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Sto correndo da circa mezz'ora e sento già il fiatone, quindi decido di fermarmi non appena incontrerò una panchina.

In lontananza ne intravedo una vuota e mi sforzo di compiere gli ultimi passi, per potermi finalmente riposare.

È domenica mattina ed il parco appare molto affollato nonostante sia ancora presto.

L'aria fresca mi sfiora la schiena scoperta dalla maglietta e in tutto ciò provo un certo sollievo visto che nonostante siamo a settembre fa molto caldo.

Si alza un leggero vento che mi scompiglia i capelli e dopo pochi minuti il cielo si affolla di nuvoloni grigi.

Inizia anche a pioviginare e quando la gente se ne rende conto, sorpresa come me si allontana in cerca di un riparo presumo.

La mia solita sfortuna mi insegue anche oggi.

Come può piovere da un momento all'altro?

Meglio che torno a casa se non voglio bagnarmi o rischiare di prendere un raffreddore.

Mi alzo dalla panchina ed un ragazzo incappucciato che corre si scontra contro di me.

"Fai piano"

"Non volevo" si scusa guardandosi intorno in cerca di qualcosa evitando il mio sguardo.

Poi la sua attenzione viene attirata da qualcosa. Cerco di focalizzare ciò che sta osservando guardando nella sua stessa direzione ma non capisco cosa ci sia di tanto interessante in un cespuglio.

"Non fa niente" mi correggo per non apparire troppo acida.

Che strano tizio penso mentre mi allontano. Magari è un'assassino in fuga, ma poi caccio subito via questa idea dalla mente.

Man mano che mi avvicino verso casa smette di piovere e il sole si fa spazio tra le nuvole.

Faccio un'altro giro nella serratura e la porta si apre.

Poso il mazzo di chiavi sul tavolino e poi vado alla ricerca di cibo perché ho una fame da morire.

Sento un'odore proveniente dalla cucina, ma non riesco a riconoscere di cosa.

Così cerco di seguirlo e il mio olfatto mi porta direttamente nella stanza dove la mia coinquilina è impegnata ai fornelli.

A passi silenziosi mi avvicino verso il tavolo per rubare un pancake fumante dal piatto che Lus ha appena cucinato.

Riesco a vedere solo i suoi capelli castani che le scivolano poco più giù delle spalle. Li tiene sempre sciolti e mossi.

"Buongiorno" urla lei cogliendomi di sorpresa.

Ridacchio.

"Buongiorno a te"

Ha un sorriso raggiante. I pancake mettono tutti di buon umore. Le sue labbra sono carnose al punto giusto e hanno spesso una curvatura accentuata. Quello di sorridere sempre è un suo grande pregio. Gli occhi hanno la stessa tonalità dei capelli ma all'interno hanno anche sfumature verdognole. Lei li mette in risalto con degli ombretti colorati, oggi è un marrone chiaro.

"Ma sei bagnata fradicia" afferma indicando con il dito la mia tuta non appena si gira.

"Lo so, vado a farmi una doccia"

L'acqua mi scende lungo tutto il corpo e dopo essermi insaponata per bene, mi abbraccio nel mio accappatoio.

Solo con essa indosso esco dalla stanza ed entro in quella accanto, che è la mia camera.

Scelgo dei vestiti asciutti ma non trovo la mia maglietta rossa.

"Lus hai per caso preso la mia maglietta rossa" grido per farmi sentire dall'altra parte della casa. Abbiamo la stessa taglia e lei frequentemente ne approfitta.

"Lus" ripeto avvicinandomi a lei che è intenta ad ascoltare una notizia in tv.

"Oh mio Dio! I componenti di una band famosissima che si fa chiamare 'Fireworks' si sono trasferiti nella nostra città" urla.

"Non so chi sia questa band, so solo che voglio sapere dov'è finita la mia maglietta rossa" urlo a mia volta incazzata.

"Calmati. È solo una maglietta, è nella mia camera"

Me ne vado indignata senza neanche rispondere. Odio quando prende le mie cose senza chiedermelo.

เภ гเשค คℓ Ŧคℓ๏' |ςค๓εг๏ภ ๔คℓℓคร|Where stories live. Discover now