Un tragico lieto fine

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«Allora, piccola, dove andiamo? Continuiamo per questa strada?»
«Intanto non mi chiamarmi piccola. E poi sì.»

«D'accordo, amore.»

«Nemmeno amore. Ehi, senti qualche scia?» Prendo la cartina e la consulto di nuovo, nervosa dal suo comportamento canzonatorio.
«Si, la tua e mi sta eccitando di nuovo» sussurra Xavier con uno scintillio nello sguardo.

«Ma la finisci?» Mi giro a guardarlo male, facendo imprecare un paio di passanti frettolosi. Mi sorride, con aria dispettosa e le mani in tasca. Indossa una camicia bianca sbottonata leggermente e una cravatta rossa, jeans e scarponi neri. Con i suoi capelli dorati sembra un angelo caduto. Un sacco di donne sposate (e non) si sono girate a guardarlo una seconda volta, ho persino sentito un sussurrare alla sua amica che ci avrebbe provato, nonostante la mia presenza ambigua. Il deficiente si è divertito quando ha rifiutato le avance della ragazza, punzecchiandomi senza pietà.

Lo avrei preso a calci nel sedere e l'ho fatto mentalmente mentre la Fenice faceva i suoi commenti non graditi bordo campo.

Chiudo gli occhi di nuovo e cerco di concentrami su qualsiasi traccia, anche debole.

Niente. Accidenti.

«Ehi.» Xavier si avvicina, guardandomi con i suoi occhi grigi e allunga una mano verso di me. Stupida che sono, non lo fermo e lo guardo avvicinarsi a me. Il mio fiato si fa corto, irregolare, il cuore prende a battermi all'impazzata.

«Cosa...» mi fermo quando noto che vuole riallacciare il primo bottone della mia camicia che si era aperto. Lo guardo a bocca aperta, mentre la sua pelle sfiora il mio petto.

«Ti si vedeva un poco la sfera. Dobbiamo passare inosservati, no?» si giustifica, mettendoci tutto il tempo di questo mondo, approfittando dell'occasione per toccarmi il collo e le clavicole con la punta dell'indice. Allontano la sua mano con uno schiaffetto e mi riassetto da sola.

«Grazie» sibilo acida, mentre lui ride.

«Sei un bel tipo, Amy.»

«Grazie» ripeto, continuando a camminare. Lancio un'altra occhiata alla cartina, mettendo una X nei vari posti in cui siamo stati per orientarmi meglio. A Meryun ci sono due ospedali di cui uno psichiatrico. Siamo stati al primo, e lì abbiamo avvertito una debole traccia, ma che si è dissolta in fretta. Deve essere passata là qualche giorno fa, addirittura direi una settimana. Non so ancora bene come funziona questa storia dei legami.

Il cellulare che ci siamo procurati squilla nella mia tasca.

«Ehi bella yo!»

«Meno entusiasmo al cellulare per favore, mi hai appena spaccato un timpano.»

«Scusami, sommo capo. Volevamo avvertirti che nella scuola di ballo c'è una scia, ma non ci porta da nessuna parte, yo. Non abbiamo visto nessuno che ci abbia messo in allarme, abbiamo interrogato velocemente le ragazzine che sono venute per le lezioni, ma non sanno nulla di Jade, né chi sia.»

«La scia è forte?» domando.

«Abbastanza, sì, ma se dovessi tirare ad indovinare direi che è stata qui in mattinata.

«Accidenti» impreco guardando il volto di Xavier.

«Ehm... Amy?» Gordon abbassa la voce fino a ridurla ad un bisbiglio indistinto «Lavorare con Suj è ... è ... »

«Inquietante?» suggerisco.

«Sì, yo. Inquietante, pauroso.... e io che pensavo che non ci fosse niente di più terrificante delle mutande rosa con i pinguini della mia prof di matematica.»

The New Age Of Guardians [Completa] #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora