Capitolo 19: Feelings

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Le sue parole mi fecero arrossire e tutto ciò non fece altro che aumentare la mia rabbia, data anche dal fastidio che suscitava in me la semplicità con cui lui riuscisse ad imbarazzarmi, abbastanza da lasciarmi senza parole.
Un sorriso divertito si fece strada sulle sue labbra nel vedere il rossore che mi colorava le guance e si allargò ancora di più quando i suoi occhi si posarono sul mio collo, quasi fosse soddisfatto mentre ammirava la sua piccola opera d'arte.

" Il viola ti dona " aggiunse e se possibile arrossii ancora di più ed io non riuscii più a capire se fosse per l'imbarazzo o per la rabbia.

Cominciai a colpirlo ripetutamente, mentre lui iniziava a ridere e il suono della sua risata si mescolava agli insulti che si riversavano dalle mie labbra come un fiume in piena.
Quando alcune piume cominciarono a fuoriuscire dal cuscino e a fluttuare attorno a noi, Aiden decise di strapparmelo dalle mani e di lanciarlo in un angolo remoto della sua stanza. Presa dalla frustrazione, iniziai a colpirlo con i pugni sul petto e sulle braccia, ma era ovvio che non gli stessi facendo male minimamente, perché lui continuava a ridere, tanto che aveva quasi le lacrime agli occhi.

" Si può sapere cos'è tutto questo casino?" sentii domandare all'improvviso.

Udendo la voce di Ash, mi voltai verso la porta e la vidi strofinarsi l'occhio sinistro con la mano, in piedi sulla soglia della camera di suo fratello con aria assonnata.
Aveva i capelli scompigliati e la maglietta del suo pigiama era completamente spiegazzata, non appena abbassò il braccio puntò i suoi occhi azzurri e vispi su me ed Aiden.

" Succede che tuo fratello è un cretino" risposi, dando un altro pugno sulla spalla di Aiden che non sembrò neanche accorgersene.

Ash rise divertita e comincio a passare le dita fra i suoi lunghi capelli scuri per districarli e successivamente li raccolse portandoli sopra la testa per legarli in una coda alta. La vidi stendere le braccia sopra la testa e sbadigliare silenziosamente, socchiudendo gli occhi mentre il suono ormai affievolito della risata di Aiden mi giungeva alle orecchie.

" Sai che novità. Io vado a preparare la colazione, voi due vedete di non uccidervi nel frattempo" disse, prima di dirigersi fuori dalla stanza del fratello, scomparendo presto dal mio campo visivo.

Feci per alzarmi dal letto, ma la mano di Aiden mi afferrò il polso e mi trascinò di nuovo sul materasso, o meglio, tra le sue braccia. Mi strinse a sé fino a quasi togliermi il respiro e sentii il battito del mio cuore accelerare, era incredibile l'effetto che mi faceva la sua vicinanza.

Che cavolo mi succede?
Io la smetto di ripetetelo, ci rinuncio.

Misi le mani sul petto di Aiden e riuscii a sentire il suo cuore battere allo stesso ritmo del mio, il che non fece altro che farmi chiedere se anche lui provasse qualcosa per me, perché, ad essere onesti, dovevo ormai ammettere a me stessa che lui non mi era indifferente.

Oh ma allora qualche pensiero furbo lo hai anche tu.
Mai una volta che sei gentile eh.
Sei tu che hai la testa d'acciaio. Ti stai innamorando, ammettilo.
Non mi sto innamorando. Diciamo che provo un certo interesse nei suoi confronti, questo è quanto.
Dio mio, sei un caso perso.

" Angelo, smettila ti scervellarti e goditi il momento " disse Aiden, strappandomi dai miei pensieri.

Forse aveva ragione, forse per una volta potevo concedermi di spegnere il cervello e lasciami andare. Forse potevo permettere a quell'oceano di nome Aiden di trasportarmi dove volesse, senza curarmi di dove mi avrebbe portata.
Iniziai a concentrarmi sul suono del suo respiro e sulla sensazione di sicurezza che mi diffondevano le sue braccia strette attorno al mio corpo.
Era come tornare a casa dopo una giornata faticosa o come sedersi davanti ad al camino mentre fuori nevicava, come andare in spiaggia di notte e sentire la brezza marina scompigliarti i capelli.
Stare tra le braccia di Aiden era tutto questo e io non riuscivo a spiegarmi come potessi sentirmi così al sicuro e così incredibilmente libera stretta in un suo abbraccio.
Non riuscivo a capacitarmi dei sentimenti che scatenava in me la sua presenza e avevo così paura che la mia vicinanza gli sarebbe stata fatale o che, peggio ancora, lo sarebbe stata per entrambi che il solo pensiero mi riempiva di agitazione.
Improvvisamente cominciai a sentire le mani di Aiden iniziare a farmi il solletico e io non riuscii a trattenere una risata, cercai di allontanarlo ma mi fu impossibile perché si mise a cavalcioni sopra di me impedendomi di muovermi.

Hurricane Where stories live. Discover now