PERSUASIONI

7.9K 515 45
                                    

POV MARY

Il porto brulicava di mercanti e pescatori fermi sulle banchine con i loro carichi, intenti a conversare con alcune donne sciamane incaricate di calmare creature mitologiche mediante offerte e litanie allo scopo di espiare tutti i peccati degli uomini di mare.

Con un tessuto sociale intriso di problemi, la zona portuale era il classico luogo in cui una Signora non avrebbe dovuto recarsi per nessuna ragione al mondo, soprattutto se senza scorta.

Per nessuna ragione, esclusa una. 

Sul retro di una bettola, come da accordi, lord Geneviev mi stava attendendo nella sua classica postura indifferente e annoiata. Seduto sopra una cassetta in legno, la schiena posata malamente contro la parete della casa e una bottiglia di  ippocrasso tra le ginocchia, fissava il vuoto davanti a se, apparentemente incurante della gente che gli passava davanti, schiavandolo solo all'ultimo.

Restai nascosta dentro una minuscola rientranza di una casa, respirando a fatica a causa dell'acre odore di pesce e sudore ed attesi che anche l'ultimo commensale della bettola si allontanasse prima di uscire allo scoperto.

Mi sistemai il cappuccio sulla fronte, stando attenta che i tratti del volto fossero il più nascosti possibile e controllai per l'ennesima volta che la gonna fosse abbondantemente sgualcita. Ostentare ricchezza in quel luogo equivaleva andare a cercarsi una rissa.

"Avete il mio compenso?". A lord Geneviev non servì nemmeno sollevare gli occhi da terra per accorgersi della mia presenza, segno che il suo atteggiamento noncurante era solo apparenza.

Era rimasto vigile e attento a tutto ciò che lo circondava per tutto il tempo che ero rimasta nascosta, e non mi sarei affatto meravigliata se fosse riuscito a captare il mio semplice respiro mentre stavo uscendo allo scoperto. Era un cavaliere abile e un ottimo segugio. Non a caso le sue gesta e il suo onore in campo avevano richiamato l'attenzione su di lui da diversi clan. 

Infilai la mano sotto il mantello e dopo aver gettato una fugace occhiata sia a destra che a sinistra estrassi un piccolo borsello in pelle marrone, chiuso con un nastro di pura seta. Solo quello poteva valere un'intero mese di paga di un contadino. All'interno vi erano venti monete che mio marito mi aveva consegnato la sera prima; io ero il semplice intermediario.

Schiavai una pozzanghera in cui galleggiavano pezzi rancidi di frutta e mi avvicinai a Geneviev ancora di qualche passo. L'orlo della gonna sfiorò la punta dei suoi stivali ma lui non vi badò. Lasciai cadere il piccolo borsello ai suoi piedi e, accorgendomi che nessuno ci stava osservando, lasciai scivolare un lembo del cappuccio, in modo tale da avere un'ampia visuale del vicolo.

"Avete i vostri soldi. Ora datemi le mie informazioni", la mia voce uscì forte e coraggiosa.

"Alec O'Braam è partito per il fronte due sere fa, portando con se la maggior parte dei suoi cavalieri".

"Questo lo so già", mi spazientii. Stava combattendo l'ennesima battaglia contro mio marito e di certo non era un'informazione che giustificasse un compenso di venti denari. "Dov'è sua moglie?".

"Nascosta".

Sentii i peli delle braccia rizzarsi e sulle prime non capii se fosse per effetto del freddo o più per la sensazione che quella spia stesse facendo il doppio gioco. Era troppo arrogante vista la situazione in cui si trovava e non dava cenno di preoccupazione. 

"Dove!?", sbottai, accovacciandomi per poterlo guardare dritto in volto.

"La vostra curiosità vi si ritorcerà contro", mi canzonò, per nulla colpito dal mio nervosismo. "Nadine Low si trova in una landa desolata, verso nord, nessuno saprebbe condurvi fino a lì".

VOGLIO CHE TU SIA MIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora