CAPITOLO 23

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Sono passati un paio di giorni da quando ho conosciuto Connor. L'altro giorno Harry mi ha permesso di andare a fare una passeggiata da sola, l'ho incontrato e ci siamo scambiati i numeri. Ci sentiamo qualche volta per messaggio.

Oggi Harry è più strano del solito: non mi parla e ed è freddo con me e sinceramente non ne capisco il motivo.

Magari ha scoperto i messaggi con Connor, ma non è mica un reato messaggiare con un amico. Insomma...mi ha letteralmente strappata via dalla mia vita...almeno questo me lo deve.
Ma no Harry non è così immaturo. Se avrà letto i messaggi avrà sicuramente capito che ci sentiamo solo per un 'ciao' e un 'come stai'.

Siamo tutti e due seduti sul divano a guardare un film. Ho la testa appoggiata sulle sue cosce e lui mi massaggia i capelli. Non ho capito niente del film. Non è facile se hai un Harry Styles affianco. Alzai lo sguardo verso di lui e anche dal basso è assolutamente perfetto.

"Harry" richiamai la sua attenzione. Lui abbassò lo sguardo verso di me come per incitarmi a continuare. "Perché sei così silenzioso e freddo con me oggi? Ho fatto qualcosa che non dovevo?" Chiesi aggrovigliando le mie dita per il nervosismo e vedendo che erano diventate improvvisamente interessanti.

"Sapevo che me l'avresti chiesto" con uno sbuffo mi fece sedere sul divano in modo da guardarlo. "Tuo padre....si insomma tuo padre mi ha dato i soldi. Sei libera di andare via".
5 lettere mi spiazzarono. 'Sei libera di andare via'. Potevo finalmente tornare a casa e riabbracciare mia mamma, i miei compagni e tutti i miei familiari. Potevo tornare alla vita di tutti i giorni ma io non volevo. Non volevo andare via. Ormai ero abituata a vederlo tutti i giorni girare per casa. Al solo pensiero di non rivedere più Harry mi si formarono delle lacrime negli occhi che incominciarono a scendere.

"Ma io non voglio andare via" dissi tra i singhiozzi. Lui mi sorrise e mi prese il viso tra le mani "non sei costretta se non vuoi" sussurrò. Mi avvicinai ancora di più e lo baciai. Chiusi gli occhi assaporandomi il momento. Il bacio si intensificò e lui piano piano si stese nel divano con me sopra. Le sue mani viaggiavano per tutto il mio corpo fino a soffermarsi nel mio sedere stringendolo lievemente, mentre le mie arrivarono ai suoi capelli tirandoli cercando, ovviamente, di non fargli male. Le mie mani scesero fino a prendergli i lembi della maglietta. Ci staccammo dal bacio solo per toglierla per poi riunire le sue labbra con le mie. Le sue mani scesero fino alla fine della mia maglia. Fece per toglierla che suonò il suo cellulare. Mugugnò qualcosa ma non si staccò dal nostro bacio quindi feci io la prima mossa e mi separai. "Potrebbe essere importante". Bisbigliò qualcosa e si alzò mentre io risi per la sua reazione. Mi guardò e prima di andare in cucina a rispondere mi lasciò un ultimo bacio a stampo. Sorrisi e lo vidi entrare in cucina. Quando lesse il nome sullo schermo sorrise anche lui. "Chase, amico come va?" Disse camminando avanti e indietro. Mi decisi ad alzarmi e di andare dietro di lui non prima di avermi tolto la maglietta. Gli arrivai alle spalle e lo abbracciai da dietro iniziando a dargli dolci baci sul collo.

"S-si certo...o-oh si.." Disse l'ultima frase quasi come un gemito visto che avevo posato la mano sopra la sua erezione e ci avevo fatto leggera pressione "Harry tutto ok?" Disse Chase dall'altra parte del telefono ignaro di tutto quello che stava accadendo qua. Risi e continuai il mio lavoro lasciandogli sempre baci sul collo. "S-si certo perché non dovrebbe? Senti Chase ti richiamo io dopo" senza aspettare una risposta chiuse la chiamata e si girò verso di me. Mi prese per i fianchi e mi fece sedere sull'isola posta al centro della cucina e si mise in mezzo alle mie gambe "cosa credevi di fare amore?" Disse facendo scontrare la sua fronte con la mia. Misi le mani dietro la sua testa e iniziai a giocare con alcuni riccioli attorcigliandoli nelle mie dita. "Non so di cosa tu stia parlando" prima di far unire le sue labbra con le mie il suo telefono riprese a squillare. "Un giorno di questi lo lancio dalla finestra" disse senza staccare gli occhi dai miei. Prese il cellulare e tornò a fissarmi.

"Pronto?" Disse abbastanza scocciato.
"Ho pagato..voglio mia figlia"
Un ghigno divertito si formò sul suo volto. "Ciao Loris..."

Stockholm SyndromeWhere stories live. Discover now