Tutto era bianco...

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Pov.Dylan

Si risvegliò tra le radici marroni di un albero mastodontico.
Il cielo era scuro, coperto da nuvole nere e blu, da dove scendevano con rabbia turbini di fiocchi di neve.
Potevano essere le 11 di notte, costatò Dylan a occhio e croce.
Gli pulsava forte la testa e vedeva tutto sfocato, aveva dolore dappertutto e non si sentiva per niente bene.
Ma lo stesso si costrinse a girare la testa a destra e a sinistra, per controllare se ci fosse qualcosa in agguato nell'oscurità della foresta.
Ma non c'era nessuno, a parte gli alberi e la neve.
I Metamorfi non c'erano.
Sospirò di sollievo.
Provò ad alzarsi, ma gli vennero solo dei forti conati di vomito: era come se tutto il suo corpo stesse per autodistruggersi.
Sentiva le vene pulsare più del dovuto e il cuore galoppare a mille.
Aveva il respiro pesante, troppo pesante, e la neve che gli stava per coprire il volto non aiutava di certo.
Osservò per quasi un'ora la neve che cadeva e lo ricopriva, facendolo diventare parte del bosco.
Se la tolse strusciandosi la mano sul viso, rabbrividendo dal freddo.
Il gelo gli penetrava fin dentro al midollo.
"Forse è meglio se muoio." pensò, quando un dolore lancinante al braccio gli fece vomitare sangue.
Si raggomitolò su se stesso, con il respiro pesante che si condensava in nuvolette nell'aria gelida.
Il bosco non gli piaceva più.
Ora temeva il bosco.
Aveva paura del bosco.
Zuppo ormai di neve, cominciò a tremare terribilmente, e le labbra gli divennero blu come le mani.
Aveva voglia di chiamare aiuto, di gridare per farsi sentire, ma soprattutto aveva voglia di un abbraccio.
Certo, può sembrare una cosa banale, ma Dylan voleva abbracciare suo padre, sua sorella e tuffarsi nelle braccia della madre senza uscirne mai più.
Ma loro non c'erano più.
Erano tutti morti.
E lui era solo.

Ma i Metamorfi non c'erano.
E di questo, almeno, ne era grato.
Non gli sarebbe piaciuto per niente abbracciare uno di quei mostri.
Uno di quei mostri che gli avevano ucciso il padre.
"Avranno pensato di lasciarmi qui a morire di freddo."
E forse era meglio così.
Forse avrebbe rincontrato la sua famiglia, nell'aldilà.
Quando la vista gli si riaccese un po', Dylan cercò di vedere la ferita sul suo braccio.
Non era un bello spettacolo.
Vomitò ancora, con le lacrime che gli pizzicavano gli occhi.
Sul suo braccio destro c'era scritto in caratteri rosso sangue- del suo sangue- il nome: Meticcio.

Lo avevano marchiato con il suo stesso nome.
Con i denti!
L'avevano inciso con i canini e le unghie, strappandogli la pelle per formare quel nome.
L'avevano preso in giro.
Dylan non aveva mai creduto in Dio o qualche altra forma immortale e onnipresente, ma si ritrovò a pregare, lì tra le radici nel bosco e coperto fradicio di neve.
Ma non pregò per se stesso.
Pregò per la salvezza dei suoi amici, ma soprattutto per Andrée.
Perché, anche se non la vedeva da molto, la amava ancora.
L'avrebbe amata sempre!
Inizialmente, l'aveva quasi odiata per averlo lasciato solo.
Ma l'aveva perdonata subito.
Perché l'amava.

Terribilmente dolorante, chiuse gli occhi per pensare, ma si addormentò per la stanchezza.
E sognò.

Camminava ancora su quel dannato filo, in equilibrio tra Caos e Bene.
Ma non voleva prendere le parti di nessuno.
Voleva essere libero.
Sotto di lui si stendeva il buio più totale, che minacciava di prenderlo con sé.
Dylan capì con orrore cos'era quella voragine: la Morte.
Davanti a lui, alla fine del filo, si trovava la finestra di luce.
La raggiunse, con determinazione, lasciandosi dietro Caos, Bene e Morte.
La oltrepassò.
Una luce bianca per poco lo accecò.
Si trovava in un bosco pieno di neve, come quello in cui era steso in quel momento per sognare, ma questo era bianco puro e...
...allegro.
Tutto risplendeva di gioia.
Tutto era bello.
Sembrava il Paradiso.
Sentì dei passi tutti intorno a sé.
Girò su se stesso, sorridendo.
Dal profondo dei boschi ne riemersero tre lupi.
Il più grande era grigio, quello al suo fianco era di una sfumatura più scura e il più piccolo era nero come la notte.
Ulularono, spezzando il turbine di neve che li ricopriva i manti.
Pezzi di vetro del cielo cominciarono a staccarsi dal puzzle dell'Universo, cadendo a terra e dissolvendosi.
Dylan alzò lo sguardo e si ritrovò a guardare milioni e milioni di stelle in un cielo blu scuro.
L'Universo stesso.
-Dylan.- lo chiamò il lupo grigio.
Si trasformò in un umano.
In suo padre.
Ma aveva ancora la mano che gli avevano staccato i Metamorfi e sembrava in piena forma.
A Dylan venne da piangere, ma si costrinse a ricacciare indietro le lacrime.
Non era quello il momento di piangere.
-Devi combattere, figliolo.- continuò il lupo grigio scuro alla destra del padre, con voce femmibile dolce e soave.
Si trasformò in una donna dai capelli rossi scuri, con due occhi color miele e un sorriso amorevole dipinto sul suo bel volto.
Strinse la mano a suo padre.
-Mamma?- deglutì Dylan, con un groppo alla gola.
La donna non rispose, ma sorrise.
-Certo, deficiente.- proruppe il lupo nero più piccolo. Aveva una voce dura ma pur sempre femminile.
Si trasformò in una ragazza di quindici anni dai capelli neri corti e due occhi azzurrissimi.
Dylan era senza parole.
-Devi combattere!- ripeté la ragazza, incrociando le braccia.
-Non posso semplicemente morire, Dalila?- chiese Dylan.
Dalila scosse la testa.
Si avvicinò al fratello e lo abbracciò.
-Devi essere forte.- mormorò sua madre, stampandogli un bacio sulla fronte.-Per te. Per lei.
-Non ce la faccio più.- sussurrò Dylan, osservando la sua famiglia.
Voleva essere lì con loro.
Ma non poteva.
-Sii forte, sempre.- dissero contemporaneamente il padre, la madre e la sorella.
Poi tutto si dissolse e Dylan si ritrovò a ripercorrere il filo, stavolta al contrario.

Si svegliò con un debole sorriso sulle labbra e si alzò, ignorando tutto il dolore del suo corpo.
Uscì dal bosco con passo preciso, determinato, a testa alta, lasciandosi dietro tutto il dolore.
Si ritrovò in aperta campagna.
Inspirò l'aria pungente.
Tutto era bianco.
Tranne lei.
Dylan le corse incontro.

TO BE CONTINUED...



Spazio autrice:
Ehilà! Sì, sono viva e codesta storia continuerà!:)
Scusate la mia luuuuuunga assenza, ma tra verifiche e impegni vari non sono riuscita a trovare il tempo per scrivere un pezzo decente:(
Almeno spero che questo sia un capitolo decente...*sadmoment*

Se vi è piaciuto, alzate tre dita (c'è qualche fangirl/fanboy che ha letto Hunger Games? No perché devo sclerare con qualcuno*-*) e lasciate una☆

Il prossimo capitolo lo caricherò presto, se Zeus vuole!

Ciao piccoli lettori!♥



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