Capitolo 25. Sogni

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Pov Amanda

-Amanda- mi sussurrò una voce, la sua voce.
Aprii gli occhi e li immersi nei suoi mentre le sue labbra esploravano il mio viso. Con non so quale forza e coraggio gli tolsi la maglia che indossava provocandogli dei brividi sulla schiena, e che le mie mani andavano a coprire.
Sentii le sue labbra sulle mie e sensualmente si muovevano in armonia e in sintonia, facendo uscire dei gemiti dalla mia bocca. Era tutto così bello, così perfetto, così meraviglioso.
-Amanda svegliati!- mi urlò qualcuno e io cercai di concentrarmi sulle labbra di Edmund, che nel frattempo mi aveva sfilato il vestito lasciandomi scoperta di fronte a lui.
-Amanda!- sbattei contro qualcosa che mi fece aprire gli occhi e capii di essere caduta dal divano. Quello stronzo!
-Ehi!- mugugnai concentrandomi sul probabile bernoccolo che avrei avuto!
-"Ehi!"? È mezz'ora che cerco di svegliarti! Hai proprio il sonno pesante eh?- mi chiese lui alzandosi dal divano e porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. Ci eravamo addormentati come dei baccalà, ma mi ricordo che era stato lui il primo a crollare, lasciandomi il privilegio di osservarlo senza sembrare una maniaca.
-Stai zitto!- gli ordinai poco gentilmente afferrando la sua mano per tirarmi su, ma il deficiente ne approfittò e mi attirò a sé facendo aderire i nostri corpi. Approfittatore!
-Eh no cara, ora mi dici che cosa stavi sognando!-
-Cosa?- aprii gli occhi e feci la faccia più sconvolta che uno alle nove del mattino poteva fare!
-O meglio, chi stavi sognando. Avanti! Dimmelo, mi stavi sognando!- accidenti a lui e a quel sorriso compiaciuto!
-Ma che stai dicendo? Forse l'aria del mattino ti da la testa? Ti prego la prossima volta svegliati più tardi!- cercai di divincolarmi, ma le sue mani si arpionarono ai miei fianchi e capii che non mi voleva lasciar andare.
-Te l'hanno mai detto che sei molto espressiva? Lo so che mi hai sognato!- come si divertiva, e come gongolava felice! Gli avrei spaccato la faccia! No, forse la faccia no, è così bello.
-Se lo sai che bisogno c'era di chiedermelo?-
-Non si sa mai, avresti potuto sognare qualcun altro!- ah si? Ora ti faccio vedere io!
-E che ne sai che non ho sognato un'altra?- misi i pugni sui fianchi e sentii la presa allentarsi un pochino e la sua bocca spalancarsi.
-Cosa?-
-Hai capito bene tesoro!- gli schioccai un bacio veloce sulla guancia e mi fiondai in cucina.
Evvai avevo vinto! Continuai a ridacchiare sommessamente ripensando alla sua faccia. Avessi avuto una macchina fotografica!
-Aspetta un po'! Tu stavi mugolando mentre pensavi ad una ragazza???- poveretto era chiaramente confuso.
-Mugolavo?- ora ero io però la sconvolta.
-Si, stavi sicuramente facendo un sogno erotico!- ammiccò con lo sguardo per un secondo e poi si ricordò della sua domanda. -Allora? Stavi sognando una ragazza?-
-Perché? Ti interessa?-
-No, assolutamente.- incrociò le braccia al torace e mi fissò per qualche minuto, ma poi ritornò all'attacco. -Okay, mi interessa molto va bene?-
Risi di gusto prima di rispondergli e decisi che per quella mattina poteva bastare.
-No.- controllai la sua faccia: dal teso e nervoso passò al rilassato e confuso.
-L'hai fatto apposta! Brutta antipatica!- non feci in tempo a girarmi che mi ritrovai sulle sue spalle a mò di sacco di patate e invano cercai di scendere. Gli diedi dei "pugni" sulla schiena, che per lui erano come solletico e mi dimenai. Arrivammo al divano e incominciai a ridere quando insinuò una mano sotto il mio vestito facendomi il solletico.
-No! Ti prego! Edmund! Basta, basta!- lo supplicai e lui da povero cretino continuava a ridere. Lui rideva e io stavo per morire, ma dettagli. Appena si rese conto di avere la SUA mano sotto il MIO vestito si fermò e delicatamente incominciò ad accarezzarmi la pancia, per poi salire un po' più su. Non potevo permettergli di scoprire che non avevo il reggiseno ed era meglio non tentare la sorte, così mi dileguai e mi rifugiai in cucina, sperando vivamente che non si presentasse.
Ero rossa dall'imbarazzo e dalla vergogna.
-Sai? Sono contento che tu non abbia sognato una ragazzo.- mi disse poi. No, quella non era decisamente la mia giornata fortunata. -E sono convinto che stavi sognando me.-
-Per te non c'è il minimo dubbio vero? Non può essere che abbia sognato un ragazzo che mi piace?- sbottai girandomi verso di lui. Era appoggiato allo stipite della porta posando tutto il peso su una spalla.
-È un modo contorto per dirmi che ti piaccio?- mi chiese e io strabuzzai gli occhi non credendo alle mie orecchie!
-No, è un modo per dirti che non ti ho sognato e che probabilmente potrei aver sognato un altro ragazzo che mi piace, no? - ovvio, come no.
-No.- mi rispose come se fosse ovvio.
-Come "no"?- ero indispettita, avevo un mestolo in mano e non avevo paura di usarlo. Più patetica di così...
-No, altrimenti non mi lasceresti fare questo.- mi rispose lui, avvicinandosi a me ed ebbi un brutto presentimento.
-"Questo" cosa?- chiesi ed ebbi subito la risposta alla mia domanda quando si chinò a baciarmi.
Teoricamente avrei dovuto usare quel mestolo che avevo in mano per cacciarlo, ma lui è così, così, così... arghhhhh! Non lo so nemmeno io com'è, ma il fatto è che mi piace e provo un forte sentimento per lui, quindi non sarei capace di allontanarlo, anche se so che prima o poi dovrò farlo.
Edmund si staccò dalle mie labbra per riprendere fiato, era stato un po' troppo passionale come bacio, e senza perdere tempo ci si rifiondò senza neanche chiedermi il permesso, ma dopotutto non lo aveva mai fatto, lo avevo abituato male!
-Vedi? Avevo ragione io!- se ne uscì così rovinando completamente il momento romantico che si era creato e allora la parte combattiva di me prese il sopravvento assestandogli una bella mestolata in testa.
Edmund urlò dal dolore e io fui soddisfatta.
-Perché?- mi chiese con una voce dolorante e per un secondo mi impietosii, ma solo un secondo.
-Perché mi hai baciata a tradimento!-
-Perché, le altre volte te l'ho chiesto?- che insolente!!! -E poi non mi sembra che ti sia dispiaciuto!-
-Stronzo!- mi girai e venendo meno ai miei principi decisi che lo avrei fatto soffrire un pochino.
Lo baciai e lo feci sedere sulla sedia, mettendomi cavalcioni su di lui. Gemette un po' mentre infilavo le mie mani nella sua maglietta. Ora, la cosa complicata di questa operazione era mantenere la calma e non farsi prendere dall'euforia. Non avevo mai fatto questo genere di cose se non con Matteo e ora ero molto fuori allenamento. Edmund ne approfittò per accarezzarmi le gambe e io sospirai sorpresa, notai lo sguardo di sfida nei suoi occhi ed ebbi la certezza che aveva capito, tuttavia non mi fermai. Incominciai a lasciargli una scia di baci lungo il collo e sulle spalle, sentivo la sua pelle tendersi e ne fui felice, lui mi lasciò fare e quando però cercò di approfondire quello che avevo iniziato, mi staccai da quella pelle perfetta e feci scorrere una mia mano lungo il suo torace per poi fermarmi all'elastico dei pantaloni. Alzando lo sguardo incontrai il suo e mi sentii strana.
All'improvviso smisi il giochino che avevo iniziato e cercai di ricompormi.
Facile a dirsi, ma a farsi un po' meno.


Angolo Autrice
Salve gente! Ho deciso di farmi perdonare per non aver aggiornato con questo capitolo e non preoccupatevi, domani aggiornerò! non sono più impeganta come le settimane passate! Spero che il capitolo vi piaccia e buona giornata!
Serena.



Je t'aime ~ IN REVISIONEWhere stories live. Discover now