Un'importante decisione

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L'indomani mi sveglio con problemi alla schiena, il letto è troppo duro e sembra un rocchio di pietra del Neolitico. La mia stanza è una specie di sgabuzzino dotata di letto e finestra con vestiti non miei sparsi per il pavimento.

A migliorare le cose, Fenice si è posizionata sul mio cuscino e non ha smesso di fissarmi, anche se le ho dato le spalle. La cosa è un po' inquietante, soprattutto quando mi sono svegliata alle due di notte e lei era ancora là nella medesima posizione. A farmi da guardia, ha detto. Da cosa? Boh.

Esco da quella topaia e mi sgranchisco il corpo in più punti. Accorgendomi che non c'è anima viva in giro salgo in terrazza perché mi piace l'odore del mattino e dell'aria fresca.

Fenice mi segue dappertutto, un po' svolazzando, un po' appoggiandosi alla mia spalla. Anche se è un Segno pare viva e vegeta, interagisce con il mondo reale.

Già, ma i miei poteri li ho consegnati a te, sono solo un'ombra, dice seguendo i miei pensieri.

Oh, poverina, ribatto sarcastica, infilandomi la maglietta del giorno prima. Lasciare la sfera scoperta mi dà sollievo, lo ammetto, ma mi mette a disagio.

Ripenso ai momenti con i miei amici, la mia famiglia. Quella sera con il barbecue. Le maratone dei film con Jeremiah. Cenoni di famiglia. Alberi di Natale. Piscine. Libri. Scuola.

Tutte cose che non avrei mai più avuto, cose che per me erano scontate. Darei qualsiasi cosa per tornare indietro, qualsiasi.

Riguardo a Phoenix, non so come atteggiarmi. Provo quello che io posso definire odio nei suoi confronti, ma non so perché non provo rabbia per lei.

Porto rancore per tutti, che mi hanno ferito e allontanato in fretta, come se non contassi nulla per loro. Può una madre odiare la figlia nel giro di un giorno con tanto ardore? La mia migliore amica, Tara, che conosco dalla culla, che mi diserta in quel modo...

«Amy!» È James, che compare trafelato dalla porta, con un buffo pigiama nero e verde. Ecco la risposta alla domanda se i guardiani dormono con le tute.

No.
Peccato.
«Pensavo te ne fossi andata di nuovo!» dice, mettendosi una mano sul cuore e respirando con sollievo. Che dolce, mi ricorda un orsacchiotto che avevo quando ero piccola, morbido e desideroso di coccole.

Se le Fenici potessero inarcare un sopracciglio, a quel punto la mia l'avrebbe già fatto al sentire questa mia uscita geniale.

«No, grazie, non voglio ripetere l'esperienza» replico, scuotendo la testa. Non voglio tornare a essere carne da macello tra le strade di Davemiun.

«Bene. Ehm... vado a preparare la colazione» dice passandosi una mano tra la matassa castana.

«Dana?» chiedo guardando i vasi di fiori ai miei piedi. Hanno bisogno di un'urgente innaffiata d'acqua.

«Ha una riunione. Devono eleggere il nuovo sindaco della città, e il Guardiano capo dà il suo contributo» commenta scrutandomi con sguardo vigile.

«Dana è il Guardiano capo?» domando, deglutendo amaramente.
«Sì. Non sono in grado di fare certe cose, io. Né Harl.»

«Chi è Harl?» chiedo seguendolo in soggiorno praticamente facendo corsa ad ostacoli.

«Era con noi il giorno in cui ti sei manifestata» spiega lui dondolando la testa. Oh, il tipo taciturno.

«Dov'è ora?»

«È partito per Imperium. Per quale ragione, è un mistero.» Probabilmente per lamentarsi del fatto che non viene pagato bene, il poverino. Oppure perché deve "lavorare" con persone non di suo gradimento.

The New Age Of Guardians [Completa] #Wattys2019Where stories live. Discover now