27. Attrazione

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"Si sistemerà tutto", la voce pacata di Herion senza alcun filo di sarcasmo era quasi irriconoscibile. Non ci credeva affatto, come non lo credevo nemmeno io, però avevo bisogno di sentirlo e lui lo sapeva. Era una cosa strana, avere accanto una persona che sapeva tutto di te, pur non conoscendoti.
"Sai, nella storia non è mai esistito un legame come il nostro", parlò avanzando lentamente accanto a me. L'aria si era fatta più fredda, il cielo era scuro e denso, velato da nubi sparse e grigie antracite. Lui, percependo la mia confusione, continuò: "Per prima cosa, ho una forma...umana. Come ha detto tua sorella, la mia stirpe non esiste più da millenni. Seconda cosa, sono di sesso opposto al tuo, ed è veramente raro che un famiglio ed il suo cacciatore siano di sesso opposto. Diciamo che le due cose combinate, rendono la situazione...insostenibile", spiegò.
"Che vorresti dire? Per te è davvero così negativo sopportare l'umore bipolare di una donna? Che concetto maschilista", risi. Mi spostati i capelli all'indietro con una mano e mi voltai per guardarlo meglio. Il suo profilo era perfetto, dalla linea del naso dritto, alle labbra piene, alla mascella squadrata. Fece il sorrisetto sghembo che mi faceva impazzire, apprezzando la mia ironia. Si fermò improvvisamente con lo sguardo fisso a terra. Io feci qualche altro passo e poi mi bloccai. Non si muoveva, non capivo cosa gli fosse preso, accorciai la distanza tra di noi e cercai di vedere il suo volto. Lui alzò la testa di scatto, sorrideva. Si passò la lingua sull'arcata dei denti e poi la fece schioccare sul palato.
Mi prese con impeto alla base della nuca, avvicinandosi spaventosamente alle mie labbra. Non mi baciò, continuava a sorridere divertito.
"Tu sai già perché la situazione è insostenibile, mia padrona", sentivo il calore delle sue parole sulla pelle, la mia mente era totalmente annebbiata.
"È insostenibile il fatto che io voglia risugellare il nostro patto ogni volta che il mio sguardo si posa su di te. È insostenibile sentire l'attrazione che provi nei miei confronti e non saper cosa fare davvero", il suo respiro caldo profumava di cannella e mi fece venire l'acquolina in bocca. Deglutii senza spostarmi di un millimetro. "Non credo che il Consiglio delle Dinastie approvi una cosa del genere...ma dopotutto, il nostro legame è unico al mondo, no?", Herion continuava a parlare con voca bassa e roca, così vicino alle mie labbra che potevo sentire la staticità. Era una tortura dolcissima. Si avventò sul mio collo, lasciando una scia di baci che mi fecero venire brividi di piacere. Mi lasciai sfuggire qualche gemito senza avere abbastanza padronanza di me stessa per reagire. Mi spostò di peso dentro un garage deserto, le sue mani si muovevano con lentezza sui miei fianchi e quando trovarono la mia pelle, sentii il fuoco nelle vene. Improvvisamente, si avventò sulle mie labbra; passò la sua lingua sul mio labbro superiore e mi morse quello inferiore. Ormai ero alla frutta. Non riuscivo a smettere di baciarlo, di sentire il suo caratteristico sapore di canella, d'inebriarmi del suo profumo legnoso e accogliente. Le sue mani continuarono a spostarsi sotto la maglietta, lasciandomi totalmente in balia del desiderio. Con il pollice sfiorò il mio ombelico, scendendo fino al bottone del jeans, senza mai smettere di baciarmi e mordermi. Gemetti contro la sua bocca, combattuta tra il volerlo allontanare e il volerlo avvicinare a me fino a diventare davvero una cosa sola. Si staccò riprendendo fiato e si avventò sulla mia scollatura. Gli presi i capelli argentei tenendolo stretto a me, le sue mani armeggiarono sui miei pantaloni fino ad arrivare alla stoffa sottile e trasparente dei miei slip. Sbarrai gli occhi. Lo volevo, lo desideravo, non potevo smettere. Tra i miei pensieri sconnessi dovuti alla sua vicinanza, ce n'era uno chiaro e tangibile: Gabriel. Quello era l'effetto che Gabriel mi provocava e adesso provarlo con il mio famiglio non era per niente facile da gestire.Gabriel, Gabriel, Gabriel è colpa tua perché non ci sei. Tu non ci sei e adesso c'è Herion. Ho paura, cosa devo fare?, pensai. Ero talmente in crisi che non mi ero nemmeno accorta del fatto che Herion si fosse fermato. Mi guardava calmo, aveva le labbra arrossate ed i capelli scompigliati. Era ancora più bello del solito. Lo fissai a mia volta, una strana delusione si propagò nel mio petto. Non volevo che si fermasse... o sì? Mi sorrise.
"Credo che l'attrazione sia univoca, Aurora. Credo che quello che provi per me sia il riflesso di quello che io sento per te", spiegò. "Ma ho sentito qualcosa di unicamente tuo e per niente mio: la paura. Io non voglio questo per te. Io sarò tutto quello di cui avrai bisogno: un conoscente, un amico, un compagno, un amante, un padre, un fratello, una guardia del corpo; tutto quello che vorresti io fossi. Questo è l'unico modo che ho per amarti, Aurora. E la decisione spetta a te", fece un passo indietro. Lasciandomi il tempo per riprendere fiato e rimettermi a posto il cuore.
La verità era che prima l'attrazione per Herion era schizzata a livelli astronomici, mentre adesso, con il respiro regolare e tante domande per la testa, non sentivo nulla. Niente di niente, tranne la sua delusione. Gabriel era il mio chiodo fisso, la mia ossessione. La sua immagine era chiara e nitida nella mia mente, ogni suo gesto, la piccola espressione sul suo volto, il suo sorriso enigmatico, i suoi occhi delle più belle sfumature del mare e della terra, la sua voce carica di desiderio, le sue braccia forti che mi facevano sentire al sicuro. Prima di Gabriel non avevo mai notato nessun altro, non ero interessata nemmeno a trovare qualcuno. Quando lo vidi per la prima volta, capii che sarebbe stato la mia rovina. All'epoca non avevo idea di quanto fosse vero. Sara una volta mi disse in lacrime che l'amore era dare a qualcuno il potere di distruggerci. Ed io avevo fatto così con Gabriel. Mi ero fidata di lui fin da subito, dandogli il potere di frantumarmi come vetro. Io sapevo al cento per cento di dovermelo togliere dalla testa, l'avevo capito dal momento in cui mi ero vista allo specchio per la prima volta con due occhi diversi. Eppure niente, non ci riuscivo. Non ero più legata a questo mondo attreverso ai miei scopi, i miei obbiettivi, i miei sogni. Tutto era passato in secondo piano per lui, era diventato la mia forza di gravità.
"Ti innamori così, stronzetta. I ragazzi ti fottono il cervello. Può essere anche il ragazzo più brutto del mondo, il meno interessante, non lo guarderesti nemmeno se ti pagassero. Eppure ti onora una volta con un complimentino del cazzo tipo 'bel vestito' ed inizi a farti un sacco di domande: 'voleva dire che ho un bel corpo? Che gli piace il colore del vestito? Forse pensa che il colore mi stia bene e risalti i miei occhi?', e lì inizia a fotterti. Il tipo osceno di prima dice che hai un bel vestito e poi ti ignora. Poi torna e dice che gli piacciono i tuoi capelli raccolti - e ricomincia così. Inizi a pensare così tanto a lui, ai suoi atteggiamenti schivi, ai suoi complimenti in cui non si capisce se voglia portarti a letto o se sia gay - cioè, magari gli piace il tuo vestito perché gli ricorda la collezione primavera-estate 2013 di Valentino, chissà. Fatto sta che continuando a pensare al perché si comporta così, continui effettivamente a pensare a lui. E ti innamori, ovviamente", sorrisi, ripensando al monologo di Sara. Era proprio vero, avevo pensato così tanto a Gabriel che alla fine non riuscivo a pensare a nessun altro. Ma sentivo che sotto c'era qualcosa di più. Gabriel non era solo un bel ragazzo schivo. Con Gabriel avevo instaurato qualcosa: accogliendo il suo Vuoto, avevo accolto una parte di lui facendola diventare mia. Era una cosa molto più profonda e viscerale di quello che sembrava.
Sbuffai sbirciardo Herion dalla tenda che i miei capelli avevano formato di fronte al mio viso.
"Sei arrabbiato con me?", chiesi insicura.
"Non potrei neanche volendo", rise scompigliandomi i capelli. Mi sentii subito più leggera.
"Posso farti una domanda?", domandai un po' in imbarazzo riprendendo a camminare senza una meta. Lui si affiancò a me.
"Vuoi sapere perché provo attrazione per te e non la sorta di amore platonico che di solito lega il famiglio al suo cacciatore", affermò. Non era una domanda, ma mi chiedevo come facesse a leggermi dentro così, senza alcuno sforzo. Io potevo sentire quello che provava: il suo dolore, il suo amore, la sua preoccupazione, la sua delusione. Ma non potevo anticipare i suoi pensieri, le sue parole, i suoi gesti. Come faceva?
"Non lo so, forse perché ora, oltre ad essere un famiglio, sono anche un ragazzo. Quando ero una volpe non provavo questa attrazione, come tu non la provavi per me. Non lo so, credo sia chimica. Noi siamo perfettamente compatibili, due facce della stessa medaglia. Poi il fatto che tu sia così sexy non aiuta affatto", sottolineò con il solito sorrisetto. "Comunque, non credo che l'attrazione sia solo farina del mio sacco...voglio dire, guardami!", si indicò per poi lasciarsi ammirare, "Sono o non sono il ragazzo più bello che tu abbia mai visto?", fece una risatina sarcastica.
"Non ti montare la testa, Foxy, che ho visto ragazzi più belli di te", solo uno, in realtà, replicai.
Fece una smorfia buffa e scontenta. "Non è vero, sono bellissimo", ribattè offeso. Sospirai.
"Il più bello di tutti", mentii con un sorriso.

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