CAPITOLO 13

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«Sta bene?» dico alla ragazza del telefono
«Corse è meglio che vieni di persona»
«Certo, dove?»
«Al bar dancer»
Perché non ci ho pensato di andare a controllare dietro l'accademia
«Va bene sto arrivando» dico e chiudo la chiamata, mi infilo velocemente le scarpe e corro verso l'uscita
«Giulia dove stai andando?»
Mi giro e vedo Michele
«Ho voglia di caffè»
«Qua non può prenderlo?»
«No, non mi piace come lo fanno, è troppo amaro»
«0osso accompagnarti?»
«Meglio di no» dico,«ci vediamo domani mattina» e corro verso il bar Dancer, entro
«Allora dov'è?»
«Là ma è completamente ubriaco»
«Da che ora?»
«Non molto, ma l'ho tenuto d'occhio da un bel po' , era nervoso mentre fumava, stava per prendere in pieno un ragazzino con un sasso e ci ha rotto tre tazzine che stavano sui tavoli fuori poi è entrato»
«Stavo chiamando la polizia ma lei mi ha fermato»
«Come hai fatto a risalire a me?»
«Facile, non faceva altro che dire Giulia, quindi ho pensato che doveva essere qualcuno di importante per lui»
Qualcuno di importante per lui.  Arrossisco.
«Ci penso io» e vado verso Alessio che le stava  dando ma anche ricevendo,«ti prego smettila» dico al ragazzo, mi scruta attentamente per un attimo pensavo che mi volesse picchiare ma poi lasciare andare Alessio ed esce.
Sia lodato il cielo.
Aiuto ad alzare Alessio, «domani passo per...»
«Portarlo via prima che cambia idea e chiamo la polizia»
Sorrido e lo porto via.
In accademia lo porto in camera mia per fortuna che Mia non c'è stasera, sto cercando le chiavi per aprire ma non é tanto facile mentre devo anche tenere fermo Alessio, riesco ad aprire e lo porto nel letto di Mia
«Sei cosí bella»
Mi mordo il labbro poi vado a prendere il disinfettante per curarlo ma appena ritorno si è addormentato.
Poggio il disinfettante sul comodino e lo guardo dormire, gli accarezzo la guancia, le labbra. Vorrei tanto baciargliele ma purtroppo è di un'altra.
Mi allontano e mando un sms a Mia, anche se so che non lo leggerá adesso ma meglio che glielo comunico

C'è Alessio in camera, era ubriaco.
Non pensare male
Giulia

E mi addormento nel mio letto.

Il giorno dopo appena apro gli occhi lo vedo fissarmi, «buongiorno» dice
«Buongiorno, stai bene?»
«Si ho solo un gran mal di testa»
«Così impari a ubriacarti così tanto»
«Ho fatto qualcosa ieri sera?»
«Prima ti curo poi te lo dico»
«É così grave?»
Non gli rispondo e mi avvicino per disinfettargli il labbro, «è messo male» sfiorandolo
«Ahia mi fa male»
Metto un po' di disinfettante su l'ovatta e inizio a medicarlo.
Cerco di concentrarmi ma sono troppo vicina alle sue labbra, mi mordo il labbro
«No, ti prego non morderti il labbro, mi distraggo»
Il mio cuore fece un sussulto appena pronuncia queste parole.
Quando ho finito di medicarlo, alzo la testa e rimango ipnotizzata dai suoi bellissimi occhi marroni, ci fissiamo per non so quante ore e se adesso lui mi tocca ci sarebbero state scintille
«Mi disarmi completamente, vicino a te non riesco a fare un pensiero coerente» dice
Ah chi lo dici
«Che cosa mi hai fatto?»
Vedo che si sta avvicinando per baciarmi, volevo che accadesse ma lui è fidanzato, e anche se la sua ragazza mi sta antipatica non posso farle questo, cosi mi allontano. «No» dico
«Adesso fai la difficile»
«Non sei più libero tu»
«Mi sono fidanzato con lei solo perché ero arrabbiato con te e non volevo passare per ...»
«Sfigato?»
«Ma quando ti sei baciata con Michele è stato come se mi avessero pugnalato alle spalle»
Cavolo che confessione, non me la aspettavo da lui
«Io e te non stiamo bene insieme, se non riguarda la danza»
«Però sono nella tua camera» dice
«Solo perché la barista di ieri sera mi ha chiamato, altrimenti il padrone stava chiamando la polizia, a quest'ora saresti in questura»
«Che è successo?»
«Hai praticamente rovinato il bar e devi andarti a scusare»
Nega con la testa.
«Ti ha salvato dalla polizia, glielo devi»
«Solo se vieni con me»
Sbuffo, «okay, ora vattene che devo vestirmi»
Lui si alza e si avvicina a me, e io per istinto indietreggio fino a quando non sento l'armadio dietro di me
«Devo in qualche modo ringraziarti per avermi salvato e aiutato»
«Io ho solo risposto alla chiamata» dico
«Se non avresti risposto io non sarei qua,quindi devo ringraziarti»
«Ero preoccupata per te, se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato»
Si avvicina ancora di più a me, e tra il mio corpo e il suo ci passa giusto un filo d'aria, il mio cuore batte cosi forte che temo che stesse per scoppiare. Chiudo gli occhi e attendo ma non arriva nulla, apro gli occhi e di Alessio non c'é più.
Non mi ha baciata, mi sarei aspettata che lo avrebbe fatto ma non l'ha fatto.
Forse non gli piaccio come bacio?
Nei baci precedenti non ho superato le sue aspettative?
Vai al diavolo Alessio Gaudino.
Sono anche in ritardo, mi vesto velocemente e corro verso la lezione di francese.
«Allora che è successo con Gaudino?» domanda Mia appena mi siedo
Le lancio un'occhiataccia, «non ne voglio parlare»
«Va bene ho capito»
Durante la lezione non sono molto attenta a quello che sta dicendo, la mia mente sta ancora a stamattina.
Perché non mi ha baciato?
Finita la lezione mi precipito al bar
«Un caffè bello forte» e mi siedo
«Ma non dicevi che qua la facevano schifo» domanda Michele
«Oggi ne ho bisogno mi devo svegliare»
«Giulia guarda che a me non devi mentirmi per forza»
«Non sto mentendo»
«Allora che ci facevi con Alessio ieri sera?»
Merda.
«Non stavo con lui ieri sera»
«Quando sei uscita ieri sera, ti ho aspettato che rientrassi e così ti ho visto assieme a lui»
Meglio che gli dica la verità
«Si, ieri sera sono andata a prendere Alessio che si era ubriacato in un bar, mi hanno chiamato la proprietaria, se non ci sono andata a quest'ora sarebbe in questura»
«La cosa migliore che potesse capitare»
«Michele!»
«Scusa ma sai che non mi sta tanto a genio, fa il fighetto, il più bravo»
«Ecco il suo caffè»
«Grazie»
«Ti va di fare due passi oggi pomeriggio?»
«Posso risponderti più tardi?»
«Certo».
Non ho ancora incontrato Alessio e lo preferisco, ma non posso che scontrarmi con Angelica
«Che cosa vuoi adesso?,»
«Che stai lontana da Alessio»
«Io direi di più al tuo fidanzato, è lui che non mi sta lontano»
«Per lui non significhi proprio nulla, sei solo una ragazzina e se hai solo altamente immaginato che ci potesse essere qualcosa tra voi due, hai pensato male, Alessio non è fatto per te, ma sono io la sua ragazza giusta»
«Auguri e tanti figli maschi» dico e faccio per andarmene ma lei mi afferra per il braccio, «ti tengo d'occhio, non mi incanti con la tua faccia d'angioletto»
Alzo gli occhi al cielo poi vado a fare lezione.
Che ragazza egocentrica.
Sono io la ragazza giusta per lui,
Per lui non significhi proprio nulla.
Sei solo una ragazzina.
Nonostante la odio profondamente, ha ragione.
Io non sono nulla per Alessio, siamo troppo diversi e Mia mi aveva anche avvertito che innamorandomi di lui avrei solo sofferto e io non l'ho ascoltata.
Per dimenticarlo adesso devo trasferirmi al Polo Nord.

Il pomeriggio vado a posare i libri nell'armadietto ma appena lo apro cade un foglietto, lo raccolgo

Allora mi accompagni al bar di ieri sera?
Se è si,ti aspetto alle cinque davanti al cancello.
Ale

Che faccio vado o non vado?
Almeno posso togliermi questo dubbi perché non mi ha baciato stamattina come le altre volte?
Chiudo l'armadietto e vado verso il cancello, e lo vedo appoggiato al muretto con il suo solito cappello grigio e sta fumando in attesa, mi avvicino
«Ciao»
«Sei venuta pensavo che non saresti venuta»
«Sai che mantengo le mie promesse»
Butta per terra la sigaretta e ci incamminiamo verso il bar
«Sai Ale non dovresti fumare cosi tanto, sei un ballerino e i ballerini non fumano»
«Mi aiuta a rilassarmi e a non pensare»
«Pensare a chi?»
Non risponde ma io sono sicura che lo voglio sapere?
Arriviamo al bar e devo quasi spingere Alessio per farlo entrare, «siamo venuti qua perché Alessio è venuto per scusarsi per ieri sera»
Vedo Alessio non dire niente e gli do una gomitata,
«Si, volevo chiederti scusa per quello che ho fatto ieri, non ricordo cosa però lei mi ha raccontato cosa ho fatto, e volevo ringraziarvi di non aver chiamato la polizia»
«Scuse accettate»
«Grazie»
E poi usciamo dal bar, «che cosa vuoi fare?» domanda
«Adesso?»
«Vuoi andare subito all'accademia o vuoi fare un giro?»
«Non devi vederti con Angelica?≥
«No, forse so dove andare».
Mi prende per mano e inizia a camminare, arriva quasi alla fine del centro abitato, «ma mi spieghi dove stiamo andando?»
Non dice nulla poi si ferma vicino a un albero, manneggia con qualcuna e compare una scala di legno. «E questa?»
«Sali forza»
Lo guardo poi salgo cercando di non cadere.
Alla fine della scala c'è una casa fatta di legno
«Spingi verso l'interno» dice
Lo faccio ed entro dentro la casa, è piccola ma accogliente
«L'ho fatto da ragazzo, mi sono voluti quasi tre anni e sei la prima ragazza che ci sale»
«Non ci credo»
«Credici, hai sentito quello che ha detto Alessandro era raro che uscissi con una ragazza»
«Invece mi ricordo che lui ti voleva vedere innamorato almeno una volta nella vita»
«E già credo che quel momento sia arrivato»
«Parli di Angelica?»
«No»
Si avvicina pericolosamente a me e io indietreggio fino a sbattere contro il muro.
«Io e te abbiamo una discussione in sospeso» dice,«la prima volta che ci siamo incontrati mi avevi subito colpito, avevi qualcosa di speciale, avevo già capito che non saresti stata solo una sola avventura ma qualcosa di più»
Si avvicina ancora di più tanto da non far passare neanche quel poco d'aria, mi sistema una ciocca dietro i capelli
«E si credo proprio che quel giorno sia appena arrivato» poi elimina quella distanza che c'era tra di noi facendo incontrare le nostre labbra.

Intanto il suo cellulare squilla.

"Dancing in Love"[Alessio Gaudino]Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt