47. chapter forty-seven.

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s/a: scusatemi per l'attesa. Ho dovuto riformatore da zero il MacBook Air e non avevo il file del capitolo. Ecco a voi <3

ps. auguri alle nostre ragazze! #4YearsOf5h ..ma soprattutto, buon inizio del 7/27 Tour!




"Lauren! Dio mio Lauren svegliati"

"Signorina, non è sua parente, deve uscire!"

"Non mi interessa, lei non può stare qui senza di me! Ha bisogno di me."

"Signorina, non mi faccia chiamare la sicurezza"

"Lo faccia pure, se questo significa avere un istante di più con lei provando a farla risvegliare allora posso anche perdere il mio lavoro!"

Sentivo delle voci lontane echeggiare negli angoli più lontani della mia mente, mentre sentivo il mio corpo fermo, totalmente incontrollato e allo stesso tempo lasciato riposare. Cercavo in qualche modo di alzare almeno un braccio, il più piccolo dei muscoli. Era impossibile. Ogni mio tentavo era vano. Fu dopo qualche istante che un bruciore sempre più forte invase la parte bassa del mio petto fino ad invadere tutto il mio corpo. Sentii il respiro mancarmi un istante e fu li che riuscì ad aprire finalmente gli occhi.

"Lauren!" – disse la voce che più aspettavo, mentre le mie palpebre si alzarono per mostrarmi una scena decisamente familiare. Mi voltai verso Camila e il dottor Matthew, i quali erano vicino l'uscita.

"Signorina Jauregui, si è risvegliata!" – disse il dottore sollevato , lasciando stare il corpo della tirocinante, leggermente trattenuto fra le sue mani e dirigendosi verso di me. L'uomo segnò prontamente i parametri sullo schermo alla mia sinistra prima di farmi un rapido check-up. Per tutto il tempo Camila rimase in un angolo, osservarmi con gli occhi lucidi e un'espressione totalmente ferma. Era come se avesse paura a compiere qualsiasi gesto e che anche il solo guardarmi era il più bello dei doni. Per me averla li lo era ed era la compagnia che più potevo volere, quel giorno e per sempre.

"Ok, Lauren, sta bene. Ci ha fatto prendere un colpo, lo sa?" – disse il dottore rimettendo nel suo taschino una piccola torcia con cui aveva osservato le mie pupille poco prima.

"Dottore, a quanto pare non riesco a stare tranquilla" – risposi ironica, suscitando un sorriso sul suo volto.

"Le abbiamo fatto tutti i controlli necessari e sta bene, ma credo che debba comunque riposare ancora. Mi può dire meglio cosa ha sentito prima di perdere i sensi?"

Sospirai, mentre con i gomiti cercavo di posizionarmi più alta sul lettino di quella stanza. Rivolsi il mio sguardo verso Camila, la quale cercava il mio con estremo desiderio. Fu quando i nostri occhi si incrociarono che un'aurea di tranquillità mi invase.

"Dottore, ero andata a casa del mio ragazzo, cioè.. ex ragazzo" – dissi, ridacchiando. Con la coda nell'occhio vidi il viso di Camila arrossarsi e il suo sguardo puntare verso il basso, imbarazzato.

"Continui" – rispose, calmo e sorridendomi dolcemente, il dottore.

"Ero da lui e ho iniziato a chiamarlo, ma di lui nessuna traccia...finchè sono andata nella sua camera..ed è lì che ho visto lui ed una ragazza, insieme, nel letto. Schifata e colpita, me ne sono andata via di corsa, finchè.."

"Finchè?" – domandò Camila, allarmata, attirando l'attenzione di entrambi. La ragazza si toccò il capo intimidita prima di ripoggiarsi vicino la porta della stanza d'ospedale.

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