16.Falling in love

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Guardai l'orologio, erano già le sette.
Dovevo sbrigarmi, non volevo far aspettare George, sapevo quanto ci tenesse alla puntualità.

Con un messaggio mi aveva specificato di vestirmi casual.

Il che mi sembrò strano per un tipo come lui, visto che era sempre vestito super elegante.

Se non avessi saputo che fosse un medico l'avrei scambiato per un avvocato, e avendo io una passione segreta per gli avvocati non sarebbe stato male.

George a quanto pare sarebbe stato il mio prossimo sogno erotico.

Avrebbe sostituito, un affascinante chirurgo con ipnotizzanti occhi di ghiaccio.

Infilai un vestito verde a campana e gli abbinai le mie converse bianche.

Raccolsi i capelli in una morbida coda.

-Ma guarda un po'?!Ci stai prendendo gusto! Un'altro appuntamento con il tipo delle rose?- Entrò Kendra di soppiatto.

Lisciai la gonna.

-Si George, questa volta mi ha detto di vestirmi casual? Che dici va bene o sembro troppo sciatta?- le chiesi innocentemente.

Lei girò intorno a me.

-Se fossi in te sfoggerei più spesso queste meravigliose gambe che ti ritrovi! Guardati qui, toglierei qualche altro centimetro a questa gonna.-
Armeggiò con il vestito portandolo di parecchi centimetri sopra il ginocchio.

-Ma dai poi non potrei fare un passo che mi si vedrebbe tutto il sedere.-

Mi divincolai dalle sue attenzioni.

-Secondo me lo faresti felice!- aggiunse.

-Kendra! Tieni le tue manacce giù dal mio vestito!-

Due ore dopo...

-Ann, quei tuoi occhi. Sono incredibili.- mormoró.

Con un gesto intimo pulì l'angolino della mia bocca, perdendosi in un sorriso.

Mi sentii una cretina, nessuno aveva mai fatto un gesto del genere per me.

-Non arrossire, ti prego altrimenti si che saró in difficoltà.-
Abbassai lo sguardo.

Non so se per il precedente sogno ad occhi aperti su di lui, ma la sua presenza mi eccitava alquanto.

Desideravo il suo tocco.

Oh se lo desideravo.

Volevo incendiarmi per poi spegnermi tra le sue braccia.

Avevo bisogno che qualcuno mi venerasse, lui accipicchia se ci riusciva!

Prese la mia mano e se la portò alla bocca.

Mi morsi il labbro, per poi lanciare la carta dell'hotdog in un cestino poco distante, centrandolo in pieno.

Ero stata brava...vista la mia scarsa attitudine allo sport!

-Cosa c'è?- mi chiese.
In suoi occhi furono davanti ai miei.

Take careDove le storie prendono vita. Scoprilo ora