Capitolo 1.

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Com'è che si dice?
"Anno nuovo, vita nuova", giusto?

Eppure mentre varco il vecchio cancello di ferro battuto, ridipinto almeno centinaia di volte, della scuola mi sembra di ricominciare tutto da capo, come un déjà vu.
Mi fermo a fissare l'imponente edificio davanti a me: dopo le ristrutturazioni dovute ad alcuni crolli durante l'attacco dell'esercito del signor Knight, l'edificio sembra più nuovo del solito; i muri sono stati ridipinti di una tenue tonalità beige che dà al posto una certa eleganza.

-Come mai stai lì ferma?- mi volto in direzione della voce e incontro gli occhi rosso rubino di Gidan. Dopo le burrascose vicende dell'anno passato, abbiamo vissuto questi mesi insieme come una vacanza.
Oramai siamo una coppia a tutti gli effetti, con tanto di "benedizione" da parte di suo fratello, il principe Gabriel, che si è detto "felice" per la nostra attesa unione.

-È strano essere tornati dopo quello che è successo.- gli dico tornando a guardare l'edificio pullulo di studenti.

Questo per me è l'ultimo anno all'accademia; le lezioni saranno esclusivamente incentrate ad inserirci nella vita al di fuori della scuola e della famiglia, preparandoci ad ogni evenienza.
Anche Gidan frequenterà l'accademia. Grazie all'aiuto di mio fratello, alunno ancora oggi stimato da ogni professore presente nella scuola, abbiamo convinto il rettore a lasciar frequentare la scuola a Gidan nonostante lui sia un anno più grande.
Sono sicura che un ambiente come quello scolastico gli farà solo che bene.

-Andiamo?- mi chiede porgendomi la mano.

-Andiamo!- gli rispondo afferrandola e intrecciando le nostre dita.

Camminiamo verso il portone d'ingresso dove gli studenti sono ammassati in una fila disordinata.
Poso le valige accanto ai nostri piedi e mi volto verso la strada; saluto la mia famiglia agitando la mano e loro ricambiano, mia madre con più voga del solito.
È incredibile quanto quella donna sia forte: nonostante le abbia raccontato tutta la terribile verità su papà, lei non si è mai lasciata andare, ha continuato a prendersi cura di noi e in più di Gidan che in questi mesi ha vissuto a casa nostra.
Non ha avuto il coraggio di tornare a casa da Lena e da Gabriel; non abbiamo sue notizie da tempo oramai, Gabriel continua a scrivere al fratello come se nulla fosse successo ma senza accennare alla madre che, sinceramente parlando, è l'unica fra i due di cui ci interessa.

La fila sconnessa di studenti davanti a noi scorre abbastanza velocemente fino a quando non restano che quattro persone prima del nostro turno. Aggrotto le sopracciglia pensando alla situazione: perchè bisogna attendere in fila per entrare nell'edificio?
Con la coda dell'occhio vedo passare accanto a me Jane Ravenbow, una Weightbender amica di Emi.

-Jane scusa!- la chiamo avvicinandomi; lei si volta e mi sorride lasciandomi un po' sorpresa. Non sono ancora abituata a non essere più odiata a causa di Emi, l'incantesimo lanciato da Archel quella sera ha funzionato alla perfezione. -Sai che cosa sta succedendo?- le chiedo riferita alla fila.

-Certo, serve che ogni studente sia registrato in modo completo per il nuovo anno.- mi spiega senza smettere di sorridere, è nauseante.

-Ah.. Grazie mille per avermelo detto.- le dico scura in volto.

-Figurati!- mi dice prima di allontanarsi. Per un attimo getto l'occhio su qualcosa di colorato che porta attaccato alla divisa, proprio sul petto ma lei si è già voltata, impedendomi di indagarvi oltre.

Ritorno accanto a Gidan più perplessa di prima e noto con dispiacere che è arrivato il nostro turno.
Ci avviciniamo ad un tavolo davanti al quale è seduta una piccola donna con un simmetrico caschetto biondo che ci saluta cordialmente ma in modo freddo.
Gidan si offre di andare per primo; gli vengono chiesti nome, cognome, elemento e alcuni caratteri più personali come la data di nascita e informazioni sulla famiglia.
Appena sento nominare la dote vado nel panico pensando a quando sarà il mio turno: cosa dirò?
La donna finisce di compilare il foglio, lo posa su una pila accanto a se e poi consegna a Gidan una spilla di cristallo viola che raffigura un occhio con la pupilla che è il prolungamento di una linea che termina con una perpendicolare più corta.
Io e Gidan la osserviamo confusi e meravigliati, cercando di assegnarle un significato.

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