Capitolo 19: Feelings

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" È l'ora della vendetta" disse, continuando a farmi il solletico, mentre io mi dimenavo per sfuggire alla sua presa.

Inutile dire che non ci riuscii e che risi fino a sentire male allo stomaco e ad avere le lacrime agli occhi, il suono della mia risata riempiva la stanza mentre si univa a quella di Aiden, che si stava evidentemente divertendo come un matto nel vedermi soffrire.

" Allora chi è il ragazzo più simpatico e bello che conosci?" chiese tra le risate, continuando a torturarmi.

Cominciavo a sentirmi mancare il respiro e ogni singolo muscolo della mia pancia prese a contrarsi, ormai le lacrime mi ricadevano ai lati degli occhi. Sentivo il viso in fiamme e caldo, probabilmente stavo diventando rossa come un peperone, il che spiegava perché le risate di Aiden si fossero intensificate. Non ero mai stata il tipo di persona in grado di sopportare il solletico, anzi, mi capitava spesso che coloro che mi conoscevano abbastanza da essere al corrente di questo mio punto debole se ne approfittassero per costringermi a dire cose che, altrimenti, avrei mantenuto segrete.

" Non tu. Direi Will " replicai, faticando a pronunciare quelle parole.

La mia risposta mi riempio di soddisfazione perché, per un breve istante, il viso di Aiden si fece serio. Sembrò quasi domandarsi se fossi seria o se le mie parole fossero semplicemente un modo per infastidirlo almeno un quarto di quanto lui stava facendo con me.
Tuttavia me ne pentii quasi subito, perché lui non azzardò a smettere di stuzzicarmi e quando arrivai al punto di sentirmi scoppiare la testa per le troppe risate, decisi di alzare bandiera bianca.

" Va bene, mi arrendo. Sei tu " ammisi arrendevole, coprendomi il viso con le mani e sentendolo bollente.

Mi fu chiaro che avessi bisogno di calmarmi, perché, in caso contrario, sarei morta dal ridere, se mai fosse stato possibile. Mi sembrava di essere vicina all'autocombustione e ciò mi riempì di preoccupazione perché una volta avevo letto su una rivista che fosse possibile svenire a causa delle troppe risate. Non avevo mai perso i sensi prima di allora, eppure, in quella circostanza, non mi sembrò un'ipotesi improbabile.

" Non ho sentito " replicò Aiden divertito, continuando a farmi il solletico e facendomi venir voglia di tirargli un pugno.

Cercai di prendere fiato e di placare le mie risate, cosa che mi risultò particolarmente difficile e che mi richiese un ammontare consistente di secondi. Iniziai a sentire la testa pulsarmi e sperai ardentemente che Aiden avrebbe presto messo fine a quella insopportabile tortura, prima che il mio cervello decidesse di abbandonarmi e la mia testa di scoppiare come un palloncino troppo gonfio.

" Aiden sei il ragazzo più bello e simpatico che abbia mai incontrato" gridai a pieni polmoni, spostando le mani dal mio viso.

" Cavolo Angelo, così mi metti in imbarazzo. Non pensavo di piacerti così tanto" disse, allargando le labbra nel sorriso che tanto detestavo e cessando finalmente si solleticarmi.

Roteai gli occhi e gli colpii il braccio con un pugno mentre scuotevo la testa, era impossibile da gestire.
Preso dei lunghi sospetti di sollievo e mi poggiai una mano sulla pancia, quasi sperassi che farlo avrebbe affievolito il dolore che mi attanagliava gli addominali. Ad ogni modo, non riuscii ad impedire alle mie labbra di incresparsi in un sorriso, quella situazione mi divertiva parecchio e mi metteva di buon umore.
Mi piaceva scherzare con Aiden, mi faceva sentire felice.

" Va bene Batman, tieni a bada il tuo ego e andiamo a fare colazione " dissi, alludendo al modo in cui si era chiamato la sera precedente.

Lui inizialmente sembrò non capire ed alzò un sopracciglio in segno di confusione, ma poi la sua espressione cambiò radicalmente in una divertita, dimostrandomi di essersi improvvisamente ricordato di ciò che aveva detto quando era ubriaco.
Iniziammo a ridere insieme e continuammo a farlo fino a quando non uscimmo dalla stanza, non appena misi piede nel corridoio le mie narici si riempirono del profumo dei toast che, con ogni probabilità, Ash aveva appena finito di scaldare.
Quando io ed Aiden entrammo in cucina trovammo la ragazza intenta a spalmare la marmellata sopra al toast che aveva davanti, la cui crosta dorata sembrava quasi brillare a causa del burro che la ricopriva. Non appena Ash mise fine alla sua opera, suo fratello si avvicinò a lei e le picchiettò un dito sulla spalla destra per farla voltare. Lui approfittò della sua distrazione, allungò la mano sinistra verso la fetta di pane e gliela rubò, per poi portarsela alla bocca e addentarla sotto lo sguardo stupito della sorella.

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