36. Mai più

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" Grazie, padrone " sussurrò Clelia, tenendo in mano la borsa nella quale il venditore aveva messo la sua bambola.

" Sono contento che ti piaccia e a Louis cosa possiamo regalare?" chiese Harry, guardandosi intorno.

" A Louis piacciono i braccialetti; una volta mi ha raccontato che, quando era in Britannia, ne aveva uno che gli aveva regalato la madre, ma poi, quando è diventato uno schiavo, gli è stato portato via " rispose la piccola.

" Va bene, andiamo a vedere su quella bancarella!"

I due si avviarono verso una bancarella gestita da un uomo di chiare origini orientali, vista la pelle scura e gli abiti strani e multicolori che indossava.

Harry indugiò di fronte alla merce esposta e, alla fine, scelse un sottile bracciale d'argento con tanti campanelli attaccati.

Dopo aver pagato, prese il pacchettino di stoffa che il venditore gli tendeva e si avviò verso casa con Clelia.

Quando arrivarono, trovarono Louis seduto su una sedia in cucina con il volto preoccupato.

" Credevo fosse successo qualcosa " sussurrò con le lacrime agli occhi.

" Ti ho lasciato un biglietto..." si giustificò Harry.

" Lo so è che io ho avuto paura...io..." balbettò, cominciando a tremare e a piangere.

Harry si rese conto che i nervi del ragazzo stavano cedendo, allora fece l'unica cosa che gli sembrò giusta.

Si sedette su una sedia e se lo tirò in braccio, stringendolo a sè.

Louis, in un primo momento, cerco di ritrarsi, poi, invece, si accoccolò sul petto di Harry aggrappandosi alla sua tunica.

" Io ero un soldato, comandavo guarnigioni di uomini e ora...ora guarda cosa sono " disse fra le lacrime.

" Non è stata colpa tua e...e mi dispiace per ieri sera, mi sono comportato come il peggiore degli uomini, mi dispiace "

" Ti fa schifo abbracciarmi?"

" No, assolutamente, solo che sei troppo magro e devi mangiare di più "

" Quando torneremo a Roma io e Clelia dovremo tornare al bordello, vero?" chiese Louis a bassa voce.

" No, vi porterò a casa con me, non vi lascerò più in quel posto, mai più " rispose Harry stringendolo maggiormente a sè.

" Grazie " sussurrò Louis contro il suo petto.

Harry lo accarezzò ancora un po' sulla schiena e poi disse:

" Dovremmo mangiare, Clelia inoltre deve prendere le sue erbe"

Louis, all'improvviso, si ricordò della piccola e si voltò verso di lei sorridendole.

" Ma che bel cappello che indossi!" esclamò.

" Me l'ha comprato il padrone e...e anche una bambola bellissima, vuoi vederla?"

Louis annuì e, mentre la bambina appoggiava su una sedia la scatola che conteneva il giocattolo, sentì una mano di Harry sul suo ginocchio.

" Mi spiace farti alzare, ma dobbiamo mangiare"

" Scusa, padrone, scusa..." disse Louis alzandosi di colpo.

Non appena si mise in piedi cercò di lisciare la tunica stropicciata di Harry e, involontariamente, la sua mano finì sul suo bassoventre.

Il riccio trattenne il fiato e Louis interpretò questo atteggiamento come repulsione nei suoi confronti.

" Scusa, padrone, non volevo " cercò allora di difendersi.

" Non è successo niente, Louis, non avere paura..." lo rassicurò Harry con un sorriso e quel sorriso fece scendere la pace sul suo cuore.

Spes, ultima dea...  ( Larry Stylinson )Where stories live. Discover now