1. chapter one.

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"Lauren ti prego rispondimi, dimmi che ti stai svegliando davvero!"

"Signor Charter deve allontanarsi dalla sala, dobbiamo controllare che i parametri siano nella norma, la prego di uscire da questa stanza per qualche minuto"

"Lauren fai ciò che ti dicono i dottori! Io torno presto!"

Aprì lentamente gli occhi e mi accorsi di come attorno a me c'erano solo pareti bianche offuscate dai miei occhi verdi che probabilmente stavano lentamente riprendendo confidenza con ciò che mi circondava. Ciò che vedevo erano solo delle figure che a fatica riuscivo a mettere a fuoco, non sapevo né perché ero lì né cosa fosse successo.

"Signorina Jauregui sono il dottor Matthew, si trova al Miami Ospital e si trova nel reparto di terapia intensiva. Si è svegliata qualche secondo fa dal coma che l'aveva colpita due mesi fa dopo un bruttissimo incidente stradale. Le posso dire che è stata davvero molto fortunata e che faremo di tutto per far si che non riporti nessun danno postumo dall'incidente. Si ricorda come si chiama?" 

"Mi chiamo Lauren, ho un gran mal di testa" - lentamente cercai di alzarmi ma mi fu impedito da due infermiere.

"Signora Jauregui non può assolutamente muoversi, deve evitare qualsiasi movimento improvviso , non sappiamo ancora se ci sono stati altri danni dopo il coma, quindi deve rimanere ferma e rispondere alle mie domande." - disse il dottore continuando a somministrarmi delle sostanze nella mia flebo.

"Dottore, cosa mi è successo? Non mi ricordo nulla." - rispondo onestamente cercando di mettere a fuoco di più la sua immagine.

"Signorina ha avuto due mesi fa un brutto incidente e dopo una complicata operazione alla sua spina dorsale è entrata in coma per un'emorragia interna. Erano poche le probabilità che si svegliasse, ma noi abbiamo sempre continuato le cure e la somministrazione di farmaci che potevano favorire il suo risveglio e per fortuna c'avevamo visto lungo." - disse il dottore sorridendo leggermente.

"i miei genitori dove sono?" - chiesi quasi immediatamente.

" I suoi genitori sono qui fuori da questo reparto, purtroppo poteva entrare una sola persona alla volta ..." - disse il medico ma lo interrompi prontamente.

"e chi c'era poco fa? ho sentito delle voci prima" 

"c'era il suo fidanzato, il signor Bradley Charter" - disse il medico accennando un tenero sorriso.

"ma io non ricordo di nessun Bradley".

A queste parole il medico cambiò immediatamente espressione e iniziò a pormi altre domande.

"Cosa si ricorda signorina? quali sono i suoi ultimi ricordi?" - mi chiese avvicinando a sé una delle sue infermiere.

" Mi ricordo che stavo tornando a casa, ma non mi ricordo il motivo. Poi c'era la macchina, ero in lacrime e poi...e poi...non ricordo più niente..." -dissi muovendo la mia mano sulla mia testa. Il mal di testa si faceva sempre più intenso e non sapevo il perché di quei vuoti tra i miei ricordi.

"Signorina, credo soffra di un'amnesia a breve termine. Molti dei suoi ricordi possono essere stati eliminati dal suo cervello a causa di un trauma molto forte dovuto all'incidente. Dovrebbero ritornare, ma non si deve sforzare troppo... mi raccomando non si stanchi ripetutamente, abbiamo bisogno che riprenda le forze" - disse l'uomo chiudendo il mio fascicolo alla fine del letto dove ero posizionata.

"Va bene dottore, lo farò.." - risposi allungando le mi braccia sul materasso del letto dell'ospedale.

" Perfetto signorina Jauregui... signorina Cabello, lei chiami la dottoressa Mendez e la informi che la nostra paziente da buoni segni di ripresa a parte dei cenni di un'amnesia a breve termine. Cerchi di non sbagliare questa volta, sennò questo tirocinio sarà solo un'ennesimo esempio di come sia un'incompetente!"  - a queste parole mi voltai verso il dottore che stava parlando con una piccola ragazza dai lunghi capelli mori raccolti in un fermaglio nel mezzo della sua testa. Seguì con il mio sguardo, ancora non del tutto privo dell'offuscamento di poco prima, la giovane ragazza che si diresse verso l'uscita della stanza dove risiedevo, seguita poco dopo dall'altra assistente e dal medico che mi aveva visitato.

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