
«Posso dormire con te Ross?»
«Troppo pericoloso per...»
«Non mi importa, anche due amici di solito dormono insieme»
«Brooke, dai...» afferro il suo volto e gli lascio un bacio che si intensifica subito dopo.
«Perfavore...non voglio tornare a casa da Tristan...»
«Va bene, d'accordo, dormirai con me» mi agito felice sul sedile e lui si sbriga a mettere in moto.
«Facciamo piano che è davvero tardi...» sussurra Ross aprendo la porta di casa. Raggiungiamo la sua stanza dove mi spoglio per rimanere in intimo.
«Brooke che hai intenzione di fare?»
«Io dormo così la notte...» rimane a fissarmi.
«Fammi capire. Io dovrei dormire con te in intimo vicino?» annuisco.
«Non lamentarti poi se in piena notte mi viene voglia di saltarti addosso»
«Sei un cretino Ross» mi sdraio accanto a lui che invece indossa i boxer con una maglietta sopra.
«Togliti la maglietta Ross...dai...»
«Perchè dovrei farlo?»
«Perchè...si»
«Questa è l'ultima cosa che faccio, poi dormiamo, chiaro?» lancia la sua maglietta sulla sedia poi ci sdraiamo sul letto, coperti dal piumone.
«Potresti fare un'ultima cosa?»
«Cosa?» sbuffa.
«Abbracciarmi...»
«Lo avrei fatto comunque Brooke...» sorrido e mi stringe a sè.
«Buonanotte amore...» sussurra.
«Come mi hai chiamata scusa?» sorrido di nuovo.
«Ti giuro che non volevo...mi è sfuggito...» sparisce il sorriso dal mio volto.
«D'accordo,non volevi...certo...»
«Avanti dormiamo,buonanotte...» mi stringe di nuovo a sè.
«Notte Ross»

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