ร ε t t ε

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"Mi spieghi cosa ci fai sotto casa mia alle 5 del mattino?" La mia voce risulta molto alterata nonostante il fallito tentativo di rimanere calma e di non far notare la mia paura.

"Dopo che siamo usciti dalla scuola ti ho seguito perché volevo parlarti, ma qualcuno mi ha trattenuto"

Ora si spiega tutto. In realtà ha preferito aspettare che tutti dormissero per uccidermi.

"Sono tutta orecchie"

Un brivido mi percorre lungo tutta la schiena e lui se ne accorge visto che mi chiede se ho freddo.

"Sto benissimo" rispondo continuando a tremare.

Così mi porge il suo giubbotto.

Una mossa astuta. Vuole assicurarsi la mia fiducia per poi colpirmi alle spalle.

Lo guardo con diffidenza ma sembra sincero. Non mi piace per niente questo suo sguardo amichevole, trama sicuramente qualcosa.

Lo prendo nella speranza che questo discorso finisca presto.

"Sono nei guai e sto iniziando a preoccuparmi"

Non ho intenzione di coprirti dalla polizia" dico interrompendolo.

"Cosa?" Sembra non capire di cosa sto parlando perché ha uno sguardo smarrito.

"Niente, continua" dico imbarazzata.

"Mia sorella mi ha affidato suo figlio perché è via per lavoro. Anche se non si fidava molto di me ha dovuto accontentarsi visto che sono l'unico parente in città. Ma quando l'ho portato al parco mi sono addormentato nella panchina... L'ho cercato dappertutto e non sono riuscito a trovarlo"

Come può dormire mentre ha in custodia un bambino? È davvero da irresponsabili.

"E io cosa dovrei fare?"

"Sei l'unica che conosco e che sa a memoria tutte le strade della città. So che non ti sto molto simpatico ma fallo per Arthur"

"D'accordo" sospiro.

Viene verso di me e mi abbraccia.

Non mi sarei mai aspettata un gesto del genere.

"Vado a vestirmi e arrivo. Tu aspettami qua"

Mi infilo un paio di jeans e una maglietta, do una sistemata ai capelli e in pochi minuti sono pronta. Indosso anche il giubbotto di Caleb.

Esco nuovamente e vado in contro al ragazzo.

"Hai in mente qualche posto in particolare dove potrebbe essere un bambino di sei anni?" Chiede.

"Possiamo controllare tutti i parchi della zona"

Sono passate già due ore dall'inizio della ricerca ma di Arthur nessuna traccia.

Dove potrebbe andare un bambino di sei anni?

Ma certo! Che stupida che sono.

A quest'ora Lus potrebbe essersi svegliata.

Le invio velocemente un messaggio per non farla preoccupare.

*Sono andata a correre. Ritorno presto*

Caleb sembra molto preoccupato e non appena dico di sapere dove può essere gli si illumina il volto.

Spero vivamente di non sbagliarmi per non dargli false speranze e anche perché non ne posso più di camminare.

Non appena arriviamo in spiaggia si sente l'odore del mare e il rumore delle onde che si scontrano contro le rocce.

Ci togliamo le scarpe per non sporcarle e per raggiungere un bambino sdraiato solo vicino la riva.

La sabbia pizzica i miei piedi ed è abbastanza fresca a differenza del giorno che viene riscaldata dai raggi del sole.

Sono sollevata per aver trovato il bambino ed osservo la dolce scena mentre Caleb corre verso il nipotino per abbracciarlo. Lo solleva dalla sabbia e lo porta al petto stringendolo a sé fra le sue braccia muscolose.

Poi i due si avvicinano a me.

"Non so come ringraziarti, non ce l'avrei mai fatta senza il tuo aiuto. Puoi chiedermi qualunque cosa"

"L'ho fatto con piacere"

"Grazie. Ci vediamo domani per scegliere la musica" e mi stampa un bacio sulla guancia.

Resto immobile.

Me ne ero completamente dimenticata. Non andrò dal direttore, sono sicura che non mi ascolterebbe. E poi cosa potrebbe mai accadere?

"Hai il cellulare?"

"Si perché?"Rispondo sospettosa.

"Così ti do il mio numero, per metterci d'accordo"

Incerta glielo porgo e lui salva velocemente il numero nella mia rubrica.

Si è dimostrato il contrario di quello che credevo. Ma sono sicura che nasconde ancora qualcosa.

Mi allontano con il sorriso in volto. Ma poi scuoto la testa per allontanarlo. Mai dimostrarsi debole nei confronti del nemico.

เภ гเשค คℓ Ŧคℓ๏' |ςค๓εг๏ภ ๔คℓℓคร|Where stories live. Discover now