Capitolo 45

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Sarah

Le raccontai di Mikael, del mio viaggio e del mio ritorno a casa -" quindi hai capito di essere innamorata di lui?"- chiese, facendomi sorridere -" si, l'ho amato con tutta me stessa, e per quanto è difficile da pensare, penso che anche lui abbia fatto lo stesso"- dissi ricordando, ricordando ogni istante.

Raccontai tutta la storia di mia madre, della mia morte, di Aiden e di come mi abbia tradito.

Lei ascoltò tutta la storia in silenzio, fino a quando arrivai a quel giorno, dove tutto si era spezzato.

Ricordare mi fece più male di quanto pensassi, e la ragazza lo capii -" dopo il tradimento di tuo fratello, hai più amato Klaus?"- mi chiese, lasciandomi spiazzata.

A quella domanda non potevo dare una risposta, non riuscivo neppure a pensarci.

-" Non so cosa provassi per Klaus in quel periodo, so solo che l'ho lasciato andare. Dicendogli che non l'avrei mai perdonato, gli ho permesso di andare avanti. È come se tutto quello che provavo per lui fosse sprofondato nei meandri del mio animo"-
-" e tu sei mai andata avanti davvero?"- mi chiese, ma io non risposi, come potevo rispondere.

Mi alzai in piedi, sentendo il bisogno di terminare quel tuffo nei ricordi -" l'unica cosa che so, è che ora provo solo odio, odio e basta"-
-" mi dispiace, ora capisco le tue motivazioni. Mi hai salvato la vita, mi hai finalmente reso forte e non più debole e indifesa, per questo ti aiuterò e rimarrò al tuo fianco"- disse sorridendomi, pronunciando quel giuramento con una convinzione degna dell'asservimento.

-" Ora torna a casa, da domani ti addestrerò. Tra pochi giorni partiamo"- dissi, recuperando di nuovo la mia freddezza.

Lasciai lì la ragazza senza dire più nulla. Quando fui abbastanza lontana, iniziai a correre, correre veloce, senza sapere dove stessi andando.

Mi fermai in mezzo ad un bosco, posai la schiena contro un albero e scivolai lentamente a terra.

Era da tanto che non crollavo, ma tutto il mio passato mi aveva trafitto a fondo, riaprendo ferite che credevo guarite.

Avevi provato ad aprirmi, come facevo un tempo, ma quello mi aveva fatto solo male.

Ripensai allo sguardo di Klaus prima di essere uccisa da Mikael e al suo sguardo mentre mi portava via Kol, sembrava che in lui vivessero due persone completamente differenti.

Quella volta l'ondata di forza mi fece male, un male fisico. I miei occhi diventarono di nuovo rossi, i canini mi punsero le labbra e gli artigli affrontarono nel terreno morbido.
Il dolore aumentava sempre di più, mentre nella mia mente balenavano tutte le immagini di sofferenza causatami da Klaus.
Quando mi disse di andarmene, non essendo più parte della famiglia, quando aveva dato per scontata la mia scelta su chi avrei salvato e per ultimo il suo sguardo mentre si avvicinava a me dopo aver pugnalato Kol.

Non riuscivo a controllarmi, il dolore aumentava e con esso la rabbia, ma io continuavo a rimanere a terra. Iniziai a urlare, dovevo liberare tutto quel dolore.

Le grida si fermarono quando vidi l'immagine di Kol davanti a me. Sembrava così reale, mi guardava e sorrideva, un sorriso triste.
Si chinò su di me, mentre la vista si fece sempre più scura, fino a quando non vidi più nulla.

Mi svegliai di soprassalto, come fossi uscita da una lunga apnea, mettendomi a sedere sul letto in cui mi trovavo.

Mi guardai in torno, rendendomi lentamente conto di essere nell'appartamento.
Aaron seduto su una sedia di fianco al letto mi guardava preoccupato -" cosa è successo?"- chiesi -" Aiden dice che hai avuto una specie di crisi, non sa neanche lui come sia successo"-.
La sua voce era cupa e assente a causa del senso di colpa  -" chi mi ha portato qui?"- chiesi e lui distolse lo sguardo -" ti ho trovata io, ero venuto a cercarti, visto che sembravi sparita"- disse.

-" Grazie"- risposi, alzandomi per andare a cercare Aiden -" Sarah..."- mi chiamò, costringendomi a voltarmi-" mi dispiace per oggi, non avrei dovuto dirti quelle cose"- disse, visibilmente dispiaciuto.
Io rimasi in silenzio per alcuni secondi, per poi uscire dalla camera.

Raggiunsi la stanza di Aiden e bussai -" entra"- lo sentii e così feci, richiudendomi la porta alle spalle.
-" Vedo che stai bene"- disse bevendo -" cosa mi è successo?"- chiesi, appoggiandomi al tavolo vicino alla sua scrivania -" troppo sentimentalismo"- disse, guardandomi con i suoi occhi neri come l'abisso più profondo.

 -" Cosa vuol dire?"- chiesi, non riuscendo a capire -" hai raccontato la tua difficile e commuovente storia alla ragazza e questo ti ha causato un'ondata di emozioni - "
Non sapendo cosa dire, distolsi lo sguardo -" per quale motivo le hai raccontato tutto? Pensavo che non fossi più la ragazza che piange ripensando al passato"- disse, irritandomi con il suo solito tono tagliente.

-" Quindi ora se solo ricordo il mio passato, rischio di avere una crisi?"-
-" può anche darsi, hai dato troppo spazio alle tue emozioni"-.

-" non pensavo che ..."- iniziai, ma Aiden si alzò di scatto -" è questo il problema! In questo momento non puoi dare spazio al sentimentalismo Sarah, oppure rischio di perderti!"- urlò, per poi avvicinarsi e prendermi il volto tra le mani.
-" Hai ragione, ormai è tempo di agire"- dissi e lui sorrise -" è questa la mia sorellina. È giunto il momento di tornare a casa"- disse sorridendo e io feci lo stesso.

Non avrei più dato spazio al passato, l'unica cosa di cui dovevo preoccuparmi era il mio, anzi, il nostro piano.

Era tempo di tornare a casa.

Elijah

La vita a New Orleans non era mai stata così difficile.

La convivenza con Niklaus mi era quasi impossibile, sopportata solo per il bene di quella parvenza di famiglia che ci era rimasta.

Dopo quello che aveva fatto a Sarah, non l'avevo perdonato, e mai avrei potuto farlo. Il fatto di aver coinvolto anche me e Rebekah contro la nostra volontà, non aveva fatto altro che aumentare il mio disprezzo nei suoi confronti.

Ero rimasto a New Orleans solo per Hayley e Hope, ma io e Niklaus non ci parlavamo, a malapena riuscivo a guardarlo in faccia.

Per mesi avevo cercato invano tracce che mi riconducessero a Sarah, ma sembra sparita nel nulla, come suo solito. Mon avevo la minima idea di dove potesse essere, ma la sua perdita aveva disgregato tutta la famiglia.

Niklaus aveva nascosto il copro di Kol in qualche posto occultato da un incantesimo e l'unica con cui parlava era Camille, che per i suoi sentimenti verso di lui, sembra disposta a sorbirselo.

Io invece passavo il mio tempo a chiedermi dove fosse finita Sarah. Non poteva essere morta, continuai a ripetermi, ma quella convinzione si faceva sempre più reale.

Anche Rebekah non parlava più con Niklaus, per lei Sarah era come una sorella, e quella era stata l'ennesima pugnalata infertoci da Niklaus.

Ma la cosa che più mi faceva male, era il ricordo di quel giorno. Ricordavo ogni cosa, ricordavo come avevo ferito Sarah, come la guardavo senza fare nulla. La vedevo implorarmi di aiutarla, ma ero rimasto immobile, incapace di fare qualcosa.

L'avevo lasciata lì, sola e distrutta, e il pensiero che fosse ancora viva e che mi odiasse, mi uccideva.

Nessuno di noi aveva perdonato Niklaus, il quale era riuscito a spezzarci di nuovo.

Sarah

Nei giorni seguenti Rosie cercò di scusarsi per aver provocato la mia crisi, ma io restai impassibile, non mi importava più.

La allenai fino all'ultimo giorno. La resi forte, le spezzai tutte le ossa nei combattimenti e in poco tempo divenne anche lei un assassina spietata, e con lei anche Aaron.

Dopo la nostra lite divenne fin troppo disponibile, disponibilità che sfruttai a mio vantaggio.
Mi servivano degli assassini, non degli amici.

Se volevano aiutarmi dovevano mettere da parte le emozioni, e così fecero.

Partimmo finalmente per New Orleans.

Il mio piano non era complesso, non era lungo o troppo articolato, ma era semplicemente perfetto.

Io e Aiden organizzammo tutto a dovere, con maniacale precisione e senza ammettere orrore.

Arrivammo a New Orleans quella stessa  notte.

The Originals - Family Above AllWhere stories live. Discover now