Chapter 36

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In quei giorni mi tenni molto in contatto con Luca, lo avevo lasciato solo e questa cosa mi rattristava molto. Lui era una persona fondamentale per me, c'è stato nel momento del bisogno e io ora non ho potuto fare niente per ricambiare quello che lui aveva fatto per me.
Domenica 18 gennaio andai a Trento, i ragazzi avrebbero disputato la seconda giornata di ritorno contro Perugia. Modena aveva vinto il giorno prima e anche loro volevano vincere per rimanere in vetta alla classifica. Filippo mi aveva dato un pass, così potevo mettermi a bordo campo. Era la prima partita ufficiale da quando ci siamo "rimessi insieme" perché alla fine non eravamo ancora fidanzati giusto? Eravamo semplici amici che si amano, ecco tutto. Ultime battute di riscaldamento e poi il via alla partita. In questo ultimo periodo ero riuscita a capire la pallavolo, Filippo mi aveva insegnato qualcosa e io lo avevo ascoltato, interessata a sapere di più. I trentini vinsero e rimasero ancora in testa alla classifica. Fecero la doccia e poi andammo tutti a cena insieme, anche con i ragazzi della Sir Perugia. Si respirava un'aria felice, solare. Finalmente tutto era a posto.

S(sole): un Brindisi alla nostra bellissima vittoria. E scusate ragazzi, ma siamo più forti noi.

Un buuu generale proveniva dalla parte sinistra del tavolo, dove si erano sistemati i giocatori della Sir.

B(buti): si sì fate tanto i gradassi, vedrete ci vincerà la prossima volta

Andavano avanti con frasette di sfida uno neo confronti dell'altro, ma comunque c'era sempre un senso di ironia e di scherzo in tutto ciò che dicevano.
Il telefono mi squillò: era Fabrizio.

Io: Fil io esco un attimo, mi stanno chiamando per lavoro

Mi alzai e sussurrai un scusai a tutti e poi uscii

Io: pronto?

F: cara ciao, senti abbiamo bisogno di te

Io: cosa? Adesso? Ma è domenica

F: eh allora? La sfilata deve andare bene. Abbiamo un casino enorme

Io: che genere?

F: grande grandissimo, devi venire adesso

Io: cosa? Ma ci vorranno almeno 2-3 ore di prima di arrivare

F: fai il più presto possibile

Mi chiuse la chiamata di colpo. Così tornai dentro al ristorante e chiamai Filippo in disparte.

Io: fil senti io devo tornare a Verona. Hanno combinato un casino e mi hanno detto che hanno bisogno di me al più presto. Quindi o ti limono adesso qui davanti a tutti o esci un attimo e ti saluto per bene, solo io e te.

F: cosa? Sei pazza? Tu da sola adesso? Nel bel mezzo della notte? Io vengo con te

Io: cosa? No? Non voglio farti scomodare poi dovresti tornare qua a Trento. È solo una perdita di tempo per te

F: sento tesoro, io da sola non ti lascio hai capito?

Ci avvicinammo al tavolo e salutammo tutti.

Io: ragazzi mi dispiace tantissimo ma dobbiamo assolutamente andare. Scusateci veramente, ci vediamo alla prossima partita

Salutammo tutti e poi ci avviammo verso l'uscita

B(buti): mi raccomando, figli maschi

Si misero tutti a ridere. Buti che personaggio imprevedibile

Io: no, in realtà io voglio una femminuccia, quindi rassegnati

Andammo a casa di Lanza e prendemmo la sua macchina. Salimmo in macchina e ci preparammo per il lungo viaggio. La musica era alta, giusto per non addormentarci durante il tragitto

Io: grazie

F: e di cosa?

Io: di essere venuto con me e non avermi lasciata sola

Una lacrima scese dal mio volto

Io: nessuno si è mai comportato così con me e io te ne sono grata. Sei davvero una persona speciale.

Posò la sua mano destra sulla mia coscia e la strinse. Amavo quando i ragazzi facevano così, era un gesto bellissimo a mio parere.

F: piccola non piangere, lo sai che io a te ci tengo veramente

Io: grazie

Il resto del viaggio fu abbastanza tranquillo. Verso le 2 arrivammo a Verona, Lanza mise la sua macchina a casa mia e poi ci avviammo verso l'arena di Verona. Lì ci sarebbe dovuto essere l'incontro. Nonostante fosse così tardi c'era ancora molta gente in giro per il centro. Arrivammo e Fabrizio non c'era ancora

Io: io lo ammazzo, mi ha fatto correre per venire fino qua e adesso neanche si presenta. Uh lo ammazzo lo ammazzo giuro che lo ammazzo. C'è io non poteva aspettare domani? Non gli cambiava niente, poi scomodare te a venire fino qua c'è scusami. Oddio che nervoso, ma adesso le sente. Appena lo vedo le sente.

Stavo continuando a parlare a vanvera, dando le spalle a Filippo e non mi accorsi che improvvisamente tutto intorno a noi si era fermato, uno strano silenzio risuonava nell'aria e la mia voce era l'unico rumore udibile.
Mi girai improvvisamente verso Filippo

Io: ma mi stai ascoltan...

Lui era lì davanti a me con delle rose in mano che mi sorrideva come un ebete. Intorno a noi le persone riprendevano il tutto con il cellulare

Io: fil dove hai preso le rose? E perché tutti ci stanno osservando?

F: è da un po che volevo chiedertelo, solo che non avevo ancora avuto una buona occasione per farlo. Ho provato il discorso centinaia di volte ma adesso me lo sono completamente dimenticato. Cazzo. Per farla in breve: vuoi essere la mia fidanzata?

Con la mano destra tirò fuori una scatolina che conteneva un bellissimo anello di diamanti.
Mi misi a piangere come una cretina e abbracciai, non mi sarei mai aspettata una proposta così davanti a tutti.

io: sì sì sì sì sì sì

E lo baciai. Mi cinse la vita con le sue braccia e io mi sentii in paradiso.
Un applauso generale si estese per il centro della città.
Mi porse l'anello e lo misi al dito e poi presi le bellissime rose rosse.
Poi Fabrizio arrivò ridendo anche lui con un ebete e confinando a riprendere la scena con il telefonino.

F: dai neo fidanzatini scambiatevi un bel bacio. Bacio bacio bacio bacio

Tutti si misero a urlare: Bacio Bacio Bacio Bacio.
Così demmo alle persone quello che volevano, un bacio casto, ma bellissimo.

Io: quindi tu eri d'accordo con Fabrizio?

L: si, è solo grazie a lui se sono riuscito a portare a termine il mio piano

Amore eternitDove le storie prendono vita. Scoprilo ora