La fiamma traballò a causa di un piccolo spostamento d'aria, illuminando irregolarmente una parte della stanza e allungandosi poi ai piedi del letto. Fu a quel punto che lo vidi.

"Che. Diavolo. E'. Quello?", inorridii. "Clark! CLARK!".

Da dietro la porta sentii i suoi passi avvicinarsi in tutta fretta lungo il corridoio. Poi due colpetti alla porta mi annunciarono il suo arrivo.

"Mia Signora, avete chiamato?".

Allungai la candela in avanti, usandola per indicare ciò che teneva incatenati i miei occhi.

"Cosa cavolo è quella roba?".

Lady Clark si guardò attorno, confusa. "Cos'è cosa?".

Spinsi la candela ancora un po' più in avanti, lasciando che la piccola fiamma illuminasse la traiettoria del mio sguardo. "Quello! Cos'è quello?".

"Mia... mia Signora, non lo sapete?".

"So cos'è", digrignai i denti. "Quello che non so è perché si trova nella mia stanza".

"E dove altro avrei potuto metterlo?".

Mi voltai come una furia verso di lei. "Lo hai fatto tu?".

La mia espressione inorridita la fece arretrare. "M... mi dispiace. Non è forse di vostro gradimento?".

Lo osservai meglio prima di tornare su di lei. Il volto offeso mi fece fare velocemente dietrofront, presa dai sensi di colpa. "E' fatto... beh, è molto... Clark non voglio dormire con quella cosa in fondo al letto".

La sua mano pallida si posò davanti alla bocca a voler zittire un urletto. "E chi vi proteggerà durante il sonno?".

"Ho nascosto sotto il cuscino una spada che mi ricorda tanto quella usata da Uma Thurman in Kill Bill. Credo possa bastare".

"Chi è Uma? La conosco?".

Ruotai gli occhi. "Dubito. Senti, ti dispiacerebbe farlo sparire? E' inquietante".

"No, mia Signora. Sono troppo affezionata a voi per mettervi in pericolo".

"Clark", mi lamentai. 

"Lo so, avete una spada e conoscendo le vostre stranezze non mi sorprenderei nello scoprire che sappiate usarla, ma quella lama non vi potrà mai proteggere dagli spiriti".

"Ti assicuro che incazzata come sono...".

"Mia Signora", mi rimproverò, scandalizzata.

Sbuffai e mi corressi. "Ti assicuro che furibonda come sono persino gli spiriti scapperebbero da me inciampando nel loro lenzuolo bianco".

Il lungo silenzio che seguì mi spinse a osservarla. Se ne stava con l'espressione confusa, grattandosi la fronte.

Allargai le braccia. "Che ho detto?".

"Non sapevo che gli spiriti avessero un lenzuolo bianco".

Mi coprii la faccia con entrambe le mani. Ero quasi tentata di raccontargli la storiella del fantasma formaggino ma mi trattenni temendo che avrebbe potuto bruciare ogni lenzuolo presente in casa. Quindi mi limitai ad indicare quell'orrore posizionato in fondo al letto. "Toglilo".

"No".

"Clark!", alzai il tono, sperando di intaccare la sua testardaggine.

Ma lei scosse la testa con impeto, incrociando le braccia al petto. "Sarò irremovibile, mia Signora. E mi sorprende che voi vogliate sbarazzarvene. Vi prego piuttosto di congedarmi, poiché ho diverse faccende da sbrigare prima di sera".

VOGLIO CHE TU SIA MIAWhere stories live. Discover now