9.Credi in te

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Continuai a fissare il carrello.
Avevo provato a suggerire, ma figurati se avessero dato retta a me.
-Penso che la domanda sia semplice. Ripeto per chi non avesse sentito.- disse.
Alzai lo sguardo.
Fortunatamente non mi stava guardando.
-Stiamo per fare una rachicentesi cosa devo mettere nel carrello?-

Matthew ora aveva altri tirocinanti di cui prendersi cura.
Forse finalmente mi avrebbe lasciata tranquilla.
Due ragazze del terzo anno e uno specializzando.
Appena dieci minuti prima ero entrata in infermeria per preparare il carrello per la sua rachicentesi.
Ma lui mi aveva interrotto e poco dopo aveva iniziato a torturare i suo allievi.
Poi parliamoci chiaro lo sanno tutti che la preparazione del materiale spetta a noi infermieri.
Inoltre la stazza e gli occhi glaciali del dottor White non facilitavano la cosa, incuteva un certo timore, oltre a far letteralmente sciogliere le ginocchia delle ragazze.

Le due tirocinanti che aveva davanti, avevano passato i loro anni di studio sui libri o al massimo davanti a cartelle cliniche, erano ancora dei pesci fuor d'acqua in ospedale.
-Campo sterile-
Mimai ad una delle due non appena Matthew si distrasse.
La ragazza peró non era intenzionata a parlare.
-Che fai doc, le traumatizzi al loro primo giorno?- Chiese lo specializzando, un certo George.

Era piuttosto bravo nel suo.
Matthew non rispose.
Ne approfittai per continuare a suggerire.
-Forza non ho molto tempo da perdere, e tu lì non suggerire o lo sanno o non lo sanno!-
Beccata.
Mi dispiaceva troppo per loro, umiliate così.

Nel corso della mattinata avevo anche scambiato qualche chiacchiera con loro e mi sembravano due brave ragazze.

-Una si-ringa- balbettó poi una.
Lui si mise una mano in testa.
-Osservate l'infermiera, e memorizzate ogni singolo strumento e materiale che prende. Che poi vi interrogo.-

Uscì dalla stanza lasciandoci sole.
Quando fui certa che non ci potesse sentire parlai.
-Ragazze respirate e fregatevene di quello spaccone.- dissi.
Avrei voluto rivelarle il mio piccolo segreto, ovvero di immaginarselo con un vestito elegante e completamente coperto di urina.
Forse però sarebbe stato meglio tenerselo per me.

I loro visi sembravano più rilassati.

- So per certo che sapevate rispondere, vi siete solo lasciate intimidire dal suo aspetto e dai suoi modo.-
Poi presi il carrello e lasciai che lo preparassero loro, per far si che recuperassero quel briciolo di fiducia in loro stesse che quello zotico gli aveva tolto.

-Bene una volta preparato un campo sterile cosa prendo?-
Guardai la ragazza bionda, Lia.
-Serviranno degli aghi di diversa misura, o un kit da puntura spinale non so cosa avete qui.-
Presi il kit mostrando ad entrambe dove si trovasse. Avrei scommesso una mano che Matthew avrebbe chiesto a loro di preparare il prossimo carrello.
-Poi delle provette, per campionarlo e il modulo per la richiesta.- disse l'altra ragazza, quella a cui avevo cercato di suggerire.
Sorrisi ad entrambe e presi il resto del materiale.
Piano piano il carrello si riempì con tutto il materiale.
-Perfetto, siete state bravissime, avete visto non è difficile!-
Diedi il cinque ad entrambe.
-Ora mi tocca rilavarmi le mani- alzai le spalle suscitando la loro risata.
Fortunatamente si erano riprese.
-C'è una cosa importantissima che bisogna fare prima di tutto, che io avevo già fatto prima, ricordate cosa?-
-Informare il paziente e fargli leggere il consenso informato!- disse Arin immediatamente.
-Eccolo, consenso autografato- scherzai mostrando loro il foglio.

Poco dopo entró "il capo", e i loro volti tornarono seri.

Le cose erano cambiate dal nostro ultimo incontro. Avevo deciso di dimenticare quell'episodio, almeno durante le ore lavorative.

Take careDove le storie prendono vita. Scoprilo ora