20.

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La voce della mamma di Genn mi sveglia,la sento fin da sotto. Quando mi giro Genn non c'è.
Prendo il telefono e guardo l'ora: le 16:37
Ho dormito un po' troppo. Insomma,mi sono addormentata alle 13.
Mi alzo dal letto con calma,ancora stordita dalle troppe ore di sonno. Mi sistemo allo specchio e noto che ho ancora la felpa di Genn addosso e sotto...ho solo le mutandine.

Cerco nella valigia un leggins nero e lo indosso,poi esco dalla camera di Genn.
Apro la porta e quando oltrepasso il corridoio sento la voce di Genn preoccupata,quasi grida. Mi fermo dietro la porta senza farmi vedere e ascolto.
«No mamma! Cazzo non posso dirglielo così!» lo sento gridare contro sua mamma.
«Gennà non puoi tenerglielo nascosto..» gli ribatte sua sorella,che credo sia Imma dalla voce.
«Deve scoprirlo lei Imma! Non sarà di certo felice a sapere dal suo ragazzo una cosa del genere,è meglio che lo scopra lei.» gli ripete Genn. Non capisco di che parlano,credo stiano parlando di me,ma non capisco di che cosa.
«Genn..» Amelia interviene
«No Amelia. Non ti ci mettere anche tu.»
«Devi dirglielo e basta!» gli ripete sua mamma.
«Non posso dirglielo io che suo padre è morto cazzo mamma!»
In quel momento mi sento mancare.
Mi manca l'aria.
Non è possibile,non lo è. Mi sento svenire,non vedo niente. Sento lo stomaco che fa male,come se ci avessero sbattuto qualcosa contro.
Mi sento senza forze,inerme. Non riesco a muovermi,l'unica cosa che riesce a fare il mio corpo è piangere. Le lacrime mi rigano il viso e colano sul collo.
Non ci credo. No no. Corro in camera di Genn e credo che mi abbiano sentito. Chiudo la porta a chiave e appena mi ci appoggio sopra sento i pugni di Genn battere sulla porta.
«Ars apri! Apri ti prego!!» continua a battere «Apri questa porta Arianna!»

Ignoro le sue parole e piango. Piango senza una fine. Piango con la testa piena di pensieri e credo che le lacrime mi stiano svuotando. Non ce la faccio,sto crollando ancora.
«Apri questa dannata porta Ars cazzo!»
Mi giro appoggiando la testa al legno della porta e sussurro.
«Genn» mi si incrina la voce «ti prego smettila..» le mie lacrime non si fermano e la mia voce non si può sentire.
«Ars ti scongiuro con l'anima,apri la porta ti prego.» la sua voce è affaticata,senza speranze.
«Scusa Genn.» piango verso il legno.
«Amore non piangere..» è la prima volta che mi chiama "amore" e mi fa uno strano effetto.
«Non me ne vado da qui finché non apri questa porta..»
Non rispondo e vado a sedermi sul letto.
«E va bene!» sento Genn che si sta sedendo a terra.

«Hai delle pillole?» chiedo dopo mezz'ora di puro silenzio,spero mi senta.
«A che ti servono?» sento la sua voce dietro la porta.
«No niente scusa..» trovo una boccetta di plastica con dentro delle pillole.
Ne prendo una,e poi due e tre. Non so a cosa servano. Che cosa sto facendo?
«Arianna hai preso quelle sulla scrivania accanto alla foto di me e Amelia?» mi chiede Genn con ansia.
Mi gira la testa. «S-sì..» rispondo con fatica.
«ARIANNA SPUTALE! SPUTA QUELLE CAZZO DI PILLOLE NON LE INGOIARE!» sento le ultime parole di Genn poi vedo tutto nero e cado sul letto,svenendo.

His Poison. | Genn Butch.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora