Capitolo 20: Fight

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*Per favore leggere la nota a fine capitolo*

Aiden

Mi trovavo nella palestra della scuola, quella mattina mi ero svegliato incredibilmente presto rispetto ai miei standard ed avevo deciso di portarmi avanti con gli allenamenti di basket considerando che, di lì a poco, si sarebbe tenuta una delle partite che davano inizio al campionato della zona.
Tuttavia, da quando avevo messo piede sul pavimento lucido e deserto della palestra, avevo mancato più della metà dei tiri che avevo lanciato a canestro. La mia mente continuava a ruotare attorno ad un solo punto fisso che sembrava ormai marchiato a fuoco nel mio cervello: Hayley. Sapevo perfettamente che lei, in quel momento, si trovava in un qualche bar della grande metropoli in cui vivevamo a consumare la sua colazione assieme a quell'humpa lumpa di cui, per altro, continuavo a dimenticare il nome. Per qualche motivo a me ignoto, sapere che lei si trovasse in sua compagnia, faceva scatenare in me un fastidio indescrivibile che era piuttosto simile all'udire il suono intenso e snervante della sveglia di prima mattina.

Sei geloso, ammettilo.
Non è gelosia, semplicemente non mi fido di quel nano con la permanente.
Sei così idiota che in confronto Homer Simpson è il Nobel per la fisica.

Il suono regolare dei miei palleggi si propagava nel vuoto della palestra e, nonostante stessi facendo il possibile per concentrarmi su di esso, la mie mente tornava sempre sui propri passi. Non riuscivo a comprendere come fosse riuscita Hayley ad entrarmi sotto la pelle in un così breve lasso di tempo, tuttavia ero al corrente che, per quanto io ci provassi, non riuscivo ad allontanarmi da lei. Non volevo allontanarmi da lei.
Il legame che aveva iniziato a formarsi lentamente tra di noi era in grado di mettermi i brividi e farmi sentire, dopo un tempo che mi era sembrato infinito, animato finalmente da un sentimento che non fosse la rabbia.
Ero al corrente che restarle accanto era sbagliato e che, in ogni caso, quando lei sarebbe venuta a conoscenza del mio turbolento passato, non avrebbe esitato neanche un secondo a voltarmi le spalle. Un angelo come lei non meritava di restare accanto al mostro che ero, mi sentivo terribilmente egoista a volermi ostinare a starle vicino, eppure, era più forte di me.
Il fatto che entrambi, nonostante a volte ci scontrassimo finendo per non parlarci per qualche tempo, persistessimo a tornare l'uno dall'altra mi metteva paura perché temevo che, prima o poi, avrei ferito anche lei.
Forse, per una volta, le cose sarebbero andate diversamente, certo, ma questa era una possibilità che la mia mente non sembrava disposta ad accettare.
Presi la rincorsa da metà campo, il fischio prodotto dall'attrito della suola delle mie scarpe di gomma a contatto con il pavimento lucido della palestra si mischiava a quello regolare dei miei palleggi e, non appena vi fui abbastanza vicino, schiacciai la palla a canestro aggrappandomi a quest'ultimo. Dondolai qualche secondo, prima di atterrare rumorosamente sul suolo sotto i miei piedi, il suono si propagò per tutta la palestra e si mescolò a quello della palla che rimbalzava, allontanandosi lentamente da me e dai miei respiri affannati. Quando alzai lo sguardo verso l'orologio della palestra, rimasi sbigottito nell'accorgermi che era passata quasi mezz'ora da quando avevo cominciato ad allenarmi, così mi incamminai verso lo spogliatoio per cambiarmi e prepararmi alle lezioni di quella mattina.

Mi trovavo dinanzi al mio armadietto, circondato da studenti interi a chiacchierare animatamente tra di loro e da alcuni professori intenti ad attraversare i lunghi corridoi dell'istituto. Ero intento a scrutare il mio cellulare attanagliato dalla noia e in cerca di qualche breve mezzo di svago, mentre mi sforzavo di scacciare dalla mente l'immagine di Hayley che, evidentemente, non sembrava intenzionata ad abbandonarmi.

" Ciao idiota" sentii dire amichevolmente ad una voce che conoscevo fin troppo bene e che, di conseguenza, mi costrinse a distogliere lo sguardo dal gioco sul telefono che stavo sfruttando per far passare il tempo.

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