Capitolo 23.

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Ho deciso di fare l'angolo autrice all'inizio del capitolo semplicemente perché è breve: volevo solo dirvi, visto che vi ho trovati interessati alla nuova storia, che essa sarà sì, collegata all'universo di Mind Worlds, ma avrà poco a che fare con i protagonisti di questi due libri. Infatti ci saranno dei nuovi protagonisti e una nuova trama, che poi sarà collegata per un certo verso a quelle precedenti.
Grazie e buona lettura.

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Vengo scortata verso la sala dei ricevimenti da quattro soldati in nero. Le loro divise piene di cinghie e armi di ogni genere tra le pieghe mi mettono a disagio.
Due di loro mi tengono ferma per gli avambracci, evitando una mia possibile fuga, mente gli altro due camminano alle nostre spalle con lo sguardo fisso in avanti.
Come desiderato a Isaac sto indossando l'abito scelto da lui e sono stata anche acconciata secondo le sue richieste dalle due donne che mi hanno raccontato di chiamarsi Isa e Medea.
L'abito è maggiormente in chiffon rosa, colore che mi fa venire la nausea solo a pensarci, con una gonna ampia e leggera che si muove sinuosa ad ogni mio passo. Il corpetto ha delle strane decorazioni in oro, colore che viene ripreso nelle scarpe e nelle mille e mila mollette che mi coronano la vistosa acconciatura di capelli raccolti e riccioluti.
Nella mia testa non c'è però spazio per pensare a quello che sto indossando o sto per andare a fare; dopo che le due donne mi avevano innocentemente raccontato di aver visto un ragazzo che dalla descrizione è molto simile a Gidan i miei pensieri non avevano fatto altro che girare in quella direzione, analizzando tutte le possibilità a mio favore.
Forse Gidan era riuscito a rintracciarmi e ad entrare nel regno portandosi gli altri con se. Oppure le due donne avevano semplicemente visto qualcuno che gli assomigliava?

Sento una leggera musica provenire dal fondo del corridoio che abbiamo appena imboccato e delle ombre si proiettano ai piedi della porta, probabilmente quelle di chi sta danzando all'interno.
Più ci avviciniamo, più una sensazione di nausea mi assale: come si può festeggiare in un tempo di guerra come questo? Per di più dalla parte di colui che è la causa di tutti i mali.
Una delle guardie alle mie spalle ci supera e apre la porta accecandomi a causa della luce che proviene al suo interno.
Strizzo gli occhi mentre a fatica mi abituo alla luminosità, mettendo a fuoco per prima cosa le grandi torce appese al soffitto, come lampadari. La sala è affollata di gente vestita nei modi più bizzarri mentre si dispiegano divertendosi in modi diversi: chi balla e chi scambia due parole.
Per un momento mi sembra di rivivere il ballo al palazzo di Gidan a cui avevo partecipato un anno prima e il cuore mi si stringe in una morsa.
Le guardie allora mi strattonano, per spronarmi a continuare a camminare, tirandomi le braccia e spingendomi verso un viscido Isaac sorridente.

«Oh finalmente la nostra ospite d'onore è arrivata.» canzona facendo una riverenza. I quattro uomini mi lasciando andare e si allontanano silenziosamente mentre io mi ricompongo, osservando con disprezzo il ragazzo davanti a me.

«Lo sai benissimo che sono qui perché mi hai costretta.» sibilo a denti stretti.

«Assolutamente. Ma ora..» mi porge il braccio e la sua espressione diventa fredda. «Sta al gioco.»

Deglutisco e afferro il suo braccio, mentre lui mi fa strada tra la gente, verso un tavolo alla quale siedono alcuni uomini e donne.
Accomodato al posto centrale, circondato da tutti gli altri, c'è un uomo che a prima vista sembra avere trent'anni, lunghissimi capelli argentati gli coronano il viso, cadendo leggeri sulla sua divisa scura.
Non ha bisogno di presentazioni perché capisco subito di chi si tratta.
Quando ci vede venire verso di lui con un cenno della mano allontana la folla attorno a se e si alza, avvicinandosi.

«Quale onore...» comincia. La sua voce è più profonda di quanto mi aspettassi. Cammina fino a giungere davanti a me e fa una riverenza. «Sono felice di poterla finalmente incontrare signorina Ukinowa.» dice prendendomi la mano e posando un fugace bacio sul dorso.
Vengo pervasa da un forte senso di ribrezzo.

«Vorrei poter dire lo stesso.» mi lascio scappare e poco dopo mi arriva una gomitata da Isaac. Khitron scoppia a ridere facendo ondulare i capelli argentei.

«Non ti preoccupare figliolo. Sapevo che sarebbe stata dura di carattere, come suo padre.» dice sogghignando verso di me. Serrò i pugni lungo i fianchi e mi trattengo dall'esplodere. Come osa lui parlare di mio padre?
La mia reazione li lascia entrambi divertiti.

«In più oggi per noi due è un giorno speciale.» ricomincia aprendo le braccia. «Siamo finalmente riusciti a riunirci con la mia secondogenita...»

Khitron ha un'altra figlia? Penso, rabbrividendo al solo pensiero che possa esistere qualcun'altro come Isaac e quel mostro.

«Vieni avanti cara.» dice l'uomo, voltandosi indietro, da cui timidamente si fa avanti una figura vestito di verde, con lo sguardo basso.
Quando si decide ad alzare il viso, il mio cuore si ferma, perdendo qualche battito.
I miei occhi rossi si spalancano e così fanno anche i suoi viola quando si incontrano. Apro la bocca per parlare ma le mia labbra tremano e non riesco nemmeno a formulare qualcosa di sensato, paralizzata dallo shock.

«Mia cara Nako, posso avere il piacere di presentarti mia figlia: Clarice Annie Ness. O come la conosci tu: Clare Finchel.»

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⏰ Last updated: Nov 01, 2016 ⏰

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