47. Grazie

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" Non riesco a credere di essere un uomo libero " disse Louis osservando la pergamena che attestava il fatto che non era più uno schiavo.

" Ci devi credere" rispose Harry, ingozzandosi di pesche conservate nell'aceto.*

I due erano seduti ad un tavolo di una popina del centro di Roma e stavano finendo di cenare.

Louis osservò con un sorriso il viso del suo compagno tutto sporco del succo dei frutti che stava mangiando e, scuotendo la testa divertito, lo pulì con il suo tovagliolo.

" Hai mangiato abbastanza, Louis?" chiese Harry sorridendogli.

" Sì, ho mangiato abbastanza e, se vado avanti di questo passo, diventerò una balena..." rispose Louis imbronciandosi.

" Oh....a me se si ingrossa il tuo fondoschiena fa solo piacere!" sbottò il riccio.

Louis lo guardò malissimo ed Harry, credendo di averlo offeso in qualche modo, si affrettò a scusarsi.

" Mi dispiace, non volevo dirti una cosa così volgare, non volevo parlarti come uno degli uomini che venivano al bordello"

Louis si intenerì subito e sussurrò:

" Stavo scherzando, Harry, so che non sei come loro, a me fa solo piacere che ti piaccia il mio corpo".

Harry fece ricomparire il sorriso e, maliziosamente, aggiunse:

" Allora quando torniamo a casa posso toccarlo?...il tuo fondoschiena, intendo..."

" Cretino " disse Louis non riuscendo a trattenere una risata.

Quando tornarono a casa, sistemarono alcune cose e poi si trovarono sdraiati insieme sul letto.

" Ancora pochi giorni e potremo ripartire" disse Harry rompendo il silenzio che si era creato.

" Allora venderai la casa allo stesso uomo che ha comprato il bordello di tuo padre?" chiese Louis.

" Sì, è la soluzione migliore. Domani mattina vado a parlargli"

" E i mobili?"

" La venderò così com'è, la casa di Rimini ha tutto ciò che ci può servire, porterò con me solo i ricordi di mia madre e le cose preziose"

Louis si girò su un fianco e si accoccolò vicino a lui.

" Posso fare una cosa?" chiese Harry indeciso.

Louis sollevò gli occhi e si specchiò nei suoi, così verdi e brillanti, poi annuì e sorrise.

Harry, allora, lo fece distendere sulla schiena e gli sfilò la tunica e la fascia inguinale.

Osservò per lunghi istanti il suo corpo, poi, con  una mano, accarezzò i lividi e le cicatrici che ricordavano la terribile vita che aveva dovuto sostenere.

Spostò lo sguardo sul suo viso e notò che Louis teneva gli occhi chiusi, quasi stretti dalla paura.

Si chinò e cominciò a baciare ogni singolo punto del suo corpo e, ad ogni bacio, Louis tremava sempre di più.

" Io sono così...sporco " sussurrò Louis, non riuscendo più a trattenersi.

" No, piccolo " rispose Harry abbracciandolo e stringendolo a sè " ...è perché non hai mai fatto l'amore e hai paura".

Louis gli bació il collo e, contro la sua pelle, disse:

" Grazie...grazie per essere così paziente e dolce, grazie ".

Harry lo cullò delicatamente e lo fece addormentare fra le sue braccia.

* gli antichi romani non avevano i frigoriferi come noi, quindi per conservare maggiormente la frutta la mettevano nell'aceto.

Spes, ultima dea...  ( Larry Stylinson )Where stories live. Discover now