Capitolo 4.

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Tutti e quattro pensavamo che i problemi se ne fossero andati nel momento in cui quel demone ha ucciso il signor Knight quella notte e che da quel momento in poi le nostre vite sarebbero continuate il più normalmente possibile ma da quando abbiamo ricevuto la lettera misteriosa e Clare ha quei misteriosi simboli sulle braccia non dormiamo più tranquillamente. Le paure, gli incubi e i rumori di ciò che abbiamo passato sono ritornati con un nuovo presagio negativo che ci aspetta, ora dobbiamo solo scoprire chi è la misteriosa figura incappucciata che si è così preoccupata di farci recapitare la lettera da traumatizzare a vita un povero postino.

-Strani disegni..- dice una voce all'improvviso, svegliandomi dal mio momento riflessivo.

Abbasso lo sguardo sgranando gli occhi e mi accorgo di aver disegnato dei ghirigori sul foglio del quaderno, mi capita spesso quando sono soprappensiero e ho una penna tra le mani.
Dopo aver studiato i miei pasticci disegnati sul quaderno rivolgo lo sguardo alla persona che ha parlato poco fa': è un ragazzo alto più di me, ha i capelli biondi molto chiari e gli occhi gialli. È il ragazzo che mi fissava quel giorno, mentre aspettavamo Clare in giardino e lei era in ritardo.

-Eh già, mi capita spesso di disegnarli quando sono pensierosa.- dico con leggero imbarazzo.

Lui mi sorride e indica il posto vuoto accanto al mio. -Posso sedermi?- chiede.

-Certo!- rispondo spostando in avanti la sedia, in modo da farlo passare.

Lui mi supera e si siede posando la sua cartella a terra.
Nonostante mi metta un po' di suggestione il fatto che fisse lo stesso ragazzo di quel giorno, sono contenta di avere un compagno di banco per le ore di lezione teorica. Quest'anno gli alunni del quarto anno sono stati divisi in due turni e molte volte sono separata sia da Archel che da Gidan, come questa volta.
Mi volto verso il ragazzo, che continua a sorridermi e sposto la sedia alla sua posizione iniziale.

-Io sono Isaac. Sono nuovo.- mi dice porgendomi una mano.

-Oh, piacere. Sono Nako.- dico stringendogliela.

-Come mai sei pensierosa?- mi chiede riferendosi alla mia risposta di prima.

-Niente di che, mi ero solo persa nei miei pensieri.- dico inventando una scusa che mi riesce anche ridicola data la somiglianza fra le due parole.

-Ah, capisco.- dice lui senza smette di sorridere. -Spero di trovarmi bene qui.

-Te lo auguro anche io.- dico sorridendo e poi torno a guardare sul mio quaderno, intenta a cercare una pagina non ancora scritta.

-Sono sicuro che la tua compagnia mi sarà d'aiuto.- dice ad un tratto quando pensavo che la nostra conversazione fosse conclusa.

-Beh.. Grazie..- rispondo io un po' confusa dalla sua affermazione e un po' spaventata dalla confidenza con cui l'ha detta.
E prima che Isaac ricominci a parlare entra il professor Foracis, salvandomi da una situazione alquanto invadente.

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Ammetto che la cena di questa sera è esageratamente buona e solitamente i pasti in accademia sono buoni si, ma in modo di discreto; oggi però tutto quello che è stato distribuito ha un gusto delizioso.
Afferro con la forchetta un pezzo di arrosto immerso in un sughetto rosso, probabilmente ai frutti, e lo assaggio.

-Oh mio dio Clare, prova questo..- le dico indicando il piatto davanti a me, la bocca ancora occupata dalla carne. -È buonissimo!

La ragazza davanti a me, in tutta risposta, afferra la carne e la assaggia, cominciando ad elogiarla con me. Una delle "passioni" che io è Clare condividiamo è quella del cibo, entrambe potremmo mangiare o parlare di cibo per ore senza mai stancarci.
Infatti sono almeno due ore che siamo sedute solito al tavolo dell'auditoruim per assaggiare ogni piatto presente sulla tavola questa sera e siamo così prese dal farlo che, solo ora, mi accorgo dell'assenza di Archel.

-Clare..- dico all'improvviso mentre la ragazza davanti a me si rimpinza di piccoli bignè salati. -Dov'è Archel?

A quelle parole lei sembra raggelarsi, posa il piatto sul tavolo e comincia a guardarsi intorno preoccupata.
Io mi volto verso il tavolo dei Darkbender e cerco Gidan con lo sguardo, magari lui ne sa qualcosa.

-Va tutto bene?- la sua voce mi arriva diritta in testa: il Parlapensiero.
Solitamente detesto quando lo utilizza perchè, essendo un Incantatore, entra nella tua testa e legge quello che pensa; A volte essere la sua ragazza è difficile. Ma questa volta ho bisogno di parlare con lui e questo è l'unico modo.

-Archel non c'è.- dico continuando a guardarlo da lontano.

Dopo le mie parole lo vedo alzare la schiena dalla sedia e cominciare a guardarsi intorno preoccupato.

-Sei sicura che non sia ad allenarsi o a fare qualche lezione extra?- mi chiede tornando a guardarmi.

-No, non a quest'ora.- dico scuotendo la testa ed improvvisamente una lampadina mi si accende. -Però.. Forse so dov'è andato.

Mi alzo dal tavolo e attiro l'attenzione di Clare che mi fissa dal basso.

-Forse so dove si trova Archel.- dico.

Lei subito si alza e mi segue verso la porta; dai tavoli del suo elemento arriva anche Gidan e tutti e due cominciano a seguirmi attraverso i corridoi fino ad arrivare all'esterno.
Proseguo sul prato fino ad arrivare davanti all'ingresso del boschetto della scuola e lì davanti mi blocco: Archel sta correndo verso di noi dalla parte opposta.

-Ragazzi, abbiamo un problema.- dice quando è a pochi metri da noi.

-Ancora?- chiede Gidan infastidito -E io che pensavo non potesse andarci peggio.- dice riferendosi alla lettera e ai simboli sulle braccia di Clare.

-Questo è ancora più strano..- ricomincia il rosso, cercando di riprendere fiato. -Qualcuno si è introdotto nei sotterranei segreti.

Mossi da una preoccupazione unanime cominciamo a correre verso l'ingresso nascosto tra la vegetazione.
I sotterranei sono un rifugio, ammobiliato come una casa, utilizzato probabilmente durante la Guerra del Potere e che Archel e Clare hanno usato come nascondiglio dalla scuola durante la mia prigionia a palazzo Knight. Solo noi quattro conosciamo quel posto, o almeno così pensavamo.
Raggiungiamo in un attimo le scale e dalla cima di queste notiamo una figura scura all'interno del luogo.

-Fermo!- urla Clare e la figura allarmata scappa ancora più all'interno: è in trappola.

Ci precipitiamo all'interno e cominciamo ad inseguirla fra le stanze ma quest'ultima continua sempre a sfuggirci.

-Ho un idea!- mi dice Gidan all'improvviso. -Dobbiamo portarlo verso una stanza.

Aumentiamo la velocità e facciamo in modo che rimanga chiuso all'interno di una delle stanze più vicine.
Come previsto, al posto che imbucate un corridoio, la figura entra in una stanza.
Appena arriviamo anche noi all'interno la figura si volta e il mantello cade dalle sue spalle, spostato dalla telecinesi di Gidan, rivelandoci l'identità dell'intruso.
Sotto il tessuto nero c'è una bellissima donna, sicuramente di mezza età ma dai tratti giovani, i capelli bianchi come la neve le ricadono lunghi fino ai fianchi e due occhi azzurri come ghiaccio ci fissano spalancati per la sorpresa.
Guardandola non posso fare a meno di trovarla familiare, decisamente familiare e quando mi volto a guardare i miei amici dietro di me noto la stessa espressione anche sui loro volti: confusione.
Ma c'è chi tra di noi l'ha presa peggio.
Gidan è pallido come un morto; fissa la donna con le labbra socchiuse e gli occhi lucidi di lacrime.
Dopo interminabili attimi, è lui a rompere il silenzio pronunciando una sola parola, un sussurro detto ad alta voce.

-Mamma...

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