CAPITOLO 3

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Sto aspettando che suonasse la campanella per andare a lezione di storia della musica e sono a parlare con la segretaria. È giovane ed è molto simpatica
«Dovresti lasciarlo»dice
Le ho raccontato la storia del mio fidanzato
«Siete in tanti a dirmelo ma non voglio farlo soffrire»
«Quante volte gli ho detto di non lasciarle qua» sbuffa tirando fuori un paio di cuffie
«No aspetta sono stupende, hanno un proprietario?» dico
« Alessio»
Le lancio sul bancone,«fanno cagare allora» dico
Sorride, «è simpatico dai»
«É lunatico» dissi.
Suona la campanella,«vado a dopo» dico ma sulle scale incontro Angelica
«Che intenzione hai?» domanda
«Andare in classe forse?» domando
«A me stai sulle palle, puoi comportati da diva con i prof ma stai lontano da Alessio» dice
«Altrimenti?»
«Tu stargli lontano»
Vedo Alessio avvicinarsi, «il tuo ragazzo è una pappamolla, te lo regalo con un fiocco rosso» dico e poi me ne vado.

Tra una pausa e l'altra sono seduta al bancone di fronte alla segreteria ad ascoltare musica con una sola cuffietta all'orecchio, quando arriva Alessio
«Dove sono le mie cuffie?»
«Io qua sopra le ho lasciate» dice
«E adesso sono sparite, guarda caso»
«Stavano qua sopra, c'era anche Giulia che può confermarlo» indicandomi
«Allora ci credo poco» dice
«Ma vaffanculo» dico.
Esce il preside dal suo ufficio, «che sono queste urla?»
«Mi hanno derubato»disse Alessio
«Esagerato» dico
«Adesso controlleremo gli armadietti e chi ha rubato verrà punito»
«Non credo che sia un'idea buona» dissi
«Per caso hai paura?» mi sfida Angelica
«Non ho niente da nascondere»
«Allora dimostralo» disse Alessio
Alzo gli occhi al cielo e vado verso il mio armadietto e aprendolo e per terra cadono proprio le cuffie
«Non hai niente da nascondere eh?»
«É proprio una bugiarda»
«Non è come sembra» cerco di difendermi
«Ma l'armadietto è suo no? Qualcuno deve averle messe le forza non possono essere state da sole»
«Ma non sono stata io» Dico
«Male Fernandez male, neanche il tuo terzo giorno e già un richiamo,questo potrà costarti il ruolo principale»
«Ma...»
«Evita di parlare, e seguimi ho un bel lavoro per te».
Sbuffo e seguo il preside, che esce dall'edificio per entrare in un altro, è la biblioteca
«Vedi com'è disordinato qua?»
«E già sembra camera mia» dico
«Ottimo, perché come ordini la tua camera farei la biblioteca» disse
«Da sola?»
«Si»
«Ma è ingiustizia questa» dissi
«Il mondo è pieno di ingiustizie, buon lavoro» ed esce.
Sbuffo e inizio a sistemare, prima faccio prima finisco.
Due ore dopo ho sistemato già tutti gli scaffali e i tavoli, e decido di lavare anche le finestre, ma la scala é traballante e lentamente riesco a salire.
Sono concentrata a pulire canticchiando e sento la porta aprirsi,  mi giroper vedere chi fosse ma metto male il piede e cado.
Solo dopo mi rendo conto di essere tra le braccia di qualcuno, apro gli occhi e incontro con gli occhi marroni, che riconosco perfettamente. Alessio
«Presa al volo»dice
«Lasciami idiota»
«Ringraziarmi no? Ti fa troppo carina vero» domanda
«Non te lo meriti, fammi scendere»
Mi fa scendere dalle sue braccia
«Non pensare che con questo atto di generosità ti perdona, per colpa tua ho perso le lezioni» dico
«Molte mi ringraziano e morirebbero per stare al posto tuo,da sole con me»disse
«Io preferisco morire piuttosto che stare con te»dissi
«Io credo che anche tu mi desideri» disse avvicinandosi
Decido di giocare al suo gioco d mi avvicino ancora di più, «hai ragione» -sussurro, le nostre labbra sono quasi vicine, rompo le distanze baciandolo ma all'improvviso gli tiro un calcio nelle parti bassi, lui grida e si piega in due, ed io esco correndo dalla biblioteca
«Te la farò pagare» sento urlare
Mi giro e gli mostro il medio, poi corro in camera.
Mi sono vendicata.

Sono in camera da sola, Mia è con un ragazzo che non so chi sia, e ho studiato tutto il pomeriggio forse vado a fare qualche esercizio di danza,e così feci.
Prendo le punte e andai in sala, sperando che fosse vuota, mi preparo e faccio una coreografia che ho fatto tante volte con la mia insegnante.
Ballare mi faceva sentire libera, non mi fa pensare ai miei problemi.

Alessio's pov
Dopo quella sventura in biblioteca, sono andato in camera ma prima sono passato davanti alla sala danza mentre stava ballando.
Rimango ipnotizzato dalla sua bravura.
Questa ragazza ha qualcosa di speciale, mi attira qualcosa per spingermi avvicinarmi di più a lei, non è mai successo in tutti gli anni, di solito sono le ragazze ad avvicinarsi e a me non importa più di tanto
«Mi stai spiando per caso?» domanda lei distorgliendomi dai miei pensieri
«Passavo qui per caso»
«Se guarda caso» sorpassandomi ma la blocco
«Per colpa tua stavo per cambiare sesso»
«Te lo meritavi»
«Nessuna mi ha mai fatto una cosa del genere»
«Il mondo è pieno di prime volte» dice
«Sei brava sai? Mi stupisco come dietro ad un talento così straordinario ci sia una ragazza così maleducata e acida» dico
«Anch'io mi stupisco come una persona cosi antipatica possa essere il migliore della scuola» dice e se ne va, ma io la seguo
«Però pochi secondi fa mi hai baciato»
«Faceva parte della vendetta carino, a me non interessi, e smettila di seguirmi,non hai qualche oca da scoparti?»
«Davvero pensi questo di me?»
«Si»
«Peccato che non sono così» dico
«Alessio stasera allo stesso orario?» domanda una ragazza del secondo anno, che studia hip hop
«Prendi in giro qualcun altro Alessio» dice Giulia andando via ma questa volta non la seguo perché vengo bloccata da questa ragazza
«Stasera no, anzi è finita qua»
«Non può dire sul serio»
«É finita punto» dico e vado via lasciandola sola.
Ora ho solo un obiettivo: riconquistare la fiducia di Giulia.
Adoro litigare con quella ragazza, è bellissima quando si arrabbia. E quando sorride.
Dicono che per far innamorare una ragazza, bisogna farla ridere..ma peccato che ogni volta che ride lei sento qualcosa nello stomaco, qualcosa di piacevole. Ma non so cosa.
Vado in camera e mi infilo sotto la doccia con la speranza di togliermela dalla testa.
Ma è praticamente impossibile.

"Dancing in Love"[Alessio Gaudino]Where stories live. Discover now