Things I can't.

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Capitolo 37- ultimo capitolo.

Ultimo capitolo, piango a vita.

Non è lungo ma è uno dei miei preferiti, spero che piaccia anche a voi.

Ovviamente ci sarà l'epilogo easyeasy...

Ora leggete il capitolo e morite nei feels with me.

All the love. x

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Appena Mattew si fu allontanato Harry alzò lo sguardo, incrociando quello di Louis che ora lo guardava con... disprezzo? odio?

<< Credo sia il tuo fidanzato, sbaglio?>> chiese il più grande, anche se conosceva già la risposta, quando aveva sentito "amore" qualcosa in lui si era rotto, un altro pezzo di cuore si era sgretolato, solo lui poteva chiamarlo così, nessun'altro doveva osare chiamarlo amore. Se questo fosse successo circa un anno fa Louis avrebbe sicuramente preso a pugni quel faccia di cazzo, ma ora era diverso, ora non ne aveva più la forza sufficiente per lottare per ottenere ciò che voleva.

Harry annuì leggermente, un gesto quasi invisibile che però non sfuggì al liscio, che strinse le labbra in una linea sottile, forse per trattenere le lacrime, ma cosa si aspettava? Che fosse rimasto a letto a disperarsi per più di 12 mesi aspettandolo? Era andato avanti e lo aveva fatto anche lui, era meglio così.

<< Fai gli auguri a Gemma da parte mia, devo prende l'aereo per New York.>>

Disse semplicemente prima di girarsi per andarsene e lasciarsi tutto alla spalle, per davvero, ma sentì una salda presa al polso fermarlo, venne percorso da un brivido, gli era mancato sentire le mani del riccio sul suo corpo, nessun tocco di tutti i ragazzi che si era portato a letto Louis erano paragonabili a quelli del ragazzo degli occhi verdi, anzi, odiava essere toccato da chiunque non avesse dei capelli ricci e un sorriso da togliere il fiato.

Si girò verso Harry che non lasciò la presa nel suo polso.

<< Louis... >>

<<Harry ti prego, me ne devo andare, tu sei f-felice con lui e va bene, davvero. Solo io ti... >> disse il liscio con le lacrime che minacciavano di solcargli il viso, ma non fece tempo di finire la frase che il riccio poggiò un dito sulle labbra del più grande.

<<Non lo dire, non lo dire Louis, non posso fare questo a Mattew. >>

Forse parlò più con se stesso che con il ragazzo che si trovava ancora davanti a lui.

Ma il più grande aveva bisogno di sentirselo dire, poi sarebbe davvero andato avanti.

<<Guardami, guardami negli occhi e dimmi che non mi ami, che non mi vuoi e che non hai più bisogno di me e io me ne andró, uscirò dalla tua vita, questa volta per sempre.>>

Disse Louis con un groppo in gola, non poteva negare di essere terrorizzato, era passato un'anno, ma solo ora si rendeva conto che non aveva mai smesso di amare quel ragazzo dagli occhi verdi e i capelli ricci.

E la cosa che temeva di più era che dopo tutto quel tempo Harry avesse cambiato il sentimento nei suoi confronti.

Harry abbassò lo sguardo, stava combattendo una guerra dentro di se, da una parte c'era Mattew, quel ragazzo dolce che gli era stato accanto e lo aveva fatto sorridere anche quando sorridere era davvero l'ultima cosa che voleva fare.

Da l'altra parte c'era Louis, il ragazzo che aveva amato come non aveva mai fatto, il ragazzo che forse lo aveva fatto vivere per davvero, il ragazzo lo aveva fatto ridere e innamorare senza saperlo, il ragazzo che aveva attraversato mezzo mondo solo per rivederlo.

Alzò lo sguardo e lo puntò in quello del liscio, appoggiò la fronte su quella dell'altro, che non si ritrasse a quel contatto, le lacrime gli solcavano ormai il viso.

<< Non posso, lo sai che non sono bravo a mentire. >> sussurrò.

Louis sorrise. Sorrise come non faceva da troppo tempo e annullò quella fastidiosa distanza, poggiò le labbra su quelle del più piccolo, che ora era più alto di lui, poggiò le sue mani nel collo del ragazzo che ricambiò il bacio con le mani posate sui fianchi del più grande.

Era un bacio desiderato da entrambi.

E forse in quel momento capirono che non sarebbero mai riusciti a starsi lontani.

<<Lou... quella sera non mi sono fatto le due ragazze, ero solo incazzato...>> disse più  tardi il riccio.

<< Sei un idiota Styles, ma sappi che se quel testa di cazzo ti chiama ancora amore gli spacco la faccia. >>

Sorrisero entrambi stringendosi in un abbraccio.

Si trovavano a casa l'uno fra le braccia dell'altro.

Quello era il loro nuovo inizio, non quello che avevano cercato di autoconvincersi negli ultimi mesi.

Erano destinati a perdersi e a ritrovarsi.

Ad essere la bussola e il veliero.

L'ancora e la corda.

La rosa e il pugnale.

Il cuore e la freccia.

La chiave e il lucchetto.

Uno non poteva vivere senza l'altro.








Siamo io e te contro il mondo ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora