Capitolo 8. Incidente

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Capitolo 8

Pov Amanda

Honor era arrivata come un angelo e mi aveva subito rassicurato dicendomi che il fratello non aveva la minima idea di cosa volesse dire avere un ragazza che non gli si conceda in tre balletti e che se io avessi resistito mi avrebbe fatto una statua onoraria.
La festa finì verso le due del mattino e dopo essermi addormentata su un divanetto (che vergogna che sono), Edmund da galantuomo decise che mi avrebbe riportato a casa.
Eravamo in macchina e Mister-faccia-da-schiaffi non mi toglieva gli occhi di dosso un solo minuto! Accidenti a lui, avrei tanto voluto mollargli una sonora pizza, ma stava guidando ed era meglio non finire in fondo alla scarpata per così poco.
-La pianti?!- esclamai dopo l'ennesima occhiata. Non ce la facevo più, un pò va bene, ma così no! Disgraziatamente Honor non era con noi.
-Di fare che?- chiese lui innocente.
-Di guardarmi!- mi girai di scattò e piantai i miei occhi dentro i suoi, poi mi accorsi che mi stava guardando e sbraitai un "Guarda la strada!"
-Ti fai troppi film, non stavo guardando te!- disse lui riprendendo a guardare la strada.
-Ah si?-
-SI, stavo ammirando il vestito! E poi potresti trovare una scusa più plausibile!-
-Una scusa?-
-Si, stai chiaramente cercando di farti ammirare da me!-
Oh Signore benedetto!
-Sei un subdolo!-
-Ah si e perché mai?-
-Perché a me non me ne frega niente di farmi notare da te! Non mi importa che gli altri mi notino e soprattutto TU!- bugia! In realtà mi lusingava molto il fatto che mi trovasse in qualche modo attraente. Ma devo mantenere anche una mia dignità dopotutto.
-Posso chiedere perché?-
-No!- non volevo e non dovevo rivelare tutti i miei pensieri e le motivazioni a quel pervertito!
-Va bene, non ti scaldare!-
-Sei tu che mi fai arrabbiare!-
-Oh certo, ora è colpa mia se sei scontrosa, testarda e insopportabile!-
-Come ti permetti! Tu non mi conosci!-
-Mi dispiace soprattutto per chi dovrà starti accanto!-
-Cosa vuoi dire?-
-Che sei così insopportabile e tesa che nessuno vorrebbe stare con te! Devi rilassarti e vivere!-
-Ma tu che cazzo ne sai!?!?!- okay, avevo sbroccato.
-Ehi! Non usare quel tono con me!- si girò verso di me minacciandomi con l'indice, ma da stupido qual era non notò un cervo sulla strada e stava andando troppo veloce.
-Edmund!- urlai.
-Non urlare con me ragazz...- continuò lui continuando ad accelerare.
-Edmund il cervo!!!- urlai ancora e solo allora si voltò per guardare il cervo e non riuscì a frenare, così girò verso sinistra, finendo giù per la scarpata.
Sbattei la testa contro il cruscotto, non troppo forte perché avevo messo la cintura di sicurezza, ma dopo due secondi non vidi più niente e poi il vuoto totale.

Mi risvegliai dopo qualche ora, l'orologio del mio telefono segnava le cinque e dieci, quindi avevo "dormito" circa due ore e mezza contando che eravamo partiti alle due e un quarto e alle tre circa eravamo finiti nella scarpata. Incredibile che potessi fare certi calcoli dopo un'incidente!
Guardai avanti a me e vidi un grosso albero, forse una quercia che aveva parato la traiettoria della macchina: il cofano e i fari del Suv erano distrutti e il vetro aveva una piccola crepa sul lato destro; mi accorsi di aver perso sangue e di essermi fatta un piccolo taglio sul braccio sinistro con cui avevo cercato di ripararmi dalla botta contro il cruscotto, non avevo nulla di rotto fortunatamente.
Uno dei miei primi pensieri andò ad Edmund, che non era lì. Dove cavolo era andato? Era buio e ad illuminare quel pezzo di foresta c'era solo la luna piena e una leggera neve che scendeva lenta.
-Ed?- chiamai in un sussurro, ancora spaventata.
Non rispose.
-Edmund!- riprovai più calma e più sicurezza.
Ancora niente.
Riprovai.
Di solito non c'è due senza tre.
-Edmund Vittorio Grandi! Esci fuori!- era più un ordine che una richiesta. Sentivo le lacrime minacciare di venire fuori. Mi trattenni, non dovevo andare nel panico, non dovevo.
Faceva freddissimo! Decisi di uscire fuori, magari si era solo allontanato per "andare in bagno".
Presi il cappotto dei primi del novecento, lungo e color panna, ricoperto all'interno di pelliccia. Aprii la portiera e scesi dalla macchina: la neve era fredda e grazie al Cielo avevo messo le mie All Stars invernali anziché quei trampoli che facevano passare per tacchi. 1-0 per le comode scarpe da ginnastica.
Iniziai a camminare, se fossi rimasta in macchina sarei morta di freddo, avevo la ferita ancora aperta e dovevo trovare al più presto un modo per medicarla.
Stavo camminando da circa dieci minuti quando sentii dei rumori strani: forse era solo la mia immaginazione; forse era solo un rumore così a cavolo; forse era un animale.
La mia mente andò subito all'unico animale che avrebbe potuto rappresentare una minaccia per me in quel luogo ostile, il lupo.
Per quanto fossero belli i lupi, non credo che in questo momento sia in grado di trovarlo un animale adorabile.
Ancora un rumore.
Era sempre più vicino.
E io sempre più schiacciata contro l'abete che avevo trovato.
Ancora.
Era sempre più vicino.
Vidi delle scarpe e non so perché, ma mi misi a ridere. Delle lacrime scesero lungo le mie guance e la mia risata era isterica.
-Amanda sei tu?- chiese Edmund. Ora la sua voce era il suono più bello che potevo sentire.
-Edmund!- mi slanciai verso di lui e lo abbracciai. Non mi sarei mai aspettata tutto questo trasporto da parte mia. Anche lui mi abbracciò, mi abbracciò e mi diede un bacio tra i capelli bagnati dalla neve.
-Che cazzo ti è venuto in mente di scendere dalla macchina?!- mi chiese poi con voce roca senza sciogliere l'abbraccio.
-Avevo freddo e volevo trovare un modo per medicarmi la ferita.- dissi con voce tremante. L'adrenalina di prima si stava propagando in tutto il mio corpo, per lo scampato pericolo.
-L'avevo vista e così sono uscito per vedere quanto eravamo lontani dalla strada. Non mi ricordo cosa ho fatto dopo aver visto il cervo e non ricordo come siamo arrivati qui, però ho trovato a meno di un chilometro da qui del fumo, forse è una casa.- mi disse velocemente. Aveva freddo anche lui, perché stava tremando.
-Allora andiamo?- chiesi guardandolo negli occhi. Erano così belli... Amanda!!!
-SI, prima che muoia di freddo! Ce la fai a camminare?- mi chiese prendendomi la mano.
-Si.- dissi solo con determinazione e poi ci incamminammo verso una direzione.
-Dobbiamo essere silenziosi, tieni.- mi porse degli occhiali di quelli che si usavano per andare a sciare, un cappello e dei guanti.
-Dove li hai presi?- dissi io guardandolo stupita e continuando a camminare.
-Dalla macchina, domani mattina teoricamente avrei avuto la gara e questi fanno parte dell'attrezzatura per sciare.- disse senza smettere di guardare avanti.
-Ci sono i lupi, lo sai?- chiesi io retoricamente intrecciando la mia mano alla sua.
-Si, ma ho qualcosa che forse potrebbe tenerli a bada.- disse mostrandomi la borsa che portava. L'avevo notata solo ora. -Ricordati però che sono comunque velatamente incazzato con te!-
-E perché?- chiesi. Si poteva essere incazzati in una situazione del genere?
-Per due motivi: primo perché sei scesa dalla macchina senza aspettarmi e senza dirmelo; secondo perché se non avessi incominciato la mia bellissima macchina sarebbe ancora viva!- disse sussurrando per non fare rumore. Era adorabile... Amanda! Ti ha appena detto che è colpa tua di tutta quella situazione! Non è adorabile!
Accidenti a te coscienza! Allora dobbiamo ribattere ad una simile accusa!
-In primis non potevo sapere dove fossi e non vedendoti non ho pensato, ero e sono sotto shock; in secundis se tu avessi fatto il tuo dovere di guidatore e avessi seguito le indicazioni dei cartelli stradali non saremmo qui, ma a casa!.- dissi io a denti stretti.
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito sorridendo sovrappensiero.
Si sarebbe arrabbiato ulteriormente, oppure riconosceva che avevo ragione. Dopotutto chi tace acconsente. Ma mi pareva impossibile per Mister-ho sempre-ragione.
E quel sorriso?

Pov Edmund

Mi svegliai e vidi subito il cofano della mia macchina distrutto.
Accidenti! Che cazzo però!
Mi girai verso Amanda che aveva i capelli sparsi sul volto e una ferita sul braccio sinistro, forse aveva provato a ripararsi da qualcosa.
Che stupido! Se avessi guardato la strada tutto questo non sarebbe accaduto!
È che lei era bellissima con quel vestito.
Oh merda Edmund! Ma che ti prende? Ragazze più belle di lei e meglio vestite non ti hanno fatto questo effetto!
Però era anche colpa sua, aveva iniziato lei! Avevo visto come era diventata tutta rossa sotto il mio sguardo, ma lei doveva comunque indossare la sua maschera non-mi-guardare-altrimenti-ti-picchio.
Lo sapevo tanto che le faceva piacere, si vedeva dal suo rossore e dal suo modo impacciato di parlarmi.
Solo che pure io sono stato stronzo a dirle quelle cose!
Provai a chiamarla dopo aver controllato di non avere niente di rotto. Sembrava di no. Provai a girarmi verso di lei e nello spostare la gamba destra provai un dolore lancinante alla caviglia.
A quanto pare mi ero slogato una caviglia.
Cazzo!
-Amanda...- sussurrai il suo nome e dopo due volte decisi di scendere. Dovevo rendermi conto dove eravamo, come uscire di lì e cercare aiuto.
Scesi e aprii la bauliera, c'era tutta l'attrezzatura che mi sarebbe servita il giorno dopo per la gara, ma oramai addio gara. Incominciò a nevicare lentamente. Merda! La caviglia faceva male, ma non avevo altra scelta. Presi gli scarponi per gli scii e cercando di non urlare infilai i piedi lì dentro, poi mi incamminai verso un luogo alto per vedere meglio dove eravamo.
Ci eravamo allontanati molto dalla strada, ma un potei vedere un po' di fumo a circa mezzo chilometro verso est. Eravamo vicini alla Francia, forse avremmo incontrato qualcuno che parlava francese, ma se non ricordo male Matilde mi aveva detto che Amy parlava molto bene il francese, forse ce la saremmo cavata.
Dovevamo stare attenti ai lupi, potevano arrivare in qualsiasi momento.
Tornai alla macchina e lei non c'era. Un senso di vuoto si impossessò di me. Ebbi paura, rabbia e preoccupazione tutto insieme. Andai a cercarla, non doveva essere troppo lontana, forse aveva camminato per poco, sapevo che aveva freddo, ne avevo anche io, ma le giacche e le coperte termiche erano nella macchina di Marco.
Seguii i passi e dopo la sentii ridere.
-Amanda sei tu?- domandai scioccamente. La sentii pronunciare il mio nome e poi mi ritrovai il suo corpo a contatto con il mio. Era una sensazione strana, di solito quando le donne mi vedevano mi saltavano addosso, ma non in questo modo, era più la necessità di farlo piuttosto che un dolce abbraccio tra amici. Le diedi un bacio tra i capelli per rassicurarla.
Era per rassicurare lei o rassicurare te Edmund?
Stupida coscienza!
-Che cazzo ti è venuto in mente di scendere dalla macchina?!- chiesi poi con voce roca senza sciogliere l'abbraccio.
-Avevo freddo e volevo trovare un modo per medicarmi la ferita.- mi disse con voce tremante.
-L'avevo vista e così sono uscito per vedere quanto eravamo lontani dalla strada. Non mi ricordo cosa ho fatto dopo aver visto il cervo e non ricordo come siamo arrivati qui, però ho trovato a meno di un chilometro da qui del fumo, forse è una casa.- dissi velocemente, lei tremava dal freddo e io con lei.
-Allora andiamo?- chiese guardandomi negli occhi. Chiedevano aiuto.
-SI, prima che muoia di freddo! Ce la fai a camminare?- chiesi poi prendendole la mano.
-Si.- disse determinata e poi ci incamminammo verso est.
-Dobbiamo essere silenziosi, tieni.- le porsi quello che avevo recuperato dalla macchina: degli occhiali, un cappello e dei guanti.
-Dove li hai presi?- mi chiese evidentemente stupita continuando a camminare e lasciando per un attino la presa dalla mia mano.
-Dalla macchina, domani mattina teoricamente avrei avuto la gara e questi fanno parte dell'attrezzatura per sciare.- dissi senza smettere di guardare avanti.
-Ci sono i lupi, lo sai?- chiese lei cercando nuovamente la mia mano. Perché mi sentivo bene nonostante la situazione di merda?
-Si, ma ho qualcosa che forse potrebbe tenerli a bada.- dissi mostrandole la borsa che portavo con me. Dentro c'era del gas lacrimogeno, non so se avrebbe funzionato con i lupi, ma nel caso dovevamo prepararci a correre. -Ricordati però che sono comunque velatamente incazzato con te!- aggiunsi poi.
-E perché?- chiese ancora stupita.
-Per due motivi: primo perché sei scesa dalla macchina senza aspettarmi e senza dirmelo; secondo perché se non avessi incominciato la mia bellissima macchina sarebbe ancora viva!- dissi sussurrando per non fare rumore. Mi guardava esterrefatta. Era ancora più bella!
Edmund cavolo! La pianti?!
-In primis non potevo sapere dove fossi e non vedendoti non ho pensato, ero e sono sotto shock; in secundis se tu avessi fatto il tuo dovere di guidatore e avessi seguito le indicazioni dei cartelli stradali non saremmo qui, ma a casa!.- rispose a denti stretti.
Aprii la bocca per ribattere, ma poi mi accorsi che dopotutto non aveva tutti i torti e sfortunatamente non potevo dare libero sfogo alla mia rabbia, ma appena potrò mi vendicherò!
Sorrisi ripensando a quello che mi aveva detto.

Angolo Autrice
Salve a tutti!
Che ne pensate? Scrivetemi se potete, muoio dalla voglia di sapere se vi piace, se non vi piace, se fa schifo se è appassionante eccetera eccetera...
Serena

Je t'aime ~ IN REVISIONEOnde histórias criam vida. Descubra agora