Capitolo 35. Ti amo

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Pov Edmund

Li avevamo aspettati per giorni da quando se ne erano andati e dal momento in cui li avevo rivisti entrare da quella porta, una rabbia omicida si impossessò del mio corpo. 

Non appena vidi il vecchio lo colpii con un pugno sulla guancia, facendo trasalire Lucille dalla paura.

-Dove siete stati?- urlai. Travis mi guardava sorridendo debolmente.

-Vacci piano, mon ami.- sussurrò Clotaire e io gli diedi una spinta, così forte da farlo sbattere contro il muro. Lucille mi aveva messo le mani, coperte da due paia di guanti, sul petto. 

Mi guardava supplicante e fiduciosa del fatto che non avrei continuato. Clotaire si stava pulendo il sangue che usciva dal naso con un fazzoletto. I due guardarono il loro rifugio come se non lo avessero mai visto, in effetti era cambiato qualcosa da quando se ne erano andati, ma la cosa che colpì di più i due fu la quantità di lenzuola accatastate da una parte nella stanza e piene di sangue. Loro si aspettavano che Travis sarebbe venuto a cercarli, ma avevano lasciato noi a prendere il loro posto.


Loro sapevano.


La rabbia non mi abbandonava, così decisi di mollarli lì e di andare da Amy.

-Cosa è successo? Cos'erano quei rumori?- mi chiese vedendomi. Era sempre debole e sempre più bella nonostante tutto.

-Sono tornati...- sussurrai appena sperando che non mi sentisse.

-Clotaire? Lucille?- mi chiese alzandosi appena, così le misi un altro cuscino sotto la testa e lei mi accarezzò una guancia.

-Si, loro.- la guardai con ardore e lei mi sorrise, prima di dirmi "Grazie". Lo faceva ogni volta che ero gentile con lei. Non potei resistere e la baciai. Amy rispose al mio bacio con meno fervore, ma allo stesso tempo mi accarezzò la leggera barba che mi era cresciuta in quei giorni. 

Le baciai i palmi delle mani e poi le diedi un ultimo bacio sulla guancia. Lei si mosse un po' e spostandomi notai la smorfia che aveva messo su.

-Che c'è?- le chiesi sorridendole.

-La tua barba pizzica!- mi rispose con semplicità, come se non fosse ovvio. Le sorrisi prima di tuffarmi su di lei e senza farle male iniziare a baciarle il collo, pizzicandoglielo con la mia leggera ricrescita. Amanda iniziò a ridere convulsamente tenendosi la pancia.

Il nostro momento di pace e tranquillità fu però interrotto da Lucille che, bussando, spezzò l'intimità che avevamo creato.

Amanda guardò Lucille con diffidenza e prima che aprisse bocca, Amy la bloccò dicendole qualcosa in francese. Vedevo dai suoi occhi che le costava molto dire quello che stava dicendo e non sapevo se avrebbe condiviso con me i suoi pensieri. Ci fu un veloce scambio di battute e la signora francese si ritirò con le lacrime agli occhi.

Guardai Amanda interrogativamente, ma lei guardava ancora la porta da dove era uscita Lucille.

-Non ho voluto sentire cosa avesse da dirci, non riesco a fidarmi di loro. Sapevano che Travis sarebbe venuto per loro, ma hanno fatto trovare noi.- Amy mi guardò e io le accarezzai il dorso della mano. Mi sorrise e, con gli occhi, mi chiese di avvicinarmi un po' di più .

Oramai eravamo arrivati al famoso punto di non ritorno. Io sapevo quello che passava nella sua testa o almeno credevo e lei sicuramente sapeva quello che passava nella mia.

Sono sicuro che come tutte le donne si starà facendo pippe mentali assurde.

-A cosa stai pensando?- mi chiese.

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