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È da circa un'ora che mi sono allontanata da quella scuola.

E pensare che fra pochi giorni dovrò iniziare a frequentare di nuovo le lezioni.

Adesso sono sdraiata nel mio letto e ho solo voglia di dormire per dimenticare la disastrosa giornata di oggi.

"Cara, devi mangiare qualcosa. Oggi hai saltato anche gli altri pasti"

Sembra mia madre quando fa così.

Non ricordavo di non avere neanche pranzato.

Si avvicina con una tazza di tè fumante.

"Grazie" dico afferrandola.

"C'è qualcosa che non va?"

"Va tutto bene, non preoccuparti"

Non dice niente. Sa che uno sguardo vale più di mille parole.

"Sono solo stanca" aggiungo per tagliare il discorso.

"Buonanotte" e spegne la luce lasciandomi sola con centinaia di pensieri in testa.

La nottata è abbastanza tormentata e sembra non passare mai.

Mi giro e rigiro nel letto senza nessun risultato.

Non riesco a prendere sonno in nessun modo. Neanche contando le pecorelle che saltano.

Mi alzo ed indosso la solita giacca grigia per evitare di prendere freddo fuori. Anche se la mia ipotesi risulta infondata visto che c'è davvero molto caldo.

Dal balcone c'è una vista mozzafiato e si riesce a vedere tutta Manhattan.

Prendo le cuffiette dalla tasca della giacca che ho lasciato la notte scorsa.

Quando non riesco a dormire mi ritrovo spesso ad osservare l'alba sotto le note di una canzone.

Even my dad does sometimes di Ed sheeran parte ed inizio a cantare sottovoce per evitare di svegliare Lus.

Eravamo già molto legate sin da piccole ma a causa un litigio ci siamo allontanate per alcuni anni. Poi per caso ci siamo ritrovate superando tutte le ostilità che si erano create. Adesso siamo più unite di prima e abbiamo deciso di dividere questo appartamento. Anche se ammetto che non è semplice vivere con me perché ho un caratteraccio e voglio sempre tutto in ordine. Ma ognuno ha i suoi difetti.

Senza volerlo mi ritrovo a ricordare cosa è successo poche ore fa.

Infatti Caleb e io abbiamo aspettato che il direttore uscisse dall'ufficio per sgaiattolare via dall'armadio. Perché ammetto che non si stava tanto comodi in due in quello spazio minuscolo.

Poi ci siamo divisi per andare ognuno nelle nostre abitazioni.

Non ho avuto neanche il tempo di parlare con il direttore per farmi assegnare un'altra mansione e credo lo farò domani.

Adesso sento anche la voce quel ragazzo che fino adesso mi ha portato solamente problemi.

Credo che sono impazzita.

"Cara so che sei lassù"

È ufficiale devo andare da uno psicologo.

Vedo una figura che si muove.

È davvero lui! Non era pura immaginazione.

Che ci fa qua? E soprattutto come fa a sapere dove abito?

"Cosa vuoi?"

"Devo parlarti, puoi scendere per favore?"

Che faccio? Ci vado o non ci vado?

E se le sue intenzioni fossero quelle di uccidermi per aver scoperto che possiede una pistola?

Un miliardo di domande mi passano in testa.

"Vattene"

"Ho bisogno del tuo aiuto"

"E se io non volessi?"

"Posso aiutare il direttore a scoprire chi è stato a rovinare con il caffè il suo tanto amato gattino"

Che stronzo. Non ho altra scelta.

Mi ritrovo alle 5 del mattino a parlare con l'ultima persona al mondo con cui dovrei essere.

Prendo le chiavi, un coltello per precauzione ed esco di casa con la speranza di ritornare sana e salva.

Nota autrice:
Passate a leggere le sue storie!
Cate_love_02

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