CAPITOLO 4 - Gli orfani e i bravi bambini | Parte 4

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Eccomi qui, ritornata qualche giorno prima dalle vacanze.

Ecco il capitolo, spero sia di vostro gradimento, alla prossima!

Se vi va di lasciare un commento, non esitate a farlo; mi farebbe molto piacere conoscere il vostro pensiero riguardante il libro e confrontarlo con il mio! :)

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A quindici anni come prepararsi per una festa è qualcosa di molto serio. In una riunione, in un'uscita, si gioca tutto ciò che importa a quella età: l'incontro e il non incontro. L'ansia di scoprire se il ragazzo o la ragazza che ti piace andrà, per verificare se avremo l'occasione di parlare con lui o con lei; se ti guarda, se balla con qualcun altro, se ti parla, se ti dice ciò che vuoi sentirti dire o ciò che non vuoi ascoltare. Se gli piaci o no. E alla fine della festa, l'ansia di sapere che succederà dopo quell'incontro o non incontro. In una festa ti può cambiare la vita. E per quella specialmente, ciascuno di loro si preparava con aspettative molto diverse...

Nacho si metteva il profumo, un po' troppo, e nei posti insoliti del suo corpo. Nutriva una speranza: smettere di essere vergine. Dai tredici anni perseguitava instancabilmente quel desiderio, e ora, quasi con sedici anni, quel desiderio era una necessità urgente. Sentiva che era arrivato il suo momento e che quella festa era, finalmente, la sua grande opportunità per far sì che i suoi pensieri e le sue parole coincidessero con i fatti. Quell'orfana bionda lo aveva lasciato estasiato, e dava per scontato che lei, per la sua condizione, si sarebbe lasciata andare facilmente ai suoi desideri. Pensò, in quel momento, che sarebbe opportuno conoscere il suo nome.

Jazmin era consapevole di ciò che provocava ai ragazzi, sapeva che la sua bellezza aveva un effetto magico. Quando ai suoi tredici anni il suo corpo cominciò a cambiare, iniziò a percepire i risultati. Sapeva che la gentilezza con la quale quasi tutti i ragazzi la trattavano aveva a che fare con la sua bellezza; credeva che essere carina era una chiave che apriva quasi tutte le porte. Anche se l'unica porta che lei voleva aprire era quella che la portava ad una vita migliore. Sentiva che il suo destino poteva prendere un'altra direzione, e capiva che il modo era attraverso di un principe che la tirasse fuori dal fango. L'idea di andare alla festa di Thiago e dei suoi amici la entusiasmava, il Rockland era un paradiso di principi.

Tacho, invece, sentiva che quella festa era l'occasione per smettere di essere uno che «dorme». Era il più grande e quello che aveva trascorso più tempo in strada. Era molto audace e un furfante, e in questioni riguardanti le donne lo si vedeva molto deciso e conquistatore. Non aveva mai avuto difficoltà ad avvicinarsi ad una ragazza, ma quella che l'aveva fatto diventare timido e impacciato era Jazmin. Durante tutti gli anni in cui lei non è stata alla Fondazione, egli non smise di ricordarla e, dal giorno in cui è tornata, non poteva smettere di immaginare il bacio che voleva darle. Ma per qualche strana ragione, con lei tutta la sua audacia e disinibizione si trasformava in goffaggine e timidezza. Quella sera aveva deciso di non contenersi e affrontare Jazmin come l'uomo coraggioso che era.

Rama non era mai stato audace, né un furfante come Tacho, e molto meno lo era da quando è entrata Mar nella Fondazione e lui sentì un'attrazione immediata. Nessuno lo aveva capito, dato che lui faceva un grande sforzo per nasconderlo, ed era efficace. L'unica che l'aveva capito era Alelì, che lo incoraggiava a dire tutto ciò che sentiva a Mar; ma Rama si rifiutava perché aveva capito che Mar si sentiva attratta da Thiago, dato che non lo nascondeva. Non era sicuro di ciò che sentiva Thiago per lei, ma che lei era incantata da lui era un dato di fatto. E Rama lo capiva; dovendo scegliere tra lui e qualcuno come Thiago, qualunque ragazza sceglierebbe Thiago. Alelì gli diceva che qualunque ragazza morirebbe per stare con lui, che era il più bello, dolce e buono al mondo, ma Rama credeva che solo sua sorella lo vedeva in quel modo. Alelì insistette con il fatto che dovesse dire tutto ciò che sentiva a Mar, e Rama per un momento lo prese in considerazione, ma gli venne un dolore di pancia che quasi lo fece desistere di andare alla festa. Alelì dovette estorcerlo: andava alla festa e parlava con Mar, altrimenti avrebbe raccontato a Justina che Rama aveva preso una bambola dal laboratorio per lei.

Tefi aveva un'immagine molto chiara nella sua mente: la faccia d'invidia che avrebbero fatto Dolo e Delfi il giorno seguente, quando si sarebbe sparsa la voce che alla festa Thi e lei erano stati insieme. Quell'incontro era solo un mezzo per raggiungere il suo obiettivo. Perciò tutto doveva essere perfetto: i capelli, il trucco e i vestiti. Ancora ricordava con furia e impotenza il momento in cui sua madre la informò che le avevano rubato il suo vestito. Pronunciò una serie di insulti contro i delinquenti e i poveri, e dovette accontentarsi di un altro vestito simile, ma non identico. Questa volta niente la fermava: il bacio con Thiago era un dato di fatto, come erano un dato di fatto le facce d'invidia che avrebbero fatto Dolo e Delfi.

Thiago era contento di riunirsi con i suoi amici, ma ciò che più gli interessava della festa era la possibilità di scambiare più di due parole di seguito con Marianella, quella ragazza bellissima che lo intrigava molto. C'era qualcosa di diverso nel suo sguardo. Nella Fondazione di suo padre ci sono sempre stati orfani, e lui si sentiva costantemente respinto. Avrebbe voluto avvicinarsi a loro e, incluso, essere amico loro, ma da un lato il padre glielo proibiva e, dall'altro, i ragazzi in generale lo disprezzavano. Anche Marianella lo guardava con un certo risentimento, allo stesso modo c'era qualcosa di tenero verso di lui nei suoi occhi, come se gli chiedesse che la salvasse. E a sua volta lui sembrava prometterle: «Ti salverò». Thiago voleva, quella sera, poter parlare con lei in modo che potesse conoscerlo e abbattere i pregiudizi che aveva su di lui.

Marianella, invece, nutriva un'ambizione più modesta: sentirsi una ragazza normale. La vita che aveva avuto le aveva lasciato in chiaro qualcosa: non aveva diritto a sognare nulla. Si sentiva fuori dal mondo, senza il diritto di fantasticare come facevano quasi tutte le ragazze della sua età, senza il diritto di desiderare. E lei voleva, almeno per una notte, sentire che anche lei poteva indossare un vestito nuovo, sentirsi bella, e aspirare che un ragazzo carino si accorgesse di lei. Solo quello chiedeva: sentirsi una ragazza normale per una notte. Guardò il vestito che aveva rubato credendo che quello era il modo per assomigliare alle «ragazze normali»: usando i vestiti che loro usavano. Voleva giocare a che lei era all'altezza, essere la propria fata madrina, anche se solo per una notte.

Ma nonostante le intenzioni e i sogni che ognuno di loro nascondeva dentro di sé, eccetto uno, quella notte nessuno di loro raggiunse il suo obiettivo.

Casi Angeles - La Isla de Eudamon [ITALIANO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora