ꜱᴇᴛᴛɪᴍᴏ ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ

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𝓛𝓾𝓬𝔂

Stamattina è una bella giornata, con un bel clima caldo, che trasmette serenità e aiuta ad affrontare la giornata nel migliore dei modi, almeno così suppongo. Nel parcheggio della scuola quasi tutti gli studenti hanno già ritirato le proprie auto e sono andati via, anch'io ritirerei la mia se solo ne avessi una. Appoggiati al pick-up di Josh ci sono lui e Robert. Il primo ha le braccia incrociate al petto. Entrambi indossano la giacca con il simbolo della squadra di football, il capo è bianco con delle strisce rosse. Robert ha un cappellino nero da baseball che gli copre metà volto.
É strano vederli in questa posizione, perché sembra che aspettino qualcuno e quel qualcuno sono proprio io. Appena mi vedono mi danno la loro completa attenzione.
«Ciao», li saluto per poi mettere lo zaino dentro la auto,  Robert mi blocca ,«Aspetta dobbiamo parlare».
Parlare? Non mi ricordo l'ultima volta in cui ho parlato con loro due insieme. Da piccoli litigavamo spesso anche per le minime stupidaggini, come scegliere in che modo giocare, perchè io volevo giocare sempre con le bambole, però loro rifiutavano la mia offerta, dicendo che era un gioco da femminucce. Stavo in lacrime per ore, fin quando Robert non tornava a casa propria e Josh giocava con me con le bambole. Mi volto vedendo che si avvicinano verso di me.
«Josh parla!», lo incita l'amico. Io non riesco ancora a capire, cosa vuole che mi dica.
«Allora c'è un problemino..», accenna Josh, ma si limita solo a dire questo. Sto ancora aspettando, quando finalmente il suo migliore amico sputa il rospo: «Reed ha fatto una scommessa su di te», afferma lasciandomi senza parole. La situazione sembra molto strana, innanzi tutto da quando qualcuno mi conosce? Pensavo di essere un fantasma! Peccato io non sappia chi sia Reed. La cosa mi insospettisce, per quale motivo dovrebbero scommettere su di me?
«Mi potete spiegare per filo e per segno la situazione?», chiedo, così fanno. Mi dicono che il gruppo di Reed ha scommesso su chi di loro mi porterà prima a letto. Lasciandomi ovviamente con il cuore spezzato e la reputazione rovinata. Farebbero tutto questo per minacciare Josh, che a quanto pare ha ricevuto un'importante offerta che non può non accettare per il suo futuro. Quindi hanno pensato che il mezzo per poterlo ferire sarei potuta essere io, appena ho sentito questo ho fatto una risata che è durata un bel po', colpa dell'assurdità che devo aver elaborato.
«É una cosa seria!», mi sgrida Josh, come se non fossi in grado di capire.
«Scusate, ma è troppo divertente», indico con il dito indice me e lui, «il mezzo sarei io, tu non tieni per nulla a me!», gli dico continuando con un'altra risata.
«Devi prendere tutto molto seriamente», risponde Robert, che evidentemente non capisce nulla, non sa che non sa come stanno realmente le cose. Siamo passati dall'essere tutto all'essere nulla in un tempo striminzito. Non può pretendere che capisca quello che pensa la gente, perché loro non capiscono niente, vedono ciò che vogliono vedere.
«Datemi un po' di tempo per riflettere», questa è la mia unica risposta. La mia mente non può assimilare tutto in questo momento. Perché perfino la mia testa si rifiuta di crede che Josh tenga ancora a me. Loro si sbagliano, pure di grosso. Basta fargli capire che ci odiamo e il gioco è fatto. In fondo non è neanche falso. Anche se l'altra sera l'ho aiutato con i compiti e ci siamo addormentati insieme, non significherà mai nulla!
Le cose non torneranno come un tempo.
«Robert ha un piano, se non ti va bene non ci sono problemi troveremo altro», mi fa sapere il mio fratellastro. Mi allegerisco almeno un po' nel sapere che hanno trovato qualcosa. Così chiudiamo questa storia e ritorniamo alle nostre vite.
Non è per niente gradevole che qualcuno scommette questo su di me, ma spero che questa sia una soluzione definitiva.
Allora annuisco, per far sì che uno di loro due continui il discorso.
«Devi far finta di stare con Robert. Solo così penseranno che non mi importa di te», afferma.
«Almeno ti importa di me?», non ho potuto trattenere la mia domanda, eppure ne ho di domande da fare, ma questa è la principale, la più essenziale. Attendo una risposta che non arriva e che non arriverà mai..
«Come pensavo. Portami a casa», non aspetto altre risposte, entro in auto senza voltarmi. Salita dietro, li osservo discutere. Discutono e stra discutono. Non riesco a sentire molto. A parte Robert che gli chiede: inizio a dire che stiamo insieme o che voi due vi odiate?

UN DISASTRO CHIAMATO AMORE Where stories live. Discover now