23. La teoria

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La bocca dello stomaco si chiuse improvvisamente, la mia mente ancora non stava realizzando il gesto di Herion. Le sue labbra erano morbide e sapevano di cannella, ma non ci pensai più di tanto. In realtà avrei dovuto avere molte cose per la testa: il mio demone volpe si era trasformato in un bel ragazzo che senza vestiti addosso mi stava baciando di fronte mia sorella ed i miei amici. Terribilemente imbarazzante. Però in quel momento ero concentrata sulla reazione che stava avendo il mio corpo. Quando vidi Herion per la prima volta mi sentii completa, come se avessi trovato un pezzo di me stessa. Con quel bacio, Herion aveva sigillato un patto, aveva incollato il pezzo vagante della sua presenza. Ora eravamo davvero legati, lo sentivo.
Le mie considerazioni durarono meno del previsto, perché Michele sembrava aver recepito il gesto prima di me e con la coda dell'occhio lo vidi avvicinarsi rapidamente al mio famiglio.
Herion si staccò velocemente, schivando il colpo che per poco aveva mancato il suo viso.
"Ti ammazzo", farfugliava Michele in preda alla collera. Cercai di mettermi in mezzo per evitare danni, ma Herion si mise davanti al mio corpo con fare protettivo, bloccò un pugno di Michele e lo spinse via con un sorrisetto arrogante sulla faccia.
"Ma che cazzo fai, coglione!", tuonò Devon con lo sguardo puntato su Michele. Quest'ultimo si bloccò, imbarazzato per essersi fatto riprendere dalla bella cacciatrice. Sara osservava la scena divertita, mordicchiandosi distrattamente un'unghia.
"L'ha baciata...", cercò di giustificarsi per il suo gesto esagerato. Lo fissai come un pazzo e lui abbassò lo sguardo, puntando i suoi piedi.
"Herion è il suo famiglio, ha sigillato un contratto per la vita, non l'ha baciata! Certo, il fatto che ora sia un umanoide rende le cose apparentemente romantiche, ma tutti noi cacciatori dobbiamo stipulare il contratto così! Compresa me con Kharys!", sibilò visibilmente incazzata. Herion si voltò verso di me il suo sguardo bicolore era dolce.
"Ora siamo legati, sono un'estensione di te, Aurora", mormorò abbracciandomi. Il fatto che fosse nudo mi fece avvampare.
"Una m-mia est-estensione?", balbettai sopra la sua spalla. Era molto più alto di me, per respirare dovevo mettermi in punta di piedi.
"Immagina il tuo famiglio come una parte di te, come un arto. Se il famiglio dovesse malauguratamente perdere la vita, il cacciatore vivrebbe: male, senza più un pezzo di sé, ma continuerebbe ad esistere. Al contrario, se un cacciatore muore, il famiglio non sopravvive. Puoi vivere senza un braccio, ma il braccio non può vivere senza di te, mi segui?", spiegò l'Ignota. Deglutii rumorosamente all'informazione, staccandomi dall'abbraccio di Herion.
"Non ho in programma di morire a breve", sorrisi rassicurante. Feci ridere la maggior parte dei presenti, tranne Michele che si torturava le mani nervosamente.
"Tu, procura dei vestiti alla Volpe", ordinò Devon a Michele. Lui alzò repentino lo sguardo, era risentito.
"Perché io?", chiese. Qualcosa nella sua espressione mi fece capire che non era propenso ad eseguire gli ordini.
"Pensi che avremo il tempo di fare shopping per lui? Avete circa la stessa taglia, procaccia qualcosa di tuo. Oppure preferisci vederlo nudo ancora per molto?", Michele cambiò espressione. La voce sarcastica di Devon mi fece fuoriuscire una risatina acuta che bloccati portandomi una mano alla bocca.
"Io sì", rispose Sara alla domanda di mia sorella. Ovviamente, alzai gli occhi al cielo con un sorriso.
"Hai dei limiti temporali?", Devon non si soffermò nemmeno sulla risposta di Sara, si voltò verso il mio famiglio.
"No, posso rimanere così per tutto il tempo che voglio, anche per sempre", rispose lui con la voce come il miele ed un sorrisetto strafottente. Mia sorella non se lo aspettava di certo, ma emulò un'espressione soddisfatta e si girò.
"Seguimi, sorellina", imperò di nuovo. Non si era capito che le piacesse comandare. "Ti insegno ad uccidere i demoni".

~

Sara si era proclamata stilista del nostro gruppetto sgangherato. Devon aveva assolutamente proibito minigonne e tacchi per le ragazze, in caso avessimo avuto bisogno di scappare o combattere. Mi sentivo ridicola nei pantaloni di pelle aderenti che mi erano stati affibbiati. Li guardavo torva, ancora in reggiseno, sperando che Sara mi proponesse un maglione per non prendere freddo.
Come non detto, pensai, quando entrò nella mia stanza con un top così corto da sembrare illegale.
Devon indossava delle calze a rete mezze strappate, un paio di stivaletti alla caviglia, dei pantaloncini di jeans microscopici e una maglietta trasparente. Sembrava piuttosto a suo agio con il suo outfit. Indossai riluttante la "maglietta" che mi lasciava scoperta la pancia e mi misi la giacca di pelle. Sara aveva una tutina verde bottiglia che le stava divinamente; quando uscimmo dalla stanza, invidiai i ragazzi nei loro jeans e maglietta.
"Bel posto", commentò sarcastico Herion arrivati al Bunker. Sara aveva constato che senza vestiti eleganti, una serata di musica elettronica sarebbe stata la scelta migliore. Il campionario di gente presente aveva dei capelli assurdi, con rasature laterali e colori sgargianti. Quasi tutti avevano vestiti enormi, poco ricercati ed il corpo cosparso di piercing. Adoravo il loro stile, nonostante non mi appartenesse.
Sbuffai, la fila per entrare era davvero lunga. Vicino al buttafuori, c'era un'errante di sesso femminile con una bruttissima ferita all'altezza del petto. La guardai e ricambiò con un sorriso, parandosi davanti a me alla velocità della luce.
Entra nella mia lista, fino a mezzanotte le ragazze entrano gratuitamente, cinguettò. Aveva i capelli rossi fuoco a caschetto, gli occhi blu ed un piercing al naso.
"Non posso entrare con te", risposi con timidezza. La ferita al petto sembrava non smettere di perdere sangue e la macchia continuava ad ingrandirsi ed inzuppare la maglietta bianca sbrindellata.
Perché no?, chiese imbronciando le labbra sottili.
"Perche sei...come dire...morta", sussurrai indicando la macchia sulla sua maglietta. Lei si guardò il petto, poi sgranò gli occhi e scomparve.
"Errante?", chiese Sara toccandomi il braccio. Io annuii un po' scossa.
"Secondo me, ne troverai parecchi qui dentro, sembra un covo di tossici", commentò Devon con poca delicatezza. Sara la guardò torva.
"Ricordi quello che ti ho detto prima di uscire?", sussurrò vicino al mio orecchio per sovrastare il gran baccano che c'era. La musica era martellante ed altissima, tanto che sentivo le vibrazioni pur non essendo ancora entrata.
"La pietra rossa assorbe l'energia negativa, ovvero quella di cui si nutrono gli spiriti demoniaci, come se fosse la loro energia vitale", ripetei le informazioni recepite quel pomeriggio.
"Ok, adesso ti dirò un'altra cosa: i demoni non si nutrono con la bocca, come noi", indicò praticamente tutto lo spiazzo davanti al locale, "I demoni si nutrono con gli occhi, sono anche capaci di ipnotizzare, farti avere allucinazioni. Portano i terreni alla pazzia per nutrirsi della loro energia", sibilò cupa, avanzando piano con la fila. Si tenne a debita distanza da due ragazze in piedi di fronte a noi, e si riavvicinò: "Non fraintendermi, hanno la bocca. Alcuni hanno anche denti lunghi venti centrimetri e affilati come lame...Ma le usano solo per ferirci o ucciderci", sorrisi.
"Grazie per l'informazione dell'ultimo secondo", intendevo essere sarcastica, ma la voce mi uscì tremante come una fogliolina in autunno.
"Non ti preoccupare, sorellina, ti proteggo io", ammiccò. Sentii la mano di Herion prendere la mia ed improvvisamente la sicurezza si fece largo nel mio petto. Lo guardai, pensando che il suo sorriso fosse secondo solo a quello di Gabriel, alla pari con quello di Michele.
"Ah, un'altra cosa", Devon parlava di corsa, perché il buttafuori stava proprio per farci entrare, "Non sempre si capisce dove cazzo siano gli occhi degli spiriti demoniaci, quindi, nel caso sia difficile individuarli, useremo questa", mi passò una pietra quadrata, di colore viola, con un buco in mezzo, "Ti basta semplicemente guardarci attraverso", urlò inghiottita improvvisamente da una mandria di ragazzi. Strinsi di più la mano di Herion, che perlustrava la zona dal suo metro e ottanta. La musica era altissima, ma ti trasportava. Vidi Sara ciondolare su se stessa guardandosi intorno per procacciare ragazzi, ma non le riusciva molto bene perché puntualmente il suo sguardo finiva su Herion. Michele mi passò un drink annacquato e troppo dolce che bevvi malvolentieri, ma dopo più di venti minuti di calma piatta, decisi di rilassarmi.
"Aurora!", l'urlo spezzato di Sara mi riportò in stato d'allerta. La cercai dove l'avevo vista qualche attimo prima, ma di lei nessuna traccia. Girai per tutta l'enorme sala cercando solo chiome bionde, ma la luce scarseggiava e i flash continui non aiutavano. Mi scontrai con qualcuno e quando riaprii gli occhi, mi ritrovai davanti a Devon.
"Sara è scomparsa", tre parole fatte per il novantanove per cento d'ansia e l'un per cento di rabbia.
"La troveremo", fu la sua promessa.

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