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Una luce accecante inonda la stanza e io sono costretta ad aprire gli occhi.

"Buongiorno dormigliona"

Lus apre la tenda del soggiorno e solo ora mi accorgo di dove mi trovo.

Lei notando il mio sguardo confuso inizia a darmi spiegazioni "Ieri sera ti sei addormentata nel divano. Ho provato a chiamarti ma non c'è stato modo di farti svegliare"

"È davvero scomodo dormire qui"

Sono tutta dolorante così mi alzo per fare colazione.

Prendo al volo una tazza di latte caldo e gli butto una manciata di cereali. Li mangio velocemente.

"Ricordati che questa sera c'è la festa di addio all'estate e hai promesso di accompagnarmi per prendere un vestito"

"Non ti ho mai promesso niente"

"Però sei mia amica e le amiche di solito si sostengono a vicenda" mi fa gli occhi dolci.

Come riesce a convincermi sempre?

"E va bene"

Vado in bagno e mi rinfresco il viso. Prendo la prima cosa che capita dall'armadio e metto un filo di trucco perché oggi non ho proprio voglia di fare niente, figurati passare tutta la mattinata nei centri commerciali.

Nessuna delle due ha la macchina, l'unico del gruppo è Kevin e non credo si divertirebbe, quindi dovremo accontentarci di prendere il bus urbano. Anche se non so come faremo per portare tutte quelle buste che immagino Lus, riempirà di vestiti ed inutili accessori.

Dopo mezz'ora, tempo impiegato per l'attesa del mezzo e per il tragitto comprese tutte le fermate, finalmente arriviamo. Ormai le lancette dell'orologio sembravano non muoversi più.

"Puoi tenermeli tu?" La sua voce allegra mi risveglia dallo stato di trans.

Annuisco rassegnata e lei inizia a caricarmi di abiti di ogni tipo e colore. Sembro quasi un poggia abiti vivente.

"Seguimi" pronuncia e mi trascina davanti al lungo corridoio di camerini.

Quando ne trova uno libero inizia a provare l'infinità di roba che ha preso. Affaccia la testa dalla tendina e mi invita ad entrare.

"Non riesco a salire la cerniera posteriore, aiutami" obbedisco anche se non è solito nel mio carattere farlo e dopo minuti riesce ad infilarlo.

Esce ed osserva la sua figura riflessa. È un abitino blu notte sagomato in vita e con la gonna a tubino. Ma poi si accorge che non è uno specchio bensì una ragazza che indossa il suo stesso vestito.

Devo dire che le sta tremendamente bene.

"Ma guarda chi si vede, la tua cara amica" riesco a percepire l'ironia nella voce di Lus.

"Ciao"le corde vocali dell'altra emettono un debole suono tra il sorpreso e l'imbarazzato.

Guardo Lus, ha uno sguardo quasi competitivo nei suoi confronti.

"Anne" spezzo il silenzio perché la situazione stava iniziando a diventare ridicola.

"Da quanto tempo" dice lei anche se non è passato molto dall'ultimo giorno in cui ci siamo viste.

"Anche tu qui?"

"Si stavo per..."

"Non mi dire che volevi acquistarlo? È orrendo. La commessa mi ha obbligata ad indossarlo dicendomi che sarebbe perfetto per me, con il fisico che mi ritrovo, ma è davvero" fa un'espressione di disgusto "scommetto che lo ha fatto anche con te, vero? Odio quando sono così insistenti. Anzi credo che me ne andrò, io e Cara stavamo andando via bè ciao"

Mi trascina via senza darmi nemmeno la possibilità di ribattere.

"Non fare domande, non la reggo quella ragazza, non riesco a capire come fai a sopportarla"

Sospiro per calmarmi.

Dopo un po', rassegnate di non acer trovato nulla di interessante entriamo nell'ultimo negozio del grande edificio.

Finalmente riesce a trovare un vestitino in pizzo color cipria.

"Tu cosa metti?" Mi chiede.

"Non so qualche vestito non troppo elegante che ho già, voglio essere comoda per divertirmi"

In realtà non voglio chiedere dei soldi ai miei per uno straccio che poi non metterò. Non mi sembra giusto.

"Non se ne parla nemmeno, prendi ciò che vuoi tanto paga mio padre"

"Non fa niente, davvero" rifiuto ma lei insiste.

Così dopo poco cedo e provo un paio di vestiti. Alla fine decido di prendere una camicetta bianca con degli shorts a vita alta bordeaux.

Poi ci avviciniamo alla cassa per pagare.