24. chapter twenty-four (part two).

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Quel sapore. Era esattamente quello il sapore che le mie labbra richiedevano, che i miei sensi immaginavano, che il cuore esigeva. Era quello il sapore. Camila era il mio sapore. Era lì, di fronte a me che teneva dolcemente ma in maniera ferma il mio viso a contatto col suo. Le sue labbra erano sulle mie e io non riuscivo a chiudere i miei occhi, per godermi a pieno quel contatto. Ciò avveniva non per insicurezza, ma per gioia. Ero così felice, gioiosa, entusiasta. Ero un fiume in piena e non sapevo davvero più a chi dare i resti. Era come se il desiderio che più volevo era stato raggiunto e conquistato, come a Natale, quando i bambini incrociano le loro braccia con le palpebre abbassate in attesa del pacchetto giusto sotto l'albero, il pacchetto voluto, quello richiesto e che solo il nostro animo sarebbe stato in grado di riconoscerlo.

Camila era il mio regalo di Natale, lo era.

Fu in quel momento che il mio cuore esplose, un'ennesima volta in quella serata, e presi il suo volto tra le mie mani, pressando le mie labbra contro le sue ancora e trasformando il bacio in qualcosa di ancora più passionale. Le nostre labbra iniziarono a muoversi l'una sull'altra, rincorrendosi in una danza di sentimenti ancora non raccontati. Quel bacio, potevo morire pensando a quel bacio e ora lo stavo vivendo. Le nostre lingue si incontrarono, testimoni di quell'amore trattenuto e che solo in quel secondo stava davvero manifestandosi. Tutto si stava annullando, ma non noi due. Noi due eravamo lì. Quell'eterna danza continuava ed io sentivo la sua bocca in tutta la sua morbidezza baciarmi come fossi il regalo più bello di questo mondo. Ed io non facevo altro che lasciarmi trasportare in questo sentimento che finalmente stavo vivendo, stavamo vivendo.

"Dimmi di smettere ti prego" – disse, col fiato corto, Camila, mentre entrambe eravamo ancora a un centimetro di distanza. Entrambe tenevamo il viso dell'altra tra le mani e le nostre fronti si toccavano dolcemente. Sentivo il suo respiro sulle mie labbra e lei sicuramente sentiva il suo. Sorrisi, era così bella.

"Spiegami come potrei fermarti" – risposi io, ridendo dolcemente. Sorrise anche lei. Non avevo aperto le palpebre ma sentivo la lucentezza della perfetta linea di felicità che comparve sul suo volto. Finalmente eravamo noi due, senza nessuna interruzione. Eravamo lì e nessuno avrebbe avuto nessun potere né controllo per cambiare ciò che provavamo.

"Sai per quanto ho desiderato questo momento, Lauren? Dal primo giorno" – disse lei spostando leggermente il suo volto in modo che sia parallelo al mio - "... Dal primo giorno che i miei occhi incontrarono i tuoi."

Le sue parole mi fecero arrossire immediatamente e fu li che incontrai pienamente il suo sguardo ammirarmi e scrutarmi intensamente.

"Ti prego non mi guardare cosi" – le dissi, sentendo un fulcro crescere dentro di me.

"Così come?" – chiese lei. Ridacchiai dentro di me, poiché ciò sembrava una replica del nostro dialogo precedente nella sala delle premiazioni.

"Mi prendi in giro per caso?" – risposi. Anche lei ridacchiò, capendo subito il collegamento.

"Sai Lauren, questa sera avrei potuto immaginare tutti i finali possibili per noi due, ma quello che è appena successo è davvero l'ultima delle scelte che avrei ipotizzato." – disse lei accarezzandomi il volto. Scoppiai a ridere, ripensando a come effettivamente quella serata aveva assunto una piega che proprio non mi avrebbe fatto pensare mai al fatto che ci sarmemo ritrovate così, in quel momento.

"Stai dicendo che non volevi?" – chiesi insicura. Eravamo ancora più vicine.

"Sto dicendo che ti amo" – disse lei chiudendo ancora una volta la distanza tra noi due. Mi ribaciò questa volta più intensamente e sentivo che sarebbe bastato un attimo per farmi perdere il controllo, questa volta in maniera irrefrenabile. Era davvero ciò che voleva? Mille domande assalirono la mia mente in quel secondo. Sentii una sensazione sempre più grande nel mio stomaco. I nostri corpi erano a contato e solo l'idea dei nostri corpi nudi perfettamente complementari faceva sussultare il mio cuore. Le sue mani avvicinarono il suo corpo al mio ed io sentivo il suo corpo pressare sul mio e vi giuro che potevo non ricordarmi più chi sono, erano troppe emozioni.

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