Capitolo sedici.

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«Ragazzi, stasera ci siete tutti, vero?» Annuimmo a Niall, che finì di bere la sua birra e si alzò. «Bene, chiudiamo e vediamoci stasera.» Tutto il gruppo fece come aveva stabilito il biondino. Finimmo di mettere la roba del bar a posto, e ognuno andò a casa propria.

Era Capodanno e il bar, quindi, la sera non apriva. E tutti, ovvero io e gli altri quattro più tutti gli altri, ci saremmo visti la sera per festeggiare, in discoteca. Non l'amavo particolarmente ma era Capodanno, un'eccezione potevo farla. E poi era Harry ad averlo proposto, perché per loro era una sorta di tradizione, quindi mi sarei adeguato volentieri se ciò significava ballare/strusciarmi con il riccio, sudati fino al midollo. Già andavo in iperventilazione al solo pensiero.

Zayn avrebbe portato roba buona, e volevo provarla ma Harry era contrario, mi aveva imposto di fumare solo qualche canna e non andare oltre, ma l'avevo mandato a quel paese dicendogli che doveva smetterla di dirmi cosa dovevo fare perché non ero un bambino e lui non era mia madre. Ne rimase ferito e arrabbiato, ed infatti continuava a guardarmi di striscio e a non parlarmi. Harry era così. Quando c'era una discussione tra noi era troppo orgoglioso per venire da me a parlarmi e risolvere. Ero sempre io a farlo, e ciò non mi pesava ma mi avrebbe fatto piacere se qualche volta fosse stato lui a fare un passo avanti.

In quel momento, ad esempio, quando uscii dal bagno lo trovai seduto sul divano intento a soffiare nella tazza di tea che aveva tra le mani. Ovviamente non alzò lo sguardo e sospirai, andando verso il piano cottura. Notai che c'era un'altra tazza di tea sul bancone, con un piccolo spicchio di limone all'interno. Sorrisi istintivamente e mi morsi il labbro per scacciarlo, ma..missione fallita.

Scossi la testa e presi la tazza tra le mani, andando verso le scale. Decisi di non essere io a fare il primo passo, quella volta. Tanto non avrebbe resistito tanto a lungo senza parlarmi. O almeno speravo.
E speravo bene, perché quando ero a metà scale la sua voce roca mi richiamò.

«Lou?» Mi voltai e lo guardai, aspettando che dicesse altro.

«Vieni..qui?» Mi chiese teneramente, e non potevo rifiutare se mi faceva quella faccia. E che cazzo. Quindi sospirai e tornai indietro, sedendomi sul divano a debita distanza da lui, stringendo le ginocchia al petto e soffiando nella tazza, per prendere poi un sorso.

«Odio questa situazione.» Sentii il suo sguardo su di me, ma non dissi nulla, scossi solamente le spalle e continuai a bere.

Sospirò e poggiò la sua tazza sul tavolino di fronte al divano.
«Louis, dì qualcosa.» Roteai gli occhi e sbuffai.

«Cosa, Harry? Cosa vuoi?»

«S-scusarmi?» Domandò incerto, a voce bassa. Poggiai la tazza vuota sul tavolino e finalmente lo guardai.

«Per cosa esattamente?» Sospirò per l'ennesima volta e cercava di non perdere la pazienza, mentre io cercai di trattenermi dal ridere.

«Per averti detto cosa devi fare..è vero, non sono tua madre, ma mi da fastidio Lou. E non c'era motivo che tu ti incazzassi così tanto e mi rispondessi così. Ma comunque..s-se vuoi farlo va bene, vorrà dire che mi adeguerò. Ma parlami, perché odio stare in questo modo con te.»

«Okay probabilmente dovrei chiederti anch'io scusa per come ti ho non gentilmente mandato a fanculo. Ma non mi scuserò per quello che ti ho detto perché è la verità. Detto questo, avevo intenzione di non fumare ma se mi dici che non ci sono problemi perfetto, lo farò.»

Mi guardò inespressivo, ed annuì dopo poco. Sorrisi e mi misi velocemente in braccio a lui prendendogli il viso tra le mani e gli lasciai un bacio a stampo.
«Sei.» Bacio. «Un.» Altro bacio. «Cretino.» Ancora un altro bacio.

Sorry that I love you.Where stories live. Discover now