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Lo fisso con espressione minacciosa:
-" Da quando io e te siamo fidanzati? "-
Mi guarda con aria interrogativa: -" Non so di che parli"- bene, vuole giocare allora eh!
-" Smettila di fare finta di niente e sii uomo per una volta in vita tua!
Tutti qui dentro sanno quello che è successo sabato sera, affermano addirittura che io e te adesso, stiamo insieme e se io non gliel'ho detto, sono venuti senz'altro a saperlo da te."-
Mi fa arrabbiare tutta questa situazione, lui se ne sta beato e contento mentre gli altri si fanno idee sbagliate, ed io ne pago le conseguenze!
Ad un tratto, vedo il suo volto cambiare espressione, mentre fa un passo verso di me:
-" Perché cosa ci sarebbe di sbagliato se io e te stessimo insieme?
È stato incredibile sabato, forse il bacio più bello che io abbia mai dato"-.
Lo guardo con aria scettica:
-" Wow addirittura!
Stai scherzando vero?!"-
Resta serio mentre mi dice:
-" Tu ti sottovaluti dolce Grace, hai labbra che sanno di zucchero, così morbide e belle..."-.
Pian piano comincia ad avvicinarsi pericolosamente continuando a tenere gli occhi puntati sulle mie labbra.
"Oh no, alt!
Qui le cose stanno prendendo una brutta piega!"
-" Ti ringrazio per il complimento Sam, ma se provi di nuovo a baciarmi, dubito che in futuro tu potrai procreare, perché mi occuperò personalmente di porre fine alla vita dei tuoi testicoli.
Tra me e te c'è solo un'amicizia che non voglio vada oltre chiaro?!"-
Fa un passo indietro mentre sul suo volto si dipinge un'aria confusa:
-" Ma come?
Tu al bacio ci sei stata, non mi hai respinto!
Capisco che per te è imbarazzante adesso, ma con il tempo, entreremo in confidenza e lo stare insieme sembrerà una cosa più naturale, tranquilla."-
"No ma stiamo scherzando?!"
-" Non si tratta di imbarazzo Sam, io non voglio stare con te , ho ricambiato al bacio perché... "- "Oddio adesso che gli dico?! " mi volevo allenare per quando avrò davanti il ragazzo che mi piace..." Cavolo no, non posso dirgli questo... Ah sì idea!"
-" Ero ubriaca!
Già avevo bevuto e non capivo quello che facevo, non ero in grado di intendere e di volere, quindi... Mi dispiace ma non posso stare con te."-
"Sono un genio!"
Mi guarda con aria delusa:
-"Quindi non sapevi che ero io? "- "Fantastico, sembra averla bevuta!"
-" Mi spiace Sam, ma no, non sapevo che eri tu."-
Alla fine lui decide di mollare la presa sull'argomento, fortunatamente!
Sembra esserci rimasto davvero male, ma prenderlo in giro sarebbe stato davvero peggio. Sono sicura che là fuori c'è una brava ragazza che saprà apprezzare i suoi pregi e i suoi difetti, ma quella ragazza, non sono io.
Avverto un leggero senso di leggerezza dal peso che mi portavo da questa mattina sulle spalle.
Ora rimane solo Cris, ma al momento non saprei davvero cosa dirgli, tutto quello che pensavo gliel'ho urlato in faccia domenica mattina, prima di andarmene dalla sua stanza, sbattedogli la porta in faccia.
A sbagliare è stato lui, quindi penso che resterò a guardare quale sarà la sua prossima mossa... Sempre che la faccia, dato che non credo gli importi di me fino a questo punto.

Esco finalmente nell'aria fresca della sera, dopo un'intera giornata passata fra libri e scaffali, mi siedo in macchina e poggio la testa contro il sedile.
Me ne sto lì per dieci minuti buoni, con gli occhi chiusi e le mani sul volante: è stata una giornata intensa.
Ad un tratto comincio a ridere di pancia, come non mi capitava da tempo, ripensando a quello che ho detto questa mattina a Fiona e alla sua faccia sconvolta. Sembrava gli avessero dato due sberle in pieno viso, tanto era rosso e gli occhi... oh mio dio, gli sono usciti letteralmente dalle orbite, sembrava un "Black moor", quel pesce con gli occhi, esageratamente, sporgenti, avete presente?
Dio, davvero orrenda, avrei voluto filmare la scena!
Cerco di smettere di ridere, ma sapete per me è davvero difficile in questo caso.
Metto in moto l'auto è mi dirigo verso casa.
Arrivata davanti al portone, trovo Cris, seduto sui gradini con addosso un completo elegante blu e una cravatta nera.
Non so cosa dirgli e anche se muoio dalla curiosità di sapere perché è vestito così, decido di restare in silenzio, davanti a lui, aspettando che mi spieghi il motivo per cui è seduto su queste scale.
Sembra non essersi reso conto di me, continua a sfregare le mani in modo nervoso e a tenere la testa bassa, come se stesse riflettendo su qualcosa.
Faccio qualche passo verso di lui, facendo entrare le mie scarpe nel suo raggio visivo.
Solleva la testa, incontrando i miei occhi:
-" Era da un po che ti stavo aspettando.. "-

Perché sei tu                                  |#Wattys2016|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora