CAPITOLO 1 - La casa Inchausti | Parte 4

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Molte volte le persone, quando si fanno grandi, diventano il contrario di quello che erano da piccoli. Quello fu il caso di Juan Morales, che sarebbe stato un giorno un giovane coraggioso, deciso e forte, l'antitesi del bimbo fragile, timoroso e titubante che era quando aveva sette anni. Era nato su un monte, vicino a un popolo perso nel nord. La sua famiglia era povera, al di là dell'eufemismo «umile», molto più di quello. Apparteneva ad una famiglia molto numerosa. Erano, fino a quel momento, otto fratelli. E in una famiglia così numerosa, i deboli del branco devono muoversi o rimangono indietro. Juan non era molto intelligente, ma aveva un alleato: suo fratello gemello. Il Melli (fratello di Tacho, soprannominato El Melli, che deriva da mellizo ossia gemello, in italiano) sembrava più debole, era più piccolo di corporatura, più magro, ma era molto sveglio. Entrambi avevano un'unione incrollabile, erano come soldati. Il Melli era quello che aiutava Juan a superare, una ad una, tutte le sue paure, visto che Juan temeva tutto e, specialmente, il campo di ortiche. Per andare da casa fino al fiume, potevano prendere la strada più lunga, che richiedeva dei 30 minuti a piedi. O prendere la scorciatoia e attraversare il campo vicino in cinque minuti. Chiaramente, la scorciatoia era più comoda, eccetto per il fatto che il campo vicino era pieno di ortiche. Ortiche robuste, grandi, più alte di loro. Sfiorare appena una foglia di quelle ortiche giganti significava bruciore e gonfiore sulle gambe e sulle braccia. Ma il Melli aveva un segreto. E Juan si rifiutava di crederlo.
-Se non respiri, le ortiche non ti fanno niente- affermava il Melli.
Per Juan quello era assurdo, una sciocchezza, e continuava a fare la strada lunga, anche quando il Melli gli dimostrava saltando tra le ortiche che, se non respirava, l'ortica non lo faceva del male.
Un pomeriggio d'estate stavano giocando nel fiume e Juan ebbe una sensazione, come un animale che avverte il pericolo prima che questo accada. Juan era puro istinto e quel giorno sentì che qualcosa sarebbe cambiato, e per sempre. Nel tornare a casa, il Melli imboccò la strada lunga. Ma Juan sentì che quella era l'ultima possibilità che aveva per farlo. Allora guardò suo fratello, di cui si fidava più di tutti.
-Davvero l'ortica non brucia se non respiri?- domandò.

-Te lo giuro, Juancito, tu mi hai visto.

-E com'è?

-Devi solo fare un profondo respiro, trattenere l'aria, e buttarti. Non aver paura, dai.
Juan lo guardò. Quelle erano le parole magiche. «Non aver paura». Se il Melli lo diceva, era ora di superare quello che gli aveva impedito di affrontare certe cose. Entrambi attraversarono il recinto. Si fermarono al bordo delle ortiche. Si guardarono. Si sorrisero. Non erano gemelli identici, erano ben diversi, ma se qualcuno li avrebbe visti in quel momento, non avrebbe avuto dubbi: erano così uniti!
Il Melli lo guardò, gli fece un gesto, e respirarono profondamente. Chiusero la bocca, trattennero l'aria, ed il Melli iniziò a correre. E Juan lo seguì. Entrambi corsero 100 metri fino ad arrivare ad una parte senza ortiche. Lì rilasciarono l'aria.
-E...?- domandò il Melli, sapendo già la risposta.

-E' vero!- esclamò affascinato Juan -brucia, prude! Come può essere?

-Non lo so, però è così! Andiamo!- ritornarono a prendere aria, e poi di nuovo a correre.
E così attraversarono il campo di ortiche, solo fermandosi per respirare un poco e ritornare a correre. Una volta tornati a casa, incontrarono vari fatti strani. Il primo, nel cortile della casa c'era un signore ed una signora molto ben vestiti. Il secondo, la madre di entrambi stava con la testa bassa, con un'espressione più o meno triste, quasi piangendo. Quello era qualcosa di molto strano. E il terzo, sopra un tavolo c'era un televisore. Quello sì che era strano. Non ebbero nemmeno il tempo di festeggiare, dato che, prima di aprire la bocca, il padre, severo, riferì che il Melli sarebbe andato con i signori, visto che lo avrebbero adottato una famiglia della Capitale. E non disse niente più. Entrambi i fratelli si guardarono. I loro cuori si ruppero alla pari. Rottura e dolore. E ribellione. Ma con il papà non si discuteva. Al papà si faceva caso, e di lui si aveva paura. Juan pensava che non poteva sopravvivere senza suo fratello. Avevano entrambi sette anni e a malapena sapevano dirsi di no. Juan stava seduto in fondo, dando le spalle alla partenza di suo fratello. Il Melli si avvicinò e gli disse che lo lasciavano andare in città con lui, e salutarsi lì. Juan annuì ed andò tranquillamente fino all'auto dei signori ben vestiti, che gli aprirono la porta con un sorriso, e lui salì. Quando si chiuse la porta, l'auto iniziò a partire. Juan si allarmò perchè il Melli ancora doveva entrare. Guardò per il finestrino e vide che lo salutò con grande tristezza sul suo volto. La donna ben vestita si girò e, sorridente, disse:
-Quindi ti chiamano Melli...

Casi Angeles - La Isla de Eudamon [ITALIANO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora