Poco prima del cambiamento

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Il silenzio è assordante, pesante come un macigno.

Seduta accanto ai miei amici, faccio vagare lo sguardo in giro senza realmente vedere o sentire nulla. Voglio solo che questa tortura finisca. Tutti i presenti si sforzano di non parlare, di non commentare quello che stanno vedendo, di non alzarsi e insultare quella gente. Tra il pubblico ci sono persone che hanno perso famigliari, amici e figli per colpa dell'indifferenza dei Guardiani.

Chiudo gli occhi ed espiro lentamente lasciando che le parole rimbombanti dell'uomo sul palco scivolino silenziose sulla mia pelle.

«Che vergogna» sibila Jass, stringendomi un ginocchio. Copre la mia mano con la sua e mi accarezza lentamente il dorso con il pollice.

«Shh, non farti sentire» mormoro piano lanciando un'occhiata alle mie spalle. Gli alunni stanno guardando tutto all'infuori del maxischermo che proietta un filmino che conosciamo già a memoria tutti sin da piccoli.

La mia città è popolata da circa quarantamila abitanti; la scuola maggiore si erge maestosa all'interno del suo nucleo e il suo fiore all'occhiello è la cupola di finissimo vetro della Sala delle conferenze. Grazie ad una tecnologia super avanzata essa permette ai raggi di sole di rendere l'ambiente luminoso senza dar troppo fastidio alla vista.

Rivolgo la mia attenzione all'ometto sul palco e sospiro pesantemente. É molto alto, con una cicatrice rossa e vistosa che gli solca la guancia. Il suo completo tre pezzi è di squisita fattura, sicuramente originario dalla Regione del Nord. La camicia nera slacciata mostra la sua Sfera incastonata al centro tra le due clavicole, simbolo del suo status. Il suo Segno vaga camminando avanti e indietro sul palco fissando la gente con i suoi occhi felini e, per un breve instante, intercetta il mio sguardo. Scopre le sue pupille rosso fuoco facendomi rabbrividire, nonostante la trentina di metri che ci separa. L'attimo dopo ha già voltato la testa e torna dal suo padrone, agitando la coda immateriale.

Il Guardiano sorride provocatorio, non migliorando di certo le cose; per non parlare della sua posa quasi sfrontata, come se avesse voglia di sedersi tra il pubblico e attaccare bottone.

L'uomo si sporge dal palco per un istante in atteggiamento di sfida, poi torna a girarsi per continuare a guardare il filmato, anche se ormai lo sa a memoria da come ripete in labiale le parole.

«A cosa serve quest'incontro? Come se ce ne fregasse qualcosa» sussurra la mia migliore amica ravvivandosi i capelli con una mano. Tara oggi è proprio uno schianto, come ogni giorno d'altronde.

«E chi lo sa» rispondo.

Jass stringe ancora il mio ginocchio, forse per ansia, forse per rabbia. Alcune ragazzine in prima fila si girano a guardarlo e si mettono a ridacchiare scuotendo i capelli e mettendo in mostra il petto, come un branco di galline. Alzo gli occhi al cielo, abituata a vedere le donne che sbavano per lui. Come dargli torto in fondo?

Dopo cinque minuti buoni il filmato finisce e l'uomo biondo si gira di nuovo, forse aspettandosi un breve applauso. I nostri insegnanti e qualche alunno conservatore lo assecondano, per quanto riluttanti.

«Ragazzi, genitori, insegnanti» esclama l'uomo guardando la sala con un sorriso felino, tale quale a quello del suo Segno. «Sono lieto di essere a Davemiun e sono sicuro che anche per voi sia così.»

Ecco quella che definisco una "educata frecciatina": il Guardiano sta aspettando solo l'occasione di una trasgressione da parte nostra e lo sanno tutti in questa sala.

«Sono qui oggi per parlarvi un po' del nostro lavoro. Io sono un Guardiano Universale e il mio nome è Pijl Morgan. Per vostra gioia sono nato qui nelle Regioni dell'Ovest. Fantastico, no?»

The New Age Of Guardians [Completa] #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora