Un po' di storia

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«Quella è la fontana della vittoria, innalzata in onore al governatore supremo che comandò nel secolo scorso. Tutt'ora...»

Tranquilli, abbiamo quasi finito il giro turistico. Abbiamo smesso da tempo di prestare attenzione a quello che dice: non perché non sappia spiegare, ma le cose, in un momento di crisi interiore come questa, non riescono a starmi in testa e scivolano subito nel dimenticatoio.

Cedo il passo per un poco, osservando Imperium e la gente attorno.
Le luci sono state moderate, ma sono comunque molto fastidiose. Come si può non desiderare di vedere il cielo? D'altronde, qui parliamo di ricconi sfondati che per avere ancora più denaro hanno accettato di vivere in questa gabbia d'acciaio. Uomini in giacca e cravatta usano aggeggi multimediali per connettersi con altre persone, oppure con l'apparecchi grandi quanto un granello di sabbia nell'orecchio.

I palazzi sono belli e sfarzosi, esageratamente appariscenti, fatti per sfamare la voglia di ricchezza dei cani da fiuto di questa città. Trattenendo un ghigno di fastidio, metto le mani in tasca e cerco di concentrarmi su quello che dice Starck.

Nel frattempo Gordon ed Eddie canticchiano sottovoce una canzoncina passata di moda; eppure, i passanti si girano, sorpresi. Nulla è più bello della voce calda e roca di Gordon, devo ammetterlo mio malgrado. E che accidenti, è il Guardiano della Musica. Mi sorprende che in passato i suoi lavori non siano stati venduti.

Artemis si sta limando le unghie, lanciando occhiate di volta in volta attorno a sé per non finire contro un palo, il trio indifferenza totale alle mie spalle non fiata. Il solito.

Dov'è il senso di unione di cui stavamo discutendo prima?

Adesso si nota di sicuro.

«E così siamo giunti alla fine del nostro viaggio. Spero di non avervi annoiato» conclude Starck abbassando lo sguardo dall'ennesimo palazzo.
«Assolutamente no, yo. È stato molto interessante» replica Gordon smettendo di canticchiare. Eddie sogghigna.

Starck lancia un'occhiata all'orologio al suo polso e sospira.

«Ok, adesso devo andare. Per raggiungere la vostra villa andate dritti e non appena trovate il palazzo verde a destra. La via da lì la riconoscerete.»
«Grazie, Starck, per averci dedicato il tuo tempo» dico inchinandomi lievemente con reverenza.

«Il piacere è stato tutto mio. Ci vediamo... r-r-ragazzi.»

Sorride un'ultima volta e se ne va, non senza prima arrossire fino alla punta delle orecchie.

«Povero piccolo ragazzo. Mi scatena dentro un'ondata di pietà» commenta Artemis con un delizioso broncio che attira l'attenzione di un passante imbambolato che per poco non finisce contro la fontana.
Trattengo un sorriso, prendendola per un gomito.

«Vero? È la stessa cosa che ho pensato la prima volta che l'ho visto» replico circondandola con le braccia. Oramai mi viene normale dimostrarle il mio affetto, come se fosse la cosa più naturale al mondo.

«Ah, le femmine. Siete così teatrali, yo. Ora passiamo alla parte dove andiamo alla nostra umile dimora per avere un umile pasto?»

«La nostra dimora è tutto tranne che umile, Gordon» commenta Eddie mangiucchiandosi le unghie.

«Non sarà duratura questa situazione» ripeto ancora, convinta delle mie scelte.

«Lo spero. Domani si parte per un'avventura!» Eddie fende l'aria con un pugno di vittoria come se avesse appena vinto la più ardua gara delle olimpiadi.

«Eddie, smettila di saltellare, per favore.»

«Sei una guastafeste, Amy. Ormai Imperium mi sembra una grandissima prigione, quale città non ha un cielo sopra le teste?»
Sospirando, cerco un palazzo verde. Ne vedo due, uno alla nostra destra, uno a sinistra. Mi fermo in mezzo alla strada e li indico con l'indice agli altri.

The New Age Of Guardians [Completa] #Wattys2019Where stories live. Discover now