Capitolo 28: Emma

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" Immagino che tu mi abbia vista piangere e che io abbia parlato nel sonno. Non è la prima volta che capita, ma quel sogno, o meglio, quell'incubo non lo facevo da così tanto tempo, che avevo iniziato a credere che non si sarebbe più ripresentato" disse, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Era ormai notte e le stelle splendevano nel cielo buio, accompagnate dalla pallida faccia della luna ed attraversate di tanto in tanto da qualche aereo diretto chissà dove.
Le macchine passavano indisturbate sulla strada di fronte a casa mia, le ruote producevano un suono quasi rilassante a contatto con l'asfalto, prima di lasciarsi alle spalle il silenzio. Hayley mi sembrava essersi fatta improvvisamente piccola piccola, mentre stringeva le gambe al petto, poggiando il mento sulle ginocchia e lasciando che il suo sguardo si perdesse chissà dove, forse in qualche ricordo ormai lontano.

" Sì, ti ho vista piangere e hai parlato nel sonno. Ma non ti costringerò a dirmi chi sia Emma, anche se non ti nascondo che lo vorrei sapere e che mi piacerebbe conoscere cosa ci sia di tanto doloroso nei tuoi ricordi" replicai, spostando lo sguardo dal suo viso e puntandolo su un mozzicone di sigaretta abbandonato su un gradino poco distante da quello su cui sedevo.

Si trattava del filtro di una delle sigarette alla ciliegia che fumava Will e persistetti ad osservarlo come se si fosse trattato un gioiello prezioso. Non mi sentivo nella posizione di pretendere delle spiegazioni da parte di Hayley perché, in realtà, io più di chiunque altro, sapevo cosa significasse avere un passato così travagliato da non volerlo nemmeno ricordare.
Io avevo fatto tanti errori nella mia vita, alcuni dei quali rimpiangevo e mi tormentavano ogni notte, senza lasciarmi pace. Mai.

" Si chiamava Emma Renee Kingston ed era nata in una fredda giornata di Gennaio. Io avevo due anni quando mia madre la mise alla luce. Era animata da una gioia tale che chiunque la incontrasse, non poteva fare a meno di essere contagiato dal suo meraviglioso sorriso e dalla sua energia.
Io e lei siamo sempre state legate indissolubilmente, trascorrevamo le giornate insieme e nonostante fossimo due poli opposti, andavamo d'amore d'accordo" iniziò a parlare senza che io glielo chiedessi, il vento che le accarezzava delicatamente i capelli e io che la osservavo, incantato dalle sue parole.

Cercai di non far nessun rumore, convinto che anche il più flebile dei suoni avrebbe portato Hayley ad interrompersi.
Mi limitai ad osservare il suo viso dai lineamenti delicati e ad ascoltarla parlare, mentre si sforzava il più possibile per mantenere il suo tono di voce fermo. I raggi di luna le illuminavano parzialmente il volto pallido e i capelli scuri, accarezzando dolcemente il suo profilo e facendola apparire ai miei cocchi come una gatta randagia. Sarebbe bastato un solo movimento a spaventarla, spingendola a scappare per non ritornare più sui suoi passi.

"Lei era dolce e gentile con tutti, amava suonare la chitarra e sognava di diventare una cantante. Era timida, silenziosa e pacata, mentre io, al contrario, ero sempre stata chiassosa, esuberante e scontrosa.
A scuola era sempre stata amata e stimata da ogni studente, persino da Crystal, che aveva sempre nutrito un sentimento d'odio nei miei confronti, per Emma stravedeva e la faceva sedere sempre accanto a lei durante l'ora di pranzo.
Mia sorella era intelligente, aveva ottimi voti ed ascoltava sempre ciò che le dicevano i nostri genitori. Era disordinata come mio padre, perdeva la calma difficilmente proprio come lui e cercava sempre di far sorridere gli altri, come la mamma. Era la piccola di casa e tutti l'amavano.
Quando mia madre è morta Emma aveva solo sei anni, aveva pianto disperatamente per giorni interi, mentre io mi limitavo a restare rintanata in camera mia, in silenzio.
Avevo privato mia sorella di una madre, per colpa mia lei non avrebbe mai più ascoltato le storie narratele dalla mamma prima di andare a dormire e non l'avrebbe più udita suonare il pianoforte" si interruppe per portarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e per deglutire le lacrime che sapevo stesse trattenendo.

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