Capitolo venticinque.

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«Amore!» Mugugnai, senza muovere un muscolo. «Amore?» Harry entrò in salotto e ridacchiò. Aprii gli occhi e il riccio era di fronte a me, in tutto il suo splendore.

«Che ore sono?» Chiesi, con la voce ancora attutita dal sonno.

«Ma come, torno da un appuntamento importante e mi chiedi che ore sono?» Sbuffai e chiusi gli occhi di nuovo. «Sono le tre e venti, comunque.»

Riaprii gli occhi di scatto. «E per qualche cazzo di motivo sei tornato a quest'ora?» Ecco, in quel momento ero perfettamente sveglio. Mi misi a sedere sul divano e lui sorrise, sedendosi sul tavolino di fronte a me.

«Lou è stato..bellissimo! Subito dopo aver firmato il contratto Stephen non voleva perdere altro tempo e..sono stato in studio. E vedere tutti quegli aggeggi, tutte quelle cose..Dio stavo per morire, ti giuro. E' stato meraviglioso. Ho già registrato una canzone, e domani in tarda mattinata andrò a registrarne un'altra.» Sorrisi vedendolo davvero emozionato e felice. «Mi sembra un sogno, Louis.»

«Vieni qua.» Si avvicinò, mi sdraiai di nuovo e lo trascinai sopra di me. Mi abbracciò e baciò la spalla, la clavicola, il collo, il mento. Ridacchiai. «Ora però devi dormire, altrimenti domani sarai distrutto.» Gli alzai il viso dal mio collo e gli massaggiai i capelli.

«Ma io non ho sonno. E non sono stanco.» S'imbronciò e sorrisi, togliendogli quel broncio con un leggero morso.

«Io conosco un metodo davvero efficace per farti stancare.» Gli sussurrai con le labbra distanti pochi centimetri dalle sue. Mi sorrise maliziosamente, e scese con le mani dietro la mia schiena, per poi andare verso il mio sedere e stringerlo tra le sue grandi mani. Ansimai e mi morsi il labbro.

«Si? Dovremmo mettere subito in atto sto metodo.»

Iniziò a muoversi su di me e gemetti. «E allora sbrigati a togliermi questi vestiti di dosso.» Gli sussurrai all'orecchio, per poi morderglielo e leccarglielo subito dopo. Lo sentii gemere e subito dopo stringere può possessivamente i miei glutei. Mi tolse la t-shirt, ormai era Maggio inoltrato e usavo solo quella per dormire, e subito dopo si tolse anche i suoi, di vestiti. Restammo entrambi in boxer e aprii subito le gambe, stringendogliele ai fianchi, mentre riprendeva a muoversi freneticamente e a far scontrare le nostre erezioni. Gemetti e buttai la testa indietro, esponendogli maggiormente il collo, e s'affrettò a lasciarci baci a bocca aperta, e a mordere.

Stava andando tutto troppo lentamente, perché perdeva tempo? Sbuffai e alzai i fianchi verso di lui, per incitarlo a fare qualcosa di più. Ridacchiò e mi tolse i boxer, per poi fare lo stesso con i suoi.

«Impaziente.»

«Ti odio.» Rise e mi diede un morso sullo stomaco, e lo trovai fottutamente eccitante. Subito dopo leccò e morse entrambi i miei capezzoli, e potevo decisamente venire solo con quello. Scese poi all'ombelico, e eseguì lo stesso trattamento, poi arrivò alla mia erezione e la inglobò subito tra le labbra, fino in fondo. Boccheggiai e strinsi la fodera del divano tra le dita e alzai i fianchi per avere ancora di più. Prese a leccare tutta l'asta e a concentrarsi sulla punta, da cui usciva già del liquido preseminale. Gemetti a voce alta il suo nome, quando prese a muovere la testa più velocemente. «B-basta!»

Si staccò velocemente con un sonoro ed eccitante rumore, e risalì all'altezza del mio viso, leccandosi le labbra. Le poggiò sulle mie e sentii il mio sapore nella sua bocca e non mi fece schifo anzi, mi eccitò ancora di più. Aprii maggiormente le gambe, facendogli capire che ero pronto e che non avevo bisogno di essere preparato. Mi guardò, come per ricevere una conferma, ed annuii. Così entrò con una spinta veloce e persi il fiato per qualche secondo. Subito mi abituai e lo intuì quando alzai i fianchi e gli andai incontro.

Sorry that I love you.Where stories live. Discover now