xxii. Movie Night

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Le stelle scintillavano nel cielo notturno attraverso la piccola finestra della stanza. Mi voltai di scatto scoprendo di essere in una cameretta, la mia cameretta. Stavo facendo un altro di quegli strani sogni.

La mia cameretta era a tema dorato, il colore presente quasi ovunque nella stanza. La culla, le lenzuola, la sedia a dondolo nell'angolo, erano tutti di un chiaro color oro. Pezzi di mobili e coperte bianche spezzavano la sfumatura luccicante, accanto alla porta della cameretta una cornice bianca conteneva una foto di Mamma e Papà.

Mi avvicinai silenziosamente alla culla, le mie mani si appoggiarono sul bordo mentre davo un'occhiata dentro.

Ero pacificamente addormentata, una tutina mi teneva al caldo. Era una strana sensazione, testimoniare una te stessa neonata che dormiva. Venni distratta dal guardare me stessa da un forte fragore fuori dalla cameretta.

Sobbalzai e i miei occhi tornarono a guardare giù per scoprirmi ancora addormentata. Dovevo avere il sonno pesante da piccola.

Camminai con esitazione fuori dalla cameretta e mi ritrovai in un soggiorno che portava ad una cucina, dove una figura snella era rannicchiata su sé stessa. Il suo respiro era tremante, i suoi capelli scuri erano un disastro, e delle gocce di sangue cadevano dal suo palmo. Delle schegge di vetro erano disseminate sul pavimento, sicuramente a causa di un bicchiere che era caduto dal tavolo.

Riconobbi la figura di Papà correre verso la Mamma, facendo attenzione a non calpestare i vetri sul pavimento.

"Amelie, cos'è successo?" Chiese, guardando i vetri rotti sul pavimento prima di notare il suo palmo sanguinante. I vetri vennero subito dimenticati e lui le prese la mano, gli occhi analizzarono la ferita per controllare che non ci fossero delle schegge di vetro bloccate nella sua pelle.

"Mi dispiace," Iniziò la Mamma, la sua voce solitamente sicura e chiara era tremante e sottile."Io-io non so cosa...stavo solo..."

Il mio cuore si spezzò mentre guardavo la donna che mio Papà aveva adorato e amato per tanto tempo sgretolarsi.

"Fa male, Mark..." Mia madre bisbigliò, mio padre le baciò la testa e la tirò gentilmente verso il lavandino della cucina. Fu attento con i movimenti, quasi fin troppo. Sapeva che lei si stava spezzando, i suoi tocchi e baci gentili cercavano di evitare che la sua bellissima scultura di vetro non si infrangesse.

"Shh, aggiusterò tutto." Surrurrò lui, aprendo il rubinetto e muovendo il palmo della Mamma sotto l'acqua corrente. Il sangue iniziò a scivolare via, Papà voltò la mano della Mamma da una parte e dall'altra lentamente. Continuai a guardare quando le dita della Mamma si avvolserò attorno a quelle di mio Papà, gli occhi di un marito guardavano quelli della sua moglie stanca ed esausta.

"Non quello." Amelie disse al suo amore, gli occhi blu sembravano più spenti di quanto mi ricordassi.

"E allora cos'è?"

"Ogni cosa." Mia madre sospirò, appoggiandosi al petto di mio padre. "Sento ogni cosa. Anche in questo momento."

"Papà non disse niente, si limitò ad avvolgere un braccio attorno ai fianchi della Mamma e nascose il viso tra i suoi capelli.

"Esattamente 2384 persone vivono nella Caverna in questo momento. 1342 di queste stanno dormendo. Mira è una di loro. 572 di quelle che non stanno dormendo sono adolescenti. 153 di questi adolescenti stanno andando ad una festa. 78 di loro bevranno-" La Mamma si fermò improvvisamente e gemette, stringendo forte la camicia di Papà.

"La mia testa mi sta uccidendo...è troppo difficile tenere conto di tutto. Mi sento come se stessi impazzendo, non posso più sopportarlo." Sembrava che stesse per piangere, e i miei occhi si spalancarono quando vidi i mobili della cucina iniziare ad aprirsi e chiudersi da soli, le luci tremolarono un po', e posate e piatti tintinnavano nei cassetti.

Sorcery // Louis Tomlinson AU [italian translation]Where stories live. Discover now